Un errore di Moshè Dayan che stiamo ancora pagando. Ma gli errori si possono cancellare
Commento di Deborah Fait
Testata: Informazione Corretta
Data: 28/08/2024
Pagina: 1
Autore: Deborah Fait
Titolo: Un errore di Moshè Dayan che stiamo ancora pagando. Ma gli errori si possono cancellare

Un errore di Moshè Dayan che stiamo ancora pagando. Ma gli errori si possono cancellare
Commento di Deborah Fait

Moshe Dayan vinse la Guerra dei Sei Giorni, liberò Gerusalemme, ma scese a compromessi: lasciò che il Monte del Tempio venisse amministrato dal Wakf, autorità musulmana giordana. Così ogni volta che un ebreo va a pregare lì dove sorgeva il tempio, viene preso a sassate e contestato da tutto il mondo.

Sono passati molti giorni dal 9 del mese di Av quando, per commemorare la distruzione del Tempio di Gerusalemme per mano dei Babilonesi, prima, e dei Romani poi, il ministro Ben Gvir, piaccia o meno,  con altri fedeli ebrei, è salito sul Monte del Tempio suscitando molte critiche e la disapprovazione dell’amministrazione Biden (non hanno altro da fare da quelle parti che mettere il naso nei nostri affari privati?) . Allora parliamone e vediamo per quale motivo nei confronti degli ebrei non esiste la famosa libertà di professare la propria fede tanto sbandierata dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e dall’ONU.

L’articolo 18 della prima recita: “Nessuno può essere assoggettato a costrizioni che possano menomare la sua libertà di avere o adottare una religione o un credo di sua scelta e di professarlo.”

E l’ONU sullo stesso argomento: “Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione. Tale diritto include la libertà di cambiare di religione o di credo e la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, sia in pubblico che in privato, la propria religione e il proprio credo.”  

Queste sono dunque regole universali per ogni essere umano meno che per gli ebrei. Perché? Ma è ovvio! Perché i palestinesi non lo permettono e l’Occidente se ne frega. Ogni volta che gli ebrei tentano di esercitare il loro diritto di libero culto a Gerusalemme, la loro capitale, sono oggetto di violenze e di intimidazioni da parte degli arabi palestinesi che bivaccano sul Monte, riempiendolo di sporcizia e di armi, e dal Wakf, la maggiore autorità musulmana che ha, illegittimamente, un privilegio quasi extraterritoriale nella gestione degli affari sul Monte del Tempio (Haram a-Sharif, per l’islam). Tra l’altro, il Waqf regola l’entrata dei non Musulmani e incita i nullafacenti palestinesi ad aggredire gli ebrei e a spaventarli con urla,  sassate e sputi, costringendo la polizia a proteggerli. È importante precisare, perché scommetto che non tutti lo sanno, che il Monte è territorio israeliano, non di un’altra nazione, il Monte del Tempio è in Israele!

Michel Freund, vicedirettore della Comunicazione sotto il primo governo Netanyahu, scrive:” Ogni volta che gli ebrei cercano di esercitare il loro diritto fondamentale alla libertà di culto sul Monte, come hanno fatto la scorsa settimana (Tishà be Av), le stesse banalità vengono sbandierate dai media e da vari leader mondiali per denunciare tale attività come una violazione dello status quo. Beh, mi dispiace dirglielo, ma lo status quo del Monte del Tempio non è altro che un mito, come chiunque abbia accesso a Google può facilmente verificare. Nel 1967, durante la Guerra dei Sei Gironi, Israele liberò la Città Vecchia di Gerusalemme e riportò il Monte del Tempio sotto il controllo ebraico, dopo 1.900 anni. L'allora ministro della Difesa Moshe Dayan, temendo di offendere gli arabi, acconsentì a concedere al Wakf musulmano, autorità religiose, il diritto di amministrare il sito, e furono stipulati alcuni accordi sulla sua amministrazione.” E il Wakf così diventò padrone assoluto fregandosene altamente di ogni accordo preso.

Nel 1967 esistevano sul Monte le moschee di Al Aqsa  e di Omar, oggi ve ne sono ben cinque. Cinque moschee,  capite, sulle rovine del Tempio di Salomone! E poi i media italiani ( per ultimo, proprio mentre scrivo, il Piccolo di Trieste) parlano di provocazione per la visita di Ben Gvir sul Monte nel giorno di Tishà be Av e per aver detto che vorrebbe costruirvi una sinagoga. Scandalo, abominio, gli ebrei sulla loro terra non possono, solo agli arabi è concesso fregarsene della legge e costruire moschee su moschee e sputare addosso a chi, non musulmano, osa salire sul Monte. Si sono impossessati di quello che è nostro, gli ebrei non possono pregare nel loro luogo più sacro e il mondo, questo mondo tremebondo e vigliacco che pare non abbia niente da fare se non aggredire Israele attraverso i media e la politica, per non parlare dell’opinione pubblica avvelenata di odio antiebraico, tace e apre bocca solo per accusare Israele. Ogni costruzione musulmana sul Monte ha l'obiettivo deliberato di cancellare la presenza ebraica storica nel sito, distruggendo i tesori archeologici del Primo e del Secondo Tempio. Li buttano giù dalle mura nelle immondizie dove i nostri archeologi devono andarli a recuperare.

In altre parole, attraverso le loro azioni, il Wakf musulmano ha sostanzialmente calpestato lo status quo, privandolo del suo significato originale. Gli ebrei possono salire sul LORO Monte solo in determinati orari e giorni. È vietata la preghiera, è vietato anche muovere le labbra in una preghiera silenziosa. È vietato portare le bandiere di Israele mentre gli arabi possono sventolare quelle verdi di Hamas e quelle nere dell’Isis. L’amministrazione americana e i giornalisti che scrivono cazzate antisemite farebbero bene a dare anche un’occhiata a quello che fanno gli arabi palestinesi perché il comportamento unilaterale, questo vizio di incolpare Israele di tutto, è solo ipocrisia e viltà. Avete paura degli arabi , eh? E fate bene. Gli ebrei vi fanno un baffo perché sapete che non fanno terrorismo, che non si vendicano mai ma ricordatevi che la libertà di culto si applica a tutti, non solo ai terroristi, si applica anche agli ebrei! In particolar modo sul Monte del Tempio, il luogo più sacro dell’ebraismo, che ci è stato scippato con il complice silenzio della comunità internazionale. Vorrei proprio vedere se accadesse il contrario, se fosse Israele a vietare ai musulmani di andare a pregare in moschea. Verrebbe giù l’universo, si urlerebbe all’abominio. Ricordatevi che uno degli obiettivi dell’islam è di sventolare le sue bandiere su San Pietro e allora cosa farete? Frignerete sulla vostra idiozia, ecco cosa farete. Gli ebrei hanno il diritto di pregare dove vogliono, come tutti, come la Convenzione sui Diritti dell’uomo scrive! Gli ebrei fanno parte del genere umano, anche se l’Europa ha fatto di tutto per dimenticarlo, anche se nel 2024 siamo tornati alle leggi razziali e alle liste di proscrizione nazi comuniste. Ma non ci piegherete mai, sappiatelo, siamo il popolo dalla dura cervice, ricordatevelo sempre.

Deborah Fait
Deborah Fait

takinut3@gmail.com