Ecco come un giornalista mente, diffondendo odio antisemita 17/08/2024
Diario di guerra di Deborah Fait
Autore: Deborah Fait
Ecco come un giornalista mente, diffondendo odio antisemita
Diario di guerra di Deborah Fait
Rifugi in Israele: sono praticamenete in ogni casa, più quelli pubblici. E sono per tutti: non ti chiedono il documento prima di entrare. Quindi non dice il vero Fabio Scuto (de Il Fatto), quando afferma che "gli arabi sono esclusi dal programma". Ed è con queste menzogne che si diffonde l'antisemitismo.
"Con discrezione, nelle città sono stati aperti i rifugi per la
popolazione, ma solo per quella ebraica. Gli #arabi di Israele restano fuori dal programma, come i drusi che non sono stati sfollati dal Golan insieme ai quasi 100.000 israeliani evacuati in questi mesi di guerra verso la costa".
Questa frase virgolettata, tratta da un articolo di Fabio Scuto, mi è stata appena segnalata da un amico che mi chiedeva se fosse possibile tutto questo. Fabio Scuto è un giornalista noto per essere non del tutto amico di Israele. A mo' di alibi dice di vivere in Israele, come quelli che, prima di sbavare odio, affermano di avere tanti amici ebrei. Essendo corrispondente del Fatto Quotidiano, forse a volte vi abita ma dimostra di non conoscere il paese o di essere talmente ostile da inventarsi le cose peggiori pur di diffamarlo. Allora vediamo un po' di chiarire questa orrenda frase e di ripristinare la verità. Appena letta mi è venuta la voglia di urlare la mia indignazione e il mio enorme schifo di fronte a tante vili e ingiuste menzogne. -Calmati, mi son detta, calmati e spiega.
Incominciamo. In ogni palazzo di ogni città israeliana esistono rifugi, a volte semplici cantine come nella casa dove io vivo, a volte veri rifugi con tanto di letti. Oltre a questo vi sono rifugi pubblici dove può e deve entrare chiunque, naturalmente senza segnalare la propria etnia, sia esso ebreo, arabo o esquimese. Chiunque può e deve ripararsi quando suonano le sirene. Non solo, se un passante, ebreo, arabo o esquimese che sia, venisse a trovarsi nei pressi di un qualsiasi palazzo di abitazioni private mentre suonano le sirene, deve entrarvi ed è accolto a braccia aperte, naturalmente. Scrivo per esperienza vissuta. Evidentemente il signor Scuto non è mai stato in Israele durante i bombardamenti con missili. Gli consiglierei l'esperienza. Gli arabi di Israele, come gli ebrei, hanno i rifugi sotto le case che abitano e, come gli ebrei, possono e devono entrare in quelli pubblici. Non devono mostrare un missile pass, nessuno deve avere il permesso, nessuno deve mostrare documenti, solo pensarlo è follia pura. Follia, menzogna e cattiveria. Non solo, i cittadini di Israele, siano essi ebrei, arabi o esquimesi, se abitano in case costruite dopo il 1990, hanno nell'appartamento il famoso maamad, cioè la camera della guerra, una camera blindata con porta e finestra a chiusura ermetica. Mi sembra addirittura ridicolo precisare queste cose ma evidentemente non lo è stato, per il giornalista, scriverle pubblicamente diffamando Israele e tutti i suoi cittadini. E ora veniamo ai fratelli drusi. "Non sono stati sfollati dal Golan", scrive Scuto. Nessuno è stato sfollato dal Golan dove vivono drusi ed ebrei indifferentemente. Il Golan non è colpito dai missili Hezbollah perché fuori dal loro tiro. È colpita invece da mesi e da anni prima del 7 Ottobre, la Galilea, i cui abitanti, nel momento in cui i terroristi hanno incominciato a lanciare droni incendiari, sono stati invitati a spostarsi verso il centro del paese. Chi voleva, nessuno era o è obbligato a farlo (a meno che la zona non sia invivibile per pericolo o distruzione delle abitazioni) ma l'invito è stato rivolto a tutti, agli abitanti dei kibbuzim come a quelli dei tanti villaggi arabi che esistono nelle zone che Hezbollah colpisce quotidianamente. Dopo il gravissimo bombardamento che è costato la morte a 12 bambini drusi che giocavano a pallone, Zahal ha consigliato gli abitanti del Golan, tutti gli abitanti del Golan, di spostarsi verso il centro del paese ma si sono rifiutati. Del resto nemmeno dai kibbuzim a ridosso del confine sono andati via tutti, finché possono resistono. Chi ha
la fortuna di avere ancora una casa non vuole abbandonarla. Nel kibbutz Sasa, noto come il kibbutz degli italiani, che si trova a pochi metri dal Libano ed è ripetutamente colpito, sono rimasti in molti, compresi i miei amici. Angelica Calò Livnè, rilascia spesso interviste alla TV italiana dal bunker della sua casa di Sasa. Fosse araba o drusa, Scuto scriverebbe che è stata estromessa dal "programma" a causa della sua etnia. Quale programma? Quello di tentare di salvare tutti gli israeliani dagli attacchi dei barbari? Quando sono stati ammazzati quei 12 bambini drusi ho scritto della vergogna dei media italiani che avevano dato poca o nessuna attenzione alla tragedia. Una vergogna tipica di molti media ma non avevo ancora letto la vergogna delle vergogne, cioè l'ignobile articolo di Fabio Scuto che supera qualsiasi silenzio voluto sulle vittime israeliane. Mi riesce difficile immaginare tanta nefasta e perversa fantasia ma è proprio così che si diffonde l'odio per Israele e per il popolo ebraico. È facile, basta una qualsiasi menzogna scritta su un giornale e il servizio è fatto perché tutti credono con estrema facilità, quasi con godimento, alle demonizzazioni di Israele. La menzogna si allarga a macchia d'olio e l'odio in egual misura, come uno tsunami, e il primo ebreo a portata di una mano antisemita, in una qualsiasi città del mondo, viene malmenato quando non ucciso.
Deborah Fait