Riprendiamo da LIBERO di oggi, 24/08/2024, pag. 12, con il titolo "Tutte le balle della Harris su aborto, Trump e tasse", il commento di Carlo Nicolato.
Carlo Nicolato
Tra sceriffi sul palco, cori e boati da stadio non è davvero mancato nulla discorso di Kamala Harris alla convention di Chicago: la nuova candidata democratica ha sciorinato tutto il pomposo armamentario epico patriottico degno del miglior Obama, nonché di Kennedy, e probabilmente anche qualcosa di più.
«Vedo una nazione che è pronta per il prossimo passo nell’incredibile viaggio che è l'America», ha detto la Harris, «vedo un’America in cui ci atteniamo saldamente alla convinzione impavida che ha costruitola nostra nazione e ispirato il mondo» ha ribadito. E poi ancora: «Siamo gli eredi della più grande democrazia del mondo...», dobbiamo «batterci per gli ideali in cui crediamo», «assumerci le responsabilità che arrivano con il più grande privilegio sulla Terra: il privilegio e l’orgoglio di essere americani».
PROCURATORE
È l’apoteosi stelle e strisce in salsa Dem, che trova fondamento nella sua storia personale, quella di una famiglia di immigrati i cui genitori si sono incontrati a un raduno per i diritti civili. I simboli dell’america nera, «Aretha, Coltrane e Miles», il quartiere «di vigili del fuoco, infermieri e operai edili» che tengono in ordine il loro prato, le frasi premonitrici della madre, «corri, Kamala, corri, non avere paura, non lasciare che nulla ti fermi», i traslochi, le ingiustizie subite dall’amica Wanda che l’hanno ispirata a studiare legge e a diventare procuratore come il nano di De Andrè. Ma lei lo ha fatto per tutti gli americani, in nome loro e del popolo. Tutto perfetto insomma, ma la politica? Sì certo, ci sono gli attacchi a Trump, definito «uomo poco serio» a cui dargli il voto avrebbe tuttavia «conseguenze molto serie». Lo ha attaccato per il 6 gennaio, anche lei come Biden per i presunti attacchi ai veterani, lo ha definito antipatriottico perché si concentra sui difetti della nazione e via di questo passo, ma quando si è trattato di attaccarlo sulla politica ha inciampato in qualche castroneria, come hanno rilevato persino il Washington Post e la Bbc. Per esempio Kamala ha detto che, se eletto, Trump «avrebbe emanato un divieto di aborto a livello nazionale».
Ma il tycoon questo non l’ha mai sostenuto, anzi ha detto espressamente che la questione dovrebbe essere lasciata ai singoli Stati. Kamala ha anche detto che Trump «limiterebbe l'accesso al controllo delle nascite», ma si tratta di una falsità solenne che lo stesso tycoon ha smentito più volte. Ha anche sostenuto che la «tassa di Trump», cioè il costo a famiglia dei dazi che intende imporre, sarebbe di 4mila euro. Ma è un calcolo del tutto aleatorio perché basato sul nulla. Ha accusato Trump di aver fatto saltare l’accordo sugli immigrati, che è anche vero malo ha fatto perché lo riteneva sbagliato, ma non ha detto che cosa farà lei per risolvere la questione. Bisogna «riformare il nostro sistema di immigrazione in crisi», ha suggerito tra gli applausi, ma chi lo ha fatto andare in crisi? E soprattutto come lo riformerà?
Kamala ha poi proseguito sostenendo che l’America «deve promuovere la sua sicurezza e i suoi valori all’estero» e per farlo si assicurerà, da presidente, che «abbia sempre la forza di combattimento più forte e letale del mondo», guadagnandosi con queste parole una possibile candidatura al Nobel perla pace stile Obama.
IDEE CONFUSE
In realtà l’unico approfondito riferimento alle questioni internazionali è stato alla guerra in Medio Oriente che sta spaccando in due l’opinione dei Dem. Anche Kamala ha dimostrato di essere spaccata in due perché da una parte ha insistito che Israele ha il diritto di difendersi e che il suo popolo «non deve mai più affrontare l’orrore che un’organizzazione terroristica chiamata Hamas ha causato il 7 ottobre», dall’altra ha detto che «quello che è successo a Gaza negli ultimi dieci mesi è devastante». Un colpo al cerchio e uno alla botte che non aiuta nessuno. E l’Ucraina? Ha chiesto umilmente su Truth il candidato Trump che sulla questione nelle ultime ore ha parlato di possibile Terza Guerra Mondiale. «Non ha menzionato la Cina, non ha menzionato il fracking, non ha menzionato l’energia, non ha menzionato, in modo significativo, la Russia e l’Ucraina, non ha menzionato i grandi temi del giorno, che stanno distruggendo il nostro Paese» l’ha incalzata il Tycoon sottolineando peraltro che ci sono «ci sono 60 milioni di persone in povertà negli Stati Uniti e lei non ne parla nemmeno!».
Ma questo è un tema che di solito alla sinistra interessa poco.
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