Zelensky: l’Ucrania ci sta riprovando
Analisi di Carlo Nicolato
Testata: Libero
Data: 28/08/2024
Pagina: 12
Autore: Carlo Nicolato
Titolo: L'Ucraina ci sta riprovando: attacco a Belgorod. Ma Putin manda rinforzi: a Kursk 30mila uomini

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 28/08/2024, pag. 12, con il titolo "L'Ucraina ci sta riprovando: attacco a Belgorod. Ma Putin manda rinforzi: a Kursk 30mila uomini", l'analisi di Carlo Nicolato. 

Carlo Nicolato
Carlo Nicolato

Gli ucraini continuano a contrattaccare, stavolta anche a Belgorod. La Russia risponde con massicci bombardamenti e inviando nella regione di Kursk altri 30mila uomini. Ma è mai possibile che l'Occidente sia così vergognosamente assente?

Kiev conferma di aver catturato nella sua incursione in terra russa verso Kursk quasi 600 militari e di aver preso il controllo di un centinaio di centri abitati. Allo stesso tempo le forze ucraine stanno cercando di sfondare anche a sud, oltrepassando il confine che divide Kharkiv da Belgorod, mentre la Russia risponde inviando 30mila uomini nella zona, penetrando ulteriormente nel Donetsk, dove ha conquistato un altro centro abitato, e bombardando con droni e missili l’intero territorio nemico. Nell’ultimo attacco, avvenuto nella notte tra lunedì e martedì, sono morte 5 persone.
Sull’offensiva ieri ha parzialmente tirato le somme l'alto generale ucraino Oleksandr Syrskyi sostenendo tra le altre cose che uno degli obiettivi era quello di distogliere le forze russe da altre aree, principalmente lontano da Kurakhove e soprattutto da Prokovsk, città mineraria che ha valore militare strategico come snodo di trasporto.

IL GROVIGLIO

L’obiettivo è raggiunto ma Syrsky si è detto preoccupato per le truppe che i russi stanno nel frattempo mandando in zona. Kiev tuttavia sta cercando di ripetere l’operazione anche nell’area di Belgorod, 150km a sud di Kursk, dove il governatore locale ha parlato di un attacco via terra respinto e di un bombardamento. Poche informazioni in questo caso, così come poche informazioni erano inizialmente arrivate dal fronte del primo attacco a Kursk. Il quadro militare della guerra si sta complicando giorno per giorno e quello politico segue nella stessa direzione, con nuove minacce da una parte e dall’altra e conseguenti altri appelli alla moderazione. In particolare il ministro degli Esteri russo Lavrov ha detto che l'Occidente sta cercando di intensificare la guerra in Ucraina e sta «cercando guai» prendendo in considerazione le richieste ucraine di allentare le restrizioni sull'uso di armi fornite dall'estero. «Stiamo confermando ancora una volta che giocare con il fuoco – e sono come bambini piccoli che giocano con i fiammiferi – è una cosa molto pericolosa per gli zii e le zie adulti a cui sono affidate armi nucleari in uno o nell'altro Paese occidentale», ha detto Lavrov sottolineando che «gli americani associano inequivocabilmente le conversazioni sulla Terza Guerra Mondiale come qualcosa che, Dio non voglia, se accadrà, interesserà esclusivamente l'Europa». Qualche ora prima il presidente Biden, condannando gli attacchi missilistici russi contro le città e le infrastrutture energetiche ucraine, aveva sottolineato che il sostegno Usa e di altri 50 Paesi a Kiev è incrollabile e che «la Russia non avrà mai successo né lo spirito ucraino verrà mai spezzato». Nelle stesse ore peraltro il presidente ucraino Zelensky ha sottolineato invece che l'Ucraina intende presentare ai due candidati alle presidenziali americane Donald Trump e Kamala Harris un piano su come porre fine alla guerra. Oltre all'incursione nella regione russa di Kursk, il piano, ha detto il leader ucraino, comprenderebbe ulteriori passi sul fronte diplomatico ed economico. Quanto alla possibilità che ciò possa includere uno scambio di territori con l’entrata del Paese nella Nato, Zelensky lo ha escluso categoricamente, sostenendo di essere favorevole a raggiungere la pace attraverso la diplomazia ma non a spese del 30% del territorio e della popolazione ucraina. Il leader ucraino ha detto che presenterà il piano anche al presidente uscente Biden ma è ovvio che la sparata di ieri di Lavrov su una eventuale Terza Guerra Mondiale sia anche un tentativo di soffiare sul fuoco della campagna elettorale americana dal momento che è stato lo stesso Trump il primo che ne ha fatto riferimento qualche giorno.
Zelensky ha anche rivelato che l’Ucraina ha testato il suo primo missile balistico prodotto internamente, aggiungendo che il suo Paese ha la capacità di produrre 1,5-2 milioni di droni quest'anno, ma attualmente non ha i fondi per farlo.
In più ha ammesso che durante i recenti attacchi russi l’aviazione ucraina per abbattere droni e missili russi ha utilizzato gli F-16 forniti dall’Occidente.

LA CENTRALE ATOMICA

Tra gli interventi politici delle ultime ore va peraltro segnalato anche quello di Pechino, con l’inviato speciale l'inviato speciale del governo Li Hui che ha sottolineato come la Cina e vari Paesi che ha visitato negli ultimi giorni, in sostanza gli alleati Bric, siano preoccupati del fatto che l’Occidente stia gradualmente allentando i limiti all’uso delle armi fornite all’Ucraina. «Gli ultimi sviluppi sul terreno lo confermano», ha detto Li Hui. C’è poi il direttore generale dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea), Rafael Grossi che ha affermato di avere «visto tracce di attacchi di droni» sul territorio dell'impianto nucleare di Kursk e ha avvertito del serio rischio che la stessa diventi l’obiettivo di un incidente.

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