Salam Solingen! E l'utopia europea finisce accoltellata
Commento di Giulio Meotti nella sua Newsletter
Testata:
Data: 29/08/2024
Pagina: 1
Autore: Giulio Meotti
Titolo: Salam Solingen! E l'utopia europea finisce accoltellata

Riprendiamo il commento originale di Giulio Meotti, tratto dalla sua newsletter, dal titolo: “Salam Solingen! E l'utopia europea finisce accoltellata”.


Giulio Meotti

Solingen, tante iniziative multiculturali, come il dialogo con i musulmani e il festival della diversità... e poi un attentatore dell'Isis, immigrato siriano illegale, accoltella proprio gli spettatori del festival. Come finisce l'utopia multiculturalista: a coltellate.

“Tempi difficili creano uomini forti. Uomini forti creano tempi buoni. Tempi buoni creano uomini deboli. Uomini deboli creano tempi difficili”. La storia dalla Germania sembra quasi una postilla a questa ormai famosa frase di Michael Hopf.

Come sapete venerdì scorso il siriano Issa al Hasan ha ucciso tre persone con un coltello al “Festival della diversità” a Solingen, Germania, gridando “Allahu Akbar”.

Quello che non sappiamo è che Solingen ce l’aveva messa tutta per diventare un “paradiso del multiculturalismo”, rivela Nius in una inchiesta che mette i brividi.

Quando si scrive go woke go broke non riguarda soltanto le grandi aziende che pagano il progressismo dei loro dirigenti. Per questo Jack Daniel’s, il famoso whiskey, e Harley Davidson, la marca di moto, hanno appena cancellato tutti gli impegni all’insegna della “diversità”. E non riguarda neanche soltanto università come Oxford, dove lo studio dell’Iliade e dell’Odissea va ridimensionato per facilitare la “diversity” nei litterae humaniores, insegnati da 900 anni.

Go woke go broke riguarda anche la società. E in questo caso il prezzo dell’ideologia non si misura in termini di perdita di capitale, ma di vite umane.

È vero, un grande intellettuale come Jean-François Revel colse nel segno quando scrisse: “Poiché l'ideologia non si ricava dai fatti, non si sente mai confutata da questi”. Ma questa storia incredibile vale la pena di essere raccontata per capire in quale ignominia ideologica siamo caduti.

Rivela Nius che a Solingen ci sono due alleanze finanziate dal comune contro la destra: l'“Alleanza per la tolleranza” e l’“Alleanza colorata invece che marrone”. Nel 2015, al culmine della crisi dei rifugiati, Tim Kurzbach è diventato sindaco di Solingen per l’Spd. È attivo anche nella Chiesa cattolica, come presidente del consiglio diocesano dell’arcidiocesi di Colonia.

Nei suoi discorsi, Kurzbach evoca utopie multiculturali. Nel 2017, in occasione di un festival cittadino all’insegna del motto “La vita ha bisogno di diversità”, ha spiegato: “La nostra Solingen è colorata. La nostra Solingen è composta da molti colori. Dai tanti gusti. Da tanti odori”. Kurzbach si augura “che non siano più necessarie le frontiere”.

Ad esempio, nell’agosto 2019 sarà presente all’evento “Solingen difende i diritti”. È una manifestazione contro il critico islamico Michael Stürzenberger, che ha parlato nel centro di Solingen e ha messo in guardia sui pericoli dell'Islam politico. Stürzenberger è l'uomo che è stato aggredito con un coltello da un islamista a Mannheim cinque anni dopo, nel maggio 2024. Quattro mesi prima della strage di Solingen. Nell'attacco terroristico sono rimaste ferite sette persone e l'agente di polizia Rouven Laur è rimasto ucciso.

“A Solingen non c’è spazio per l’islamofobia”, si legge nell’appello.

Oltre 230.000 euro di “finanziamenti per la democrazia” solo nel 2024: tanti soldi per una città come Solingen, che ha investito una parte significativa del denaro in progetti volti a minimizzare il pericolo dell'islamismo.

Ad esempio, da diversi anni si svolge la conferenza “Salam Solingen”, finanziata dal Ministero federale per la famiglia. Sono offerti anche laboratori per i giovani e un “giro della moschea”, “per ridurre le inibizioni nel visitare da soli un luogo di culto musulmano”. È realizzato con i soldi pubblici anche un libretto in cui numerose giovani donne e ragazze sono raffigurate con il velo.

A leggere questa storia mi torna in mente il titolo di un libro del giornalista e pamphlettista tedesco Henryk Broder: Evviva! Ci arrendiamo.

Sul sito web del comune di Solingen è presente anche un collegamento a un toolbox online per la “sensibilizzazione contro il razzismo”. Le domande suggestive sono le seguenti:

“Sei bianco, maschio, eterosessuale e ti senti strano quando le persone intorno a te parlano arabo? Come ti sentiresti se i tuoi nuovi vicini fossero una famiglia afgana? Che immagine ti viene in mente quando pensi alle donne musulmane? Conosci cinque libri di autori che non sono bianchi? Sei sicuro che se la polizia ti ferma, il colore della tua pelle non sarà il motivo?”.

E così si arriva al “Festival della Diversità”.

Ma quella che sembra essere stata una cinica coincidenza è stata in realtà la logica conseguenza di una devastante cecità multiculturale autoimposta: è proprio l’ideologia della diversità ad aprire la porta alla sottomissione islamica. Tre persone hanno pagato con la vita.

E riguarda tutti. Perché come ho scritto due anni fa, “l’Unione Europea è un Titanic che batte bandiera tedesca”.

Il terrorista siriano Issa al Hasan avrebbe dovuto essere deportato molto tempo fa. Ora è venuto alla luce un dettaglio sensazionale: davanti all'alloggio del terrorista a Solingen ci sono manifesti che pubblicizzano il qr code di attivisti tedeschi di sinistra che mettono in guardia i migranti dalle deportazioni. In pratica se hai il foglio di espulsione, i bravi tedeschi ti dicono come non farti trovare. Una specie di alert.

Settembre 2015. Migliaia di migranti siriani che attraversano la rotta balcanica si stanno dirigendo verso la Germania. “Siamo su un aereo senza carburante e non sappiamo cosa fare”, dice un ufficiale alto in grado della sicurezza ad Angela Merkel. Lo racconta Robin Alexander, un giornalista di Die Welt, nel libro Die Getriebenen. Ora l’aereo non è più senza carburante, ma zavorrato da un peso insostenibile che lo sta portando giù e non sappiamo cosa fare.

Ieri intanto i cittadini di Solingen sono scesi a manifestare… “contro il fascismo”.

Non c’è peggior cieco di chi non vuole vedere il vero fascismo anche quando lo prende a coltellate.

Salam Solingen!

Per inviare a Giulio Meotti la propria opinione, cliccare sulla e-mail sottostante

giuliomeotti@hotmail.com