Riprendiamo da LIBERO di oggi, 25/08/2024, a pag.1 con il titolo "Chi scherza con il fuoco fondamentalista" l'editoriale di Mario Sechi.
Mario Sechi
In Francia, due auto sono esplose di fronte a una sinagoga, si è sfiorata la strage; in Germania, al grido di «Allah è grande», un uomo ha ucciso a coltellate tre persone, l’Isis ha rivendicato l’attentato; in Italia, un gruppo neo-brigatista ha diffuso un elenco di nomi la cui colpa è quella di essere o ebrei o “sionisti”, nella lista ci siamo anche noi di Libero, il sottoscritto e Daniele Capezzone.
Dormiamo tranquilli, ma non sottovalutiamo niente, perché tutte le pedine stanno andando a dama e il gioco è sempre più chiaro.
I tre episodi che ho elencato sono uniti dall’odio anti-semita. Dalla strage del 7 ottobre 2023, il giorno della caccia all’ebreo, i nemici di Israele, gli utili idioti di Hamas sono venuti allo scoperto nelle piazze, nei dibattiti in tv e sui giornali. Hanno avuto tribune importanti per parlare dei loro progetti di annientamento (lo slogan “Palestina libera, dal fiume al mare”, significa la sparizione di Israele dalla mappa), non hanno faticato a allargare il loro raggio d’azione, usare la parola “genocidio” con uno spavaldo disprezzo per la verità storica e la cronaca.
L’anti-semitismo in Occidente ha trovato un cavallo di troia nella rinascita del comunismo. Le Guardie Rosse sono tornate, marciano con altri abiti e slogan, hanno sostituito le parole di Karl Marx con altri vocaboli, utilizzano gli strumenti della fiction e la potenza dei social media per inventare storie di “oppressi” (dove dunque bisogna eliminare gli “oppressori”), vedono i “fascisti” dove c’è solida democrazia, detestano il popolo e il voto (non a caso usano la parola “populismo” come un coperchio per spiegare ciò che non capiscono o non fa loro comodo), invocano il silenzio per chi ha legittime opinioni divergenti.
Questo fenomeno viene sottovalutato dalle classi dirigenti, si specchia nella cattiva coscienza di gran parte dei presunti intellettuali, i politici pensano che sia un talk-show, si accende la telecamera, si spegne, tutto finisce là. Ma è proprio così, nella fiction permanente, che il matrimonio tra gli estremisti rossi e i nuovi anti-semiti sparisce dalla vista e la violenza delle loro parole d’ordine passa sotto silenzio. È la formula del caos che serve a costruire la prima gabbia, la più grande, la dittatura del linguaggio. È l’antico metodo che si usa contro chi parla chiaro: prima lo isoli, poi lo elimini.
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