Riprendiamo da LIBERO di oggi, 29/08/2024, pag. 12, con il titolo "Kiev non si ferma: nuove operazioni in territorio russo", la cronaca di Carlo Nicolato.
Carlo Nicolato
Kiev continua ad attaccare la Russia e la Cia conferma che le forze ucraine non hanno alcuna intenzione di lasciare il suolo conquistato tanto in fretta. Lo ha detto il vice direttore dell’intelligence Usa David Cohen, secondo cui Vladimir Putin dovrà «fare i conti con i riverberi nella sua società» per la perdita del territorio russo. Stavolta le truppe di Zelensky si sono spinte nella zona di Bryansk, a nord di Kursk, attaccando il villaggio di Kurkovichi con il supporto di droni kamikaze. Tre persone sarebbero rimaste ferite, tra le quali il capo del distretto municipale di Starodub, Alexander Podolny. Più a sud, nelle regioni di Rostov e di Kirov nei pressi del Mar Nero, i droni ucraini hanno invece preso di mira due depositi di carburante che, fanno sapere da Kiev, «fanno parte del complesso militare-industriale russo e sono direttamente coinvolto nel rifornimento delle forze di occupazione russe». Nell’incendio di uno dei due depositi sarebbero andati distrutti anche tre carri armati. Il governatore di Rostov ha invece riferito che le difese di Mosca hanno abbattuto quattro droni nemici e altri otto sarebbero stati distrutti nella zona di Voronezh, più a nord.
I detriti di questi avrebbero a loro volta causato un incendio.
NATO: «AIUTI DA INTENSIFICARE»
Le capacità militari ucraine sembrano dunque in fase di grande slancio, ma il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha avvertito che il più grande problema che Kiev deve affrontare mentre combatte è che i suoi alleati hanno paura di approvare nuove politiche a sostegno dell’Ucraina per paura di un’escalation. «Sin dall'inizio dell'invasione su larga scala, il problema più grande che l’Ucraina sta affrontando è il dominio del concetto di escalation controllata nei processi decisionali dei nostri partner», ha dichiarato. Kuleba ha descritto tale paura come «irrazionale» e ha detto che le prove indicano che un maggiore sostegno militare all'Ucraina non ha portato a escalation con la Russia. «Tutti devono finalmente abbandonare questa paura. Putin non ha bisogno di alcun motivo per provocare un'escalation. Dobbiamo invece prendere l'iniziativa e far sì che Putin tema la nostra prossima mossa, non il contrario».
Ieri peraltro si riuniva il Consiglio Nato e il segretario generale Stoltenberg ha sottolineato l’importanza di «intensificare gli aiuti militari all’Ucraina», come dimostra l’ultimo attacco missilistico in cui le forze russe hanno colpito tutte le centrali idroelettriche del Paese riducendo la loro produzione di energia al 4 per cento.
Allo stesso tempo le forze di Mosca continuano l’avanzata nel Donetsk, e rivendicano l’occupazione di un altro villaggio in direzione di Pokrovsk. Il Cremlino peraltro ha respinto le dichiarazioni del presidente ucraino Zelensky sul suo piano per porre fine alla guerra e ha detto che la Russia continuerà quella che definisce la sua “operazione militare speciale” in Ucraina. «Non è la prima volta che sentiamo dichiarazioni di questo tipo da parte di rappresentanti del regime di Kiev», ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, «stiamo continuando la nostra operazione militare speciale e raggiungeremo tutti i nostri obiettivi». Mosca si è lamentata anche dell’Aiea il cui direttore Rafael Grossi ha avvisato martedì di un generico pericolo di incidente nucleare nella centrale di Kursk, senza indicare responsabili e fare nomi. Peskov ha dichiarato che, sebbene l’Aiea non abbia il mandato di attribuire le colpe, non c’è alcun dubbio sulla «colpevolezza della parte ucraina nell'escalation del pericolo nucleare».
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