Riprendiamo dal sito www.israele.net - diretto da Marco Paganoni - l'analisi di Nima Gholam Ali Pour tradotto da it.gatestoneinstitute.org dal titolo "La cosiddetta “diplomazia degli ostaggi”: quando i regimi anti-occidentali si comportano da gangster mafiosi".
Il 15 giugno, il governo svedese ha annunciato di aver portato a termine uno scambio di detenuti con il regime iraniano. Hamid Noury, un cittadino iraniano è stato rilasciato in cambio della liberazione di due cittadini svedesi, Johan Floderus e Saeed Azizi. Noury era stato condannato da un tribunale svedese per tortura e per il coinvolgimento nelle esecuzioni di massa di prigionieri politici nel carcere iraniano di Gohardasht, alla fine degli anni Ottanta, in seguito a una fatwa emessa dall’allora Guida Suprema dell’Iran, l’ayatollah Ruhollah Khomeini. Nel novembre 2019, Noury fu attirato in Svezia da alcuni iraniani con promesse di viaggi di lusso, feste e compagnie femminili. All’aeroporto di Arlanda, Noury trovò ad accoglierlo la polizia svedese e nel luglio 2022 è stato condannato all’ergastolo dal Tribunale distrettuale di Stoccolma per i crimini da lui commessi. Quanto ai due cittadini svedesi liberati, uno è Johan Floderus, un funzionario dell’Unione Europea, arrestato il 17 aprile 2022 mentre si trovava in vacanza in Iran e poi accusato di aver svolto operazioni di spionaggio per conto di Israele e di essere colpevole di diffondere la “corruzione sulla Terra”. Il pubblico ministero aveva chiesto per Floderus la condanna a morte. L’altro cittadino svedese, Saeed Azizi, al quale era stato diagnosticato un cancro quattro anni prima, si era recato in Iran, secondo quanto da lui riferito, per vendere ciò che aveva ereditato dopo la morte della madre. Atterrato a Teheran, è stato posto agli arresti domiciliari. Dopo cinque settimane, nel novembre 2023, è stato formalmente arrestato dalle autorità, accusato di avere legami con i servizi segreti svedesi e condannato a cinque anni di prigione. Le accuse contro Floderus e Azizi sono palesemente infondate. L’Iran, tuttavia, aveva già dimostrato in precedenza di essere disposto a giustiziare visitatori stranieri con accuse infondate. Un altro cittadino svedese, Habib Chaab, è stato rapito da agenti del regime iraniano in Turchia nel 2020, portato clandestinamente in Iran, condannato per aver diffuso la “corruzione sulla terra” e giustiziato nel maggio 2023. Le accuse specifiche mosse contro Chaab erano quelle di aver pianificato attacchi terroristici contro l’Iran, in collusione con il Mossad israeliano e l’intelligence svedese. Anche i cittadini di altri paesi europei e degli Stati Uniti sono finiti nelle carceri iraniane, una pratica questa (l’arresto di cittadini occidentali) ora chiamata “diplomazia degli ostaggi“. Nel settembre 2023, gli Stati Uniti hanno sbloccato 6 miliardi di dollari di fondi destinati all’Iran in cambio della liberazione di cinque cittadini statunitensi arrestati nel paese anni prima. Lo stesso dicasi per il Belgio che ha altresì negoziato lo scorso anno un accordo di scambio di prigionieri con Teheran. I governi della Svezia e di altri paesi che hanno concluso tali scambi di detenuti si sono trovati di fronte a un dilemma. Come possono non dare priorità alla vita e alla sicurezza dei loro cittadini, soprattutto quando questi sono tenuti in ostaggio da un regime che dimostra la determinazione a giustiziare stranieri? Un governo deve dare priorità alla sicurezza dei propri cittadini. È prevedibile che lo facciano tutti i governi. Uno scambio di prigionieri o una qualche forma di accordo per far uscire i loro cittadini dall’Iran sono le uniche opzioni? Il problema, ovviamente, è che gli scambi di prigionieri hanno gravi conseguenze. Hamid Noury, rilasciato dalla Svezia in cambio della liberazione di due cittadini svedesi e accolto a Teheran come un eroe, era stato condannato per gravi crimini contro il diritto internazionale: tortura ed esecuzioni di massa. Il fatto che l’Iran possa, attraverso la presa di ostaggi e l’estorsione, costringere stati di diritto come gli Stati Uniti, il Belgio e la Svezia a consegnare un criminale condannato che ha palesemente violato il diritto internazionale dimostra che i metodi da gangster, usati dai mullah iraniani e da altri, hanno evidentemente più peso del diritto internazionale. Questa tattica del “ricatto” insegna sostanzialmente agli stati canaglia che attraverso la violenza e l’estorsione possono costringere i paesi occidentali a fare concessioni, a pagare ingenti somme di denaro e a declassare e aggirare il diritto internazionale. Se uno stato prende in ostaggio visitatori stranieri e tutto il potere è nelle mani di chi rapisce il maggior numero di cittadini stranieri, di chi esercita più minacce ed è maggiormente in grado di usare la violenza (compresa l’imminente probabilità di utilizzare armi nucleari), allora il diritto internazionale presto non conterà nulla. Se i regimi canaglia non vengono ritenuti gravemente responsabili, l’Iran e stati simili investiranno in futuro ancora di più nella presa di ostaggi, nel terrorismo e in altre forme di comportamento malvagio. Vedranno che gli scambi di prigionieri arrestati arbitrariamente danno i loro frutti e inducono i paesi occidentali democratici come la Svezia a non osservare più le norme del diritto internazionale. La violenza sarà vista come il modo più facile per oltrepassare l’ordine mondiale basato su regole. Queste sono solo alcune delle conseguenze degli scambi di prigionieri dell’Iran con la Svezia e altri paesi. Se i dittatori capiscono che attraverso metodi violenti possono minare il diritto internazionale, perché non dovrebbero continuare a farlo? Alla fine, parte della colpa ricade “sull’esca”, ossia gli svedesi e altri cittadini occidentali che si recano in paesi senza legge come l’Iran e danno a quei regimi una posizione di forza da cui poter ricattare l’Occidente. La Svezia e altri paesi democratici non possono in alcun modo proteggere i diritti umani se regimi come quello iraniano possono prendere in ostaggio gli stranieri e usarli come arma di ricatto. Finché i cittadini delle democrazie occidentali continueranno a recarsi in Iran, si metteranno in pericolo, oltre a compromettere potenzialmente la sicurezza globale e il diritto internazionale. Il regime islamista iraniano, così come altri che attuano pratiche simili, non rispetta il diritto internazionale. Oltre ad avere di fatto un budget statale per sostenere il terrorismo, il regime iraniano agisce in modo illegale come il regime russo o quello nordcoreano, e in genere si comporta come i terroristi. Per quanto riguarda gli iraniani con doppia cittadinanza svedese o di altri Paesi occidentali che fanno ritorno in Iran, ci si chiede come possano farlo quando molti sono venuti in Occidente come rifugiati. Lo sono anche loro? In caso affermativo, allora, come possono poi tornare in Iran? Sono stati perdonati dal regime di Teheran? Se sì, perché? Con persone come Floderus, il problema è probabilmente la terribile decisione da lui presa. Dopo essere tornato in Svezia, l’uomo ha proposto al suo fidanzato di sposarlo. Congratulazioni, ma non sapeva che in Iran appendono gli omosessuali alle gru (si veda qui, qui e qui)? Come può un uomo, dichiaratamente omosessuale, andare in vacanza in Iran quando là l’omosessualità è un crimine punibile con la morte? Il governo svedese e quelli di altri Paesi dovrebbero proteggere se stessi e i loro cittadini lanciando moniti sulla necessità di limitare i viaggi o avvisando i cittadini che se si recano in tali paesi se la devono cavare da soli e il loro governo non sarà in grado di aiutarli. Oppure occorrerebbe vietare del tutto i viaggi in tali Paesi? Qual è il compromesso per quella che potrebbe essere definita una violazione delle loro libertà civili? Un numero maggiore di nazioni occidentali dovrà comprendere che è inaccettabile che i propri cittadini si rechino in paesi come l’Iran, che ricorre alla pratica della cosiddetta “diplomazia degli ostaggi”, e che tale pratica conferisce ai paesi che fanno ricorso a questo tipo di ricatto un eccessivo vantaggio per sfruttare l’Occidente e forse addirittura per influenzare la politica estera. Attualmente, l’Unione Europea sarebbe intenzionata a inserire il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica nella lista delle organizzazioni terroristiche. Quanti ostaggi potrebbe prendere Teheran per fermare questo processo? Sembra chiaro che la diplomazia degli ostaggi è una strategia deliberata per gli attuali regimi di Iran e Russia. E perché non dovrebbe esserlo? Funziona! I Paesi occidentali farebbero bene a comunicare questa situazione e declinare qualsiasi responsabilità per i rischi in cui potrebbe incorrere chiunque decida di recarsi in Russia, in Iran o in altre nazioni simili, nonostante l’iniquità di questa strategia da essi adottata. La diplomazia degli ostaggi deve essere fermata. (Da: it.gatestoneinstitute.org, 14.8.24)
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