Riprendiamo da LIBERO di oggi, 19/08/2024, a pag. 9, con il titolo "La marcia anti-Israele alla convention di Kamala" il commento di Maurizio Stefanini.
Maurizio Stefanini
Cinquantasei anni fa a Chicago la Convention democratica che selezionò come candidato il vicepresidente Hubert Humphrey dopo che il presidente Lyndon Johnson aveva rinunciato perchè travolto dalle polemiche sulla guerra del Vietnam videro la cronaca occupata soprattutto dalle manifestazioni di piazza che si tennero in strada contro l’intervento in Indocina, piuttosto che dall’evento. E a novembre Humphrey perse poi contro Nixon.
Di nuovo, il presidente dem in carica, Jo Biden, ha rinunciato, e la Convention che inizia oggi ancora a Chicago consacra la vicepresidente Kamala Harris mentre gli ultimi sondaggi la danno in crescita (+4% su Trump secondo il sondaggio Washington Post-ABC News). Ma è grande l’attesa e il timore per manfestazioni pro-palestinesi che minacciano di creare gravi problemi di ordine pubblico, e che rischiano di nuovo di mettere in ombra la Convention come accadde nel 1968.
E sì che i democratici ce la hanno messa tutta per fare dell’evento un’occasione di apoteosi per la candidata, tanto è che Politico ha lanciato in neologismo: “Kamala-fying the Convention”. Ossia “Kamalizzare la Convention”. Lo stesso Politico ha raccontato come poi in questo ultimo mese centinaia di dem hanno inizialmente lavorato per trasformare la conferma di Biden per la sua seconda rielezione, ma hanno poi dovuto riunire il partito intorno alla nuova candidata.
Il compito più arduo per gli organizzatori è stato riorganizzare il programma perla 59enne vice presidente, senza comunque mancare di rispetto all’81enne presidente in carica ed ai suoi 4 annidi presidenza alla Casa Bianca.
Anche perché, ha rivelato sempre Politico, citando amici e consiglieri stretti del presidente, nei giorni scorsi, Biden era ancora arrabbiato con Barack Obama, Nancy Pelosi e Chuck Schumer per il modo in cui l’hanno spinto alla rinuncia. Non, sembra, invece sia irato con la Harris.
Stando al programma, sarà comunque Biden ad aprire la Convenction. Che poi passerà la palla alla Harris che illustrerà i risultati raggiunti nei quattro anni alla vice presidenza che, per la verità, non sono stati particolarmente rosei. Ma dall’entourage di Biden, assicurano che nel discorso il presidente ribadirà di ritenere che Trump sia un pericolo per la democrazia americana: argomento centrale della sua campagna elettorale e non invece della Harris, che invece punta per lo più sull’economia.
Domani sarà poi la volta di Barack Obama, mentre il terzo presidente democratico, Bill Clinton, salirà sul palco mercoledì, che sarà anche la giornata del discorso del candidato alla vice presidenza, Tim Walz. La conclusione della Convention sarà nelle mani della vicepresidente, ora candidata Kamala Harris che parlerà giovedì.
In una Chicago blindata sono previste oltre 50mila persone alla Convention. In più si attendono almeno tre manifestazioni pro Gaza. Centinaia di agenti sono stati mobilitati da tutto l’Illinois, e il capo della polizia di Chicago Larry Snelling promette: «Il nostro piano è che tutti siano al sicuro in città e vogliamo che questo sia un successo».
Per raggiungere l’obiettivo da oltre un anno agenti ed ufficiali di polizia hanno partecipato a un addestramento speciale per affrontare proteste di piazza e disobbedienza civile.
«E ora» assicura Snelling, «la città è molto più preparata ad affrontare situazioni come quella del 2020, quando le proteste per l’omicidio di George Floyd degenerarono in incendi, razzi e rivolte nel centro della città». Non a caso, alcuni dei proprietari di negozi, uffici e locali del centro hanno deciso di chiudere con assi di legno le vetrine nei giorni della Convention democratica. . Le proteste durante la Convention sono organizzate dalla Coalition to March on the DNC, che riunisce oltre 200 gruppi, e che ha fatto causa alla città di Chicago per le limitazioni imposte, tra cui il divieto di costruire palchi e montare sound system a Union Park. Un giudice federale ha accolto la loro richiesta per palco e amplificazione, ma ha imposto ai dimostranti di ridurre il percorso delle marce previste e aumentare la distanza dall’United Center dove si svolge la Convention. Le principali manifestazioni sono state indette per lunedì a mezzogiorno a Union Park, che si trova a soli quattro isolati dal centro dove si riuniscono i democratici, e viene presentata dagli organizzatori come “la più grande manifestazione per i diritti dei palestinesi nella città di Chicago”. La seconda, invece, è indetta per giovedì, giornata conclusiva della Convention, e si terrà poco prima del discorso di Harris. Una terza manifestazione è stata indetta per mercoledì alle 15.30 dalla Chicago Coalition for Justice in Palestine. Kamala Harris è stata la prima tra i Dem a chiedere il cessate il fuoco, la prima a riconoscere il diritto dei palestinesi all’autodeterminazione e la prima ad usare un linguaggio diretto per denunciare il massacro di civili, ma quando è stata contestata da filo-palestinesi la sua risposta è stata: «Preferite Trump?».
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