Riprendiamo dal sito www.israele.net - diretto da Marco Paganoni - il commento di Moshe Taragin tradotto dal Jerusalem Post dal titolo "Con il 7 ottobre è andata in frantumi l’ingenua illusione di un mondo civile libero da odio e antisemitismo".
Il 7 ottobre ha infranto molte illusioni. Credevamo di aver eretto una difesa impenetrabile, rafforzata da sofisticate tecnologie, in grado di proteggere i nostri cittadini e le nostre città dalla ferocia dei nostri nemici arabi. Un’idea che si è rivelata fasulla.
Dal canto loro, i nostri nemici hanno dato per scontato che fossimo troppo divisi e lacerati al nostro interno per poterci riunire e mobilitare a difesa del nostro paese. Per fortuna, anche i nostri nemici si sbagliavano.
Oltre a queste false concezioni, un’altra devastante illusione è stata infranta. Coloro che credevano che l’antisemitismo e l’odio verso gli ebrei fossero ormai cosa del passato, anche loro si sono rivelati tragicamente in errore.
In particolare, molti abitanti delle comunità vicine a Gaza e che erano pienamente impegnati per la coesistenza pacifica con i loro vicini arabi, hanno visto i loro sogni di armonia andare in frantumi.
Si erano dedicati a iniziative di pace, promuovendo una visione di rispetto e comprensione reciproci. Ma il 7 ottobre le loro comunità sono state devastate e bruciate.
Uno degli esempi più toccanti è quello di Vivian Silver, un’attivista per la pace del kibbutz Be’eri che, in modo del tutto disinteressato, accompagnava palestinesi bisognosi di cure mediche da Gaza agli ospedali israeliani. Quel giorno fatale, è stata rapita a Gaza e, dopo settimane di incertezza, è giunta la conferma che era stata uccisa.
Innumerevoli altri in Israele, che si erano dedicati alla costruzione di ponti, sono giunti all’amara consapevolezza di quanto siamo profondamente odiati da moltissimi, probabilmente dalla maggior parte dei palestinesi di Gaza e altrove.
Ma non sono state solo le illusioni degli ebrei in Israele ad andare in frantumi il 7 ottobre. Molti ebrei in tutto il mondo avevano costruito la loro identità ebraica sulla missione di adoperarsi per creare una società più giusta e migliore: l’impegno che in ebraico viene indicato col termine tikkun olam (lett. “riparare il mondo” ndr).
Soprattutto per coloro che non si riconoscevano più nei riti tradizionali, la ricerca di una maggiore giustizia sociale era diventato il fulcro della loro esperienza ebraica.
Mentre marciavano insieme ad altri gruppi minoritari nella battaglia contro le varie forme di discriminazione, davano per scontato che gli ebrei fossero ormai accolti dalla società moderna come partner alla pari nella lotta per la giustizia sociale.
Ma dopo il 7 ottobre, molti dei gruppi di minoranza o discriminati, per i cui diritti si erano battuti, hanno voltato loro le spalle. Quegli stessi con cui avevano lottato fianco a fianco nella nobile battaglia per l’eguaglianza li hanno traditi, dando la stura a un fiume in piena di velenoso odio antisemita.
Le aule del mondo accademico, un tempo considerate bastioni della ragione e della cultura nonché forze attive contro razzismo e antisemitismo, sono diventate focolai di odio, pregiudizio e violenza.
Il mondo che pensavano di conoscere e la società che credevano civile e illuminata si sono rivelati realtà molto più oscure. La visione di un mondo illuminato che aspira a una società libera da odio e razzismo è andata in pezzi.
In Israele e nel più generale mondo ebraico, convinzioni profondamente radicate sono state infrante.
Ci siamo resi conto della tossica persistenza dell’antisemitismo, sempre in agguato sotto la superficie, pronto a riesplodere in qualsiasi momento.
Come camaleonti opportunisti, gli antisemiti si allineeranno sempre con qualsiasi movimento politico – non importa di quale matrice o schieramento – che gli permetta di portare avanti il loro programma di odio e fanatica intolleranza.
Molti credevano erroneamente che il trauma della Shoah avesse impresso nella coscienza umana una repulsione permanente verso l’antisemitismo. Invece, a 80 anni di distanza, l’antisemitismo continua a imperversare senza freni.
Il 7 ottobre le nostre ingenue concezioni di un mondo moderno e civile, che fosse a Gaza, nei campus americani o lungo i viali d’Europa, sono miseramente crollate.
[…]
(Da: Jerusalem Post, 25.8.24)
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