I due blocchi e la posizione strategica di Israele
Commento di Antonio Donno
Testata: Informazione Corretta
Data: 24/08/2024
Pagina: 1
Autore: Antonio Donno
Titolo: I due blocchi e la posizione strategica di Israele

I due blocchi e la posizione strategica di Israele
Commento di Antonio Donno

Russia and China are part of the same ...
L'alleanza economico-strategica fra Cina e Russia ed i tentennamenti di una Europa debole e remissiva rappresentano un pericolo strategico per Israele che potrebbe trovarsi isolato sulla scena politica internazionale nonostante la significativa presenza di asset americani in Medio Oriente

Le prossime elezioni presidenziali americane sono molto importanti per Israele. Lo sono sempre state – questo è storicamente vero – ma oggi hanno un peso politico di grande rilievo. Il sistema politico internazionale non è più dominato, come nel passato, dal ruolo centrale degli Stati Uniti, perché le presidenze di Barack Obama hanno chiuso una lunga stagione di sostanziale predominio politico ed economico di Washington.

     Se fino al crollo dell’Unione Sovietica il mondo era diviso in due blocchi, oggi lo è in modo ancora più netto dal punto di vista politico, ma soprattutto da quello economico. Infatti, ai tempi della guerra fredda la divisione in due sistemi politici contrapposti non aveva come corrispettivo un eguale equilibrio economico, poiché l’Unione Sovietica soffriva di una grande distanza dagli Stati Uniti come ricchezza nazionale e individuale. Era soltanto l’equilibrio negli armamenti a porre sullo stesso piano Washington e Mosca, almeno sino agli anni di Reagan, quando il balzo in avanti degli Stati Uniti negli armamenti mise in definitiva crisi l’Unione Sovietica. Il predominio economico e militare di Washington era una certezza per Israele, il quale poteva contare su un alleato fidato e coerente contro i Paesi arabi, alcuni dei quali vicini all’Unione Sovietica.

      Oggi, la situazione internazionale è chiaramente mutata. Il mondo è diviso in due blocchi con caratteristiche ben diverse da quelle che lo hanno caratterizzato durante la guerra fredda. Gli Stati Uniti – come si è detto, dai tempi di Obama – non sono più la potenza dominante nello scenario internazionale, perché il duo Cina-Russia ha per alcuni versi capovolto le relazioni tra i due blocchi, sia sul piano politico, sia su quello economico. La Cina e la Russia – quest’ultima con un peso specifico inferiore alla prima – svolgono un ruolo sempre più importante in alcuni continenti o sub- continenti nei quali gli Stati Uniti svolgevano un ruolo preponderante, in particolare nell’America Latina e in Africa. In sostanza, i due blocchi sono oggi rappresentati da Stati Uniti-Europa e dal duo Russia-Cina, anche se non ha alcun senso parlare di “nuova guerra fredda”, come alcuni commentatori fanno oggi. Il confronto tra i due blocchi non ha alcun rilievo ideologico, ma esclusivamente politico-economico. In questo nuovo contesto, Israele soffre di un evidente isolamento politico.

     Benché il Paese goda oggi di un rilievo economico che lo porta a competere a livello internazionale in diversi settori, il suo legame politico con gli Stati Uniti e con l’Europa occidentale si è indebolito a causa del contenzioso militare in atto con quella parte del mondo arabo, militarmente organizzata in forma terroristica sotto il controllo dell’Iran. La Guerra di Gaza, benché sia nata come reazione all’orrendo massacro del 7 ottobre 2023, è il motivo di una critica continua da parte del mondo occidentale, che giudica l’intensa risposta militare di Israele come motivo di preoccupazione relativamente agli equilibri tra i due nuovi blocchi di potere a livello mondiale. In questa situazione, Israele è sottoposto ad una sorta di condizionamento politico da parte dei suoi alleati occidentali, benché gli ultimi episodi militari – l’attacco iraniano di qualche tempo fa – abbiano visto gli Stati Uniti, la Francia e la Gran Bretagna collaborare con Israele nel respingimento della provocazione di Teheran.

      Se consideriamo attentamente quest’ultima vicenda, possiamo trarre alcune conclusioni. L’intervento americano, francese ed inglese ha avuto un significato politico-militare ben preciso, cioè ha rappresentato un avviso molto chiaro ai due sponsor di Teheran, la Cina e la Russia, le due potenze asiatiche che usufruiscono del sostegno garantito all’Iran per spostare i propri interessi economici e, di conseguenza, politici verso il Mediterraneo Orientale.

     In questo quadro, Israele occupa una posizione strategica di estrema importanza; e, grazie a ciò, le potenze occidentali temono che il perdurare dell’intervento militare israeliano nella Striscia di Gaza finisca per rafforzare l’influenza iraniana presso le popolazioni sottoposte all’azione militare delle Israel Defense Forces. Si tratta di una situazione che è sottoposta a un vaglio diplomatico tuttora in corso, anche se Israele non può rinunciare a conservare alcune posizioni strategiche nella Striscia utili per evitare il ritorno Hamas ai confini dello Stato ebraico.

Antonio Donno
Antonio Donno
takinut3@gmail.com