Tra bufale e terrorismo
Diario di guerra di Deborah Fait
Tutto il mondo è insorto alla notizia che giovani israeliani, definiti falsamente e in modo distorto “coloni” , siano andati nel villaggio di Jid in Samaria per vendicarsi. Sono andati là, hanno bruciato delle auto, anche delle case ed è rimasto ucciso un “ragazzo” palestinese. Queste le notizie dei media italiani che hanno provocato l’orrore e l’indignazione del mondo intero. Si, quei ragazzi hanno fatto tutto questo e hanno avuto torto perché nessuno, in uno stato di diritto, può farsi giustizia con le proprie mani. Detto questo, il ragazzo palestinese ucciso era Rashid Sada, un noto nazi-terrorista del luogo, ma questo i media hanno tralasciato dal dirlo come hanno dimenticato molte altre cose, per esempio accennare al terrorismo palestinese che da molti decenni tormenta Israele facendo morti e feriti. “Certamente ispirato e appoggiato dall’Iran, il terrorismo palestinese non conosce soste e cresce negli anni. Gli attacchi con le pietre sono passati dai 3805 del 2019 ai 7589 dell’anno scorso; quelli con molotov da 839 a 1268, con armi da fuoco da 19 a 285 (dati dell’IDF). L’anno nuovo sta battendo tutti i record e purtroppo le vittime innocenti sono parecchie. Vi sono basi terroriste ormai ben stabilite da Jenin a Shehem (Nablus) con centinaia di uomini pronti a fare attentati. Le consultazioni tenute nei giorni scorsi ad Aqaba per “de-scalare” la situazione non hanno cambiato niente. Gli Usa pretendono che Israele smetta di aiutare gli insediamenti in Giudea e Samaria e di far entrare le forze dell’ordine nelle città arabe per arrestare i terroristi. Ma questo non è possibile di fronte all’intensificarsi del terrorismo palestinese e vi sono forti segnali di sofferenza da parte della popolazione israeliana bersagliata dalla violenza terrorista, come si è visto nelle reazioni all’attentato di Huwara in cui sono stati uccisi i due fratelli Hillel e Yagel Yeniv. Molti politici di tutti i partiti hanno ammonito che non bisogna farsi giustizia da sé; ma ciò richiede un maggiore impegno antiterrorismo delle forze armate” (da un editoriale del Jerusalem Post).
Aggiungo io, i quotidiani attentati e innumerevoli tentativi fortunatamente non riusciti, fatti nelle città israeliane. A Holon il 3 agosto sono state ammazzate tre persone e altre sono state ferite, a Tel Aviv se vai a bere una birra rischi di essere falciato da sventagliate di mitra, se vai a spasso ti puoi beccare una coltellata nella pancia (è successo pochi mesi fa anche a un turista italiano). In Giudea e Samaria gli israeliani che vi abitano sono attaccati ogni giorno, ogni ora, e mai che i media italiani lo scrivano. Aspettano che gli israeliani del luogo, incazzati neri, si ribellino e rendano pan per focaccia per poi urlare che Israele maltratta e uccide i poveri innocenti palestinesi. Sere fa la TV italiana ha fatto vedere un padre distrutto e piangente, che mostrava alle telecamere i documenti, perfettamente plastificati e puliti, che certificavano la nascita dei suoi due gemellini uccisi da un bombardamento israeliano.
1. Non c’è traccia di nessun bombardamento in quella zona.
2. Come detto milioni di volte Israele avvisa prima di bombardare con una marea di milioni di volantini, telefonate, avvisi su internet (dove funziona) e, se tutto questo non bastasse, prima di sganciare le bombe sui terroristi, Israele sgancia una bomba sonica, cioè praticamente un grosso petardo, innocuo per le persone, ma in grado di far scappare tutti per la paura. Se i civili non se ne vanno nonostante tutti questi avvisi, le possibilità sono due: o vogliono morire o Hamas impedisce loro di mettersi in salvo. Dalle notizie di come funziona la cinica propaganda palestinese e conoscendo la ferocia di Hamas propendo per la seconda eventualità.
Allora cosa trattiene i giornalisti che sanno tutto questo dal dirlo? Semplice, una muta complicità con i terroristi, complicità che può essere dovuta a ricatti, a paura, a ideologia antisemita o a ordini superiori. Il video della supposta morte dei poveri gemellini ha commosso il mondo e ha ingannato anche testate prestigiose come la BBC e la CNN per poi scoprire che era tutta una truffa (come infinite altre) che sfrutta la tragedia della guerra e aiuta a raccogliere soldi a palate fingendo la morte di una mamma con i suoi figliolini. Ho scritto molte volte che i media del mondo intero basano le notizie sulle fonti provenienti da Hamas. Ma quanto affidabili possono essere? Zero! Abbiamo visto per anni ciò che Pallywood è capace di fare, lo dice la parola stessa: palle, morti che si muovono e che si grattano il naso, finti feriti pitturati con maestria, funerali farlocchi con il cadavere che salta giù dalla barella, immagini prese da altre guerre (Siria, Yemen) di cui nessuno si ricorda e che mai nessuno ha condannato, infine i numeri delle vittime ingigantiti e distorti. Eppure i media credono a tutto questo, ignobilmente, sapendo di fare il lavaggio del cervello alle menti più deboli e indottrinate, diffondendo odio per gli ebrei e per Israele.
Sembra sia una missione la loro, una sporca e vile missione.
Deborah Fait