127 anni fa Theodor Herzl è stato una roccia che nessuno riuscirà a distruggere
Diario di guerra di Deborah Fait
Testata: Informazione Corretta
Data: 30/08/2024
Pagina: 1
Autore: Deborah Fait
Titolo: 127 anni fa Theodor Herzl è stato una roccia che nessuno riuscirà a distruggere

127 anni fa Theodor Herzl è stato una roccia che nessuno riuscirà a distruggere
Diario di guerra di Deborah Fait

Theodor Herzl 127 anni fa concepì la necessità di costruire uno Stato ebraico perché consapevole dell'antisemitismo dilagante in tutta Europa. E la situazione non è molto migliorata, considerando le reazioni degli europei (Papa compreso) alla guerra difensiva di Israele

Il 29 agosto 1897, Theodor Herzl, disgustato dall’aver assistito a manifestazioni di odio antisemita per le strade di Parigi, decise che gli ebrei avessero assoluto bisogno di andarsene dall’Europa verso Sion, la loro antica patria. Nacque così il movimento sionista, con queste parole: “ Dovessi riassumere il Congresso di Basilea in una parola - che mi guarderò bene dal pronunciare pubblicamente - sarebbe questa: A Basilea, io fondai lo Stato Ebraico. Se lo dicessi ad alta voce oggi, mi risponderebbe una risata universale. Se non fra 5 anni, certamente fra 50 ciascuno lo riconoscerà.” L’Europa ammazzò 6 milioni di ebrei da quello storico incontro a Basilea, ma, 51 anni dopo, il sogno di un visionario si realizzò e nacque in Erez Israel, lo stato moderno di Israele. Se Herzl potesse vedere cosa è accaduto dopo, se potesse sapere che l’odio terrificante cui, sconvolto, aveva assistito a Parigi, non ha mai avuto fine, se si rendesse conto che gli ebrei, anche nella loro terra, sono circondati da popoli nazisti che ne vogliono la distruzione, aiutati e giustificati da quell’Europa dove ogni zolla di terra è imbevuta di sangue ebraico, ne rimarrebbe traumatizzato.

Israele è attaccato su vari fronti da nord a sud, come vuole l’Iran. Ma ecco che da giorni l’esercito di Gerusalemme è costretto a confrontarsi anche con i terroristi nazisti in Giudea e Samaria, il territorio, chiamato arbitrariamente Cisgiordania, rubato a Israele dalla Giordania ancora prima della prima guerra di Indipendenza. Dalle città e villaggi arabi di Giudea e Samaria parte da sempre, in special modo dopo il 1967, il terrorismo contro la popolazione civile delle città israeliane e contro le comunità ebraiche sempre demonizzate da Eu, ONU e dall’amministrazione Biden. “Israele esci dalla -Cisgiordania-“ urla Guterres, l’Europa gli fa eco e Biden snocciola sanzioni contro i “coloni”. Avessero, questi signori, detto una sola volta, una sola, “Palestinesi, piantatela col terrorismo!”. Niente, mai niente, anzi i capi del terrorismo sono sempre stati vezzeggiati e rispettati da questo mondo infame. Arafat veniva accolto da capi di stato, portato in trionfo ad Assisi, ricevuto con tutti gli onori da Papa Woytila, mentre i suoi feddaiyn ammazzavano a destra e a manca in Israele, in Libano, in Europa, Italia compresa, nonostante il disgraziato Lodo Moro che prometteva loro mano libera purchè non colpissero gli italiani. Così venne ammazzato Stefano Tachè, così gli attentati mortali a Fiumicino, così la strage di Bologna ( ma non si deve dire), in barba a Moro e ai suoi accordi con degli assassini. Anni dopo un altro Papa abbracciando Abu Mazen, il successore di Arafat, nei Giardini vaticani, lo proclamò “angelo della pace”. Abbracciava un demonio e lo chiamava angelo. Uno allora si chiede come mai avviene tutto questo, per quale motivo dei terroristi, degli assassini, dei nuovi nazisti sono ancora così amati e rispettati. Questa è la domanda che mai avrà risposta se non con una sola parola, antisemitismo, odio feroce e terrificante contro un unico popolo sulla terra, gli ebrei. Non chiediamoci il motivo perché è inspiegabile come è inspiegabile che, dopo l’orrore del 7 Ottobre, la strage di ebrei più terrificante dopo la Shoah, il mondo intero si sia rivoltato contro Israele. Non c’è stata la minima solidarietà per le vittime innocenti trucidate nei kibbuzim devastati e al Nova festival dove centinaia di giovani pacifici e pacifisti ballavano e cantavano la gioia di vivere. Tutto questo è raccapricciante. Da giorni i soldati di Gerusalemme sono entrati nelle città covo dei terroristi nazisti palestinesi, Jenin, Tulkarem, Jid, Qalqilya per porre fine ai continui attacchi contro i civili israeliani. Il mondo è in subbuglio. “Uscite di là”, urlano i grandi più infami del mondo. No, dovete dirlo ai terroristi, non svegliarvi solo quando Israele reagisce. Non usciremo dalla Cisgiordania e non usciremo da Gaza fino a quando non sarà tutto finito. Muoiono anche i civili? Certo, come in tutte le guerre e questa non l’abbiamo voluta noi, come non avevamo voluto tutte le altre. I terroristi della Cisgiordania hanno riempito di mine le strade di quelle città dimostrando la più totale indifferenza se a saltare in aria fossero i loro concittadini. Quindi mettete sul conto di Abu Mazen e Yahya Sinwar, nascosto come un topo nei tunnel di Gaza, circondato da 22 ostaggi incatenati a mo’ di scudi umani. Mettete sul contro di tutti i capi nazi palestinesi i morti civili della loro gente. Ricordatevi che insieme al famoso “Mai Più” ci sono altre parole da aggiungere “Non riuscirete a vincere la speranza e la voglia di vivere di Israele”.

Deborah Fait
Deborah Fait

takinut3@gmail.com