Gli islamisti mentono
Cronaca di Amedeo Ardenza
Testata: Libero
Data: 11/08/2024
Pagina: 4
Autore: Amedeo Ardenza
Titolo: Israele attacca a Gaza e Hamas fa la vittima

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 11/08/2024, a pag. 4, con il titolo "Israele attacca a Gaza e Hamas fa la vittima ", l'analisi di Amedeo Ardenza

Secondo Hamas la scuola bombardata da Israele era un obiettivo solo civile e il raid ha provocato cento morti. Ma l'esercito israeliano smentisce: si trattava di una base dei terroristi e i morti non sono più di venti, cioè i membri della cellula terroristica che si trovava lì. I media ascoltano solo la campana di Hamas, ancora una volta. E Francesca Albanese torna ad accusare Israele di "genocidio" sfoderando il suo armamentario retorico antisionista.

Strage di civili. Bombardamento ingiustificato. Hamas, l’organizzazione terroristica specializzata nel massacro, nel rapimento e nello stupro di civili israeliani (obiettivo diretto) e maestra di scudi umani palestinesi (obiettivo secondario) ieri ha puntato il dito contro Israele. La Israel Defense Forces (Idf), accusa il gruppo jihadista, avrebbe ucciso almeno 90 civili nel bombardamento del complesso scolastico al-Tabin nel quartiere Duraj di Gaza City. Qua si nascondevano non meno di 20 terroristi, secondo le Idf; qua trovavano ospitalità numerose famiglie di sfollati palestinesi, secondo Hamas.
Fadel Naeem, direttore dell’ospedale al-Ahli a Gaza City, ha riferito all’Associated Press che la struttura sanitaria avrebbe ricevuto 70 corpi di coloro che sarebbero stati uccisi nell’attacco assieme ad arti smembrate di almeno altre dieci persone. E secondo il ministero della Salute di Gaza gestito da Hamas altre 47 persone sarebbero rimaste ferite. «Abbiamo ricevuto persone con alcune delle più gravi ferite viste dall’inizio della guerra», ha aggiunto Naeem.
Hamas ha poi escluso che nell’istituto scolastico vi fossero degli operativi del gruppo, sostenendo che i gruppi armati di Gaza seguono «la politica rigorosa» di non mescolarsi ai civili. I morti fra i gazawi sarebbero così arrivati a quota 39.790, una cifra contestata da Israele. Mesi fa anche le Nazioni Unite hanno dubitato della veridicità dei numeri forniti da Hamas.
Ieri il vicepresidente della Commissione europea, Josep Borrell, ha reagito su X all’attacco su al-Tabin: «Sono inorridito dalle immagini di una scuola di Gaza colpita da un attacco israeliano, che avrebbe causato decine di vittime palestinesi. Almeno dieci scuole sono state prese di mira nelle ultime settimane.
Non c’è giustificazione per questi massacri».
Francesca Albanese, inviato Onu per i Territori palestinesi e critica acerrima di Israele, si è spinta più in là: «Gaza è il più grande e il più vergognoso campo di concentramento del XXI secolo, Israele sta compiendo un genocidio i palestinesi un quartiere alla volta, un ospedale alla volta, una scuola alla volta ma anche una ‘zona umanitaria’ alla volta».
Parole che supportano la più bieca propaganda antisionista; in queste ore un canale televisivo iraniano ha messo in circolazione uno spot legato alle Olimpiadi di Parigi in cui si vede un atleta israeliano ripreso di spalle che viene accolto dai colleghi degli altri paesi che gli porgono gentilmente la mano (prima bugia). Uno alla volta, gli atleti si guardano la mano appena entrata in contatto con l’israeliano con orrore; lo raggiungono nello spogliatoio e si puliscono la mano da lui sporcata di sangue sulla sua tuta bianca e celeste. Lo spot si conclude con un dettaglio della Stella di Davide che sanguina. Uno spot niente male per un regime che da anni dichiara la propria intenzione di distruggere lo stato ebraico, che lo scorso aprile ha lanciato 300 fra missili e droni contro il territorio dello stesso e che da dieci giorni promette che attaccherà di nuovo.
La tensione in tutta la regione resta dunque altissima: Israele continua a dare la caccia ai terroristi di Hamas mentre dal sud del Libano Hezbollah continua a bombardare il nord d’Israele colpendo indiscriminatamente obiettivi arabi ed ebraici, civili e militari. In questo quadro, con la Casa Bianca «molto preoccupata», Joe Biden spera ancora che il governo d’Israele e Hamas possano trovare una tregua, giovedì, che passi dalla liberazione dei 115 ostaggi israeliani nelle mani del gruppo terrorista dal 7 ottobre 2023. Uno dei forum per la liberazione dei rapiti è tornato ad accusare il premier Benjamin Netanyahu di cercare la loro liberazione solo a parole: «Se Netanyahu continua a tirare perle lunghe, se non conclude subito un accordo che preveda il rilascio di tutti, riceveremo in cambio solo cadaveri, se mai ce ne saranno», ha dichiarato Einav Zangauker, il cui figlio Matan è detenuto a Gaza. Sempre ieri il ministero degli Esteri egiziano ha affermato che l’«uccisione deliberata», di civili palestinesi a Gaza è la prova della riluttanza di Israele a porre fine.

L’esercito di Netanyahu spiega: «Noi non abbiamo colpito civili. La zona era diventata un covo di attentatori»

Yoav Gallant, ministro della Difesa israeliano. Per l'IDF non c'è stata strage di civili, ma un bombardamento mirato contro una base dei terroristi.

Israele respinge le accuse di Hamas secondo cui avrebbe provocato una strage – più di 90 morti – bombardando sabato la scuola al-Tabin di Gaza City. Dapprima le Israel Defense Forces (Idf) hanno spiegato che la scuola in questione era diventata un nuovo quartier generale di Hamas. In secondo luogo hanno spiegato di aver colpito il complesso scolastico con tre missili di precisione inadatti a causare gli ingenti danni denunciati dall'organizzazione terroristica. Le Idf hanno quindi riferito che l’attacco ha preso di mira il piano inferiore, riservato agli uomini, della moschea situata all'interno del complesso, dopo che è stata confermata la presenza di terroristi sorvegliati da diverse settimane. Inoltre, si legge ancora nella loro nota «le Idf si sono assicurate che non ci fossero donne o bambini nelle vicinanze prima di effettuare l'attacco». In un ormai consolidato esercizio di trasparenza, le Idf hanno anche diffuso dapprima le immagini del bombardamento quindi i nomi, i volti e i ruoli organizzativi dei 19 presunti terroristi di Hamas e del Jihad islamico palestinese (Pij) eliminati nel bombardamento. Non è la prima volta che la guerra fra Israele e Hamas esonda dal letto delle operazioni militari allagando ogni campo della comunicazione. Hamas, per esempio, parla di quasi 40mila gazawi uccisi dalle Idf in questi mesi di guerra mentre le Idf rivendicano di aver ucciso 15mila militanti di Hamas. Le Idf, che proprio ieri hanno reso noto di aver perso 689 effettivi dallo scorso 7 ottobre mentre altri 4.303 militari sono rimasti feriti, hanno smentito di aver mai bombardato il cortile dell’ospedale di Shifa nel novembre 2023 odi aver attaccato un accampamento di sfollati lo scorso 28 maggio a Rafah. Quella notte Israele aveva bombardato un commando palestinese non lontano dalle tende: l’improvviso e potente rogo che divampò in pochi minuti fu attribuito alla presenza di un deposito di munizioni di Hamas che preso fuoco nel bombardamento. La strategia del gruppo terroristico di farsi scudo dei civili gazawi è d’altronde molto ben documentata: non si tratta solo di riservare l’uso delle centinaia di chilometri di tunnel scavati sotto alla Striscia di Gaza agli uomini di Hamas, ma di usare le scuole, le moschee, gli ospedali come anche le abitazioni private dei civili palestinesi come punti di partenza dei tunnel o come depositi di armi. Anche la “gestione” degli ostaggi è affidata gazawi come si è visto lo scorso 8 giugno quando le Idf hanno liberato quattro israeliano trattenuti nell’abitato di Nuseirat, un affollato campo profughi nel cuore di Gaza. Le immagini dei mesi scorsi degli assalti ai convogli umanitari appena entravano da Israele nella Striscia sono poi la prova che Hamas fa incetta anche degli aiuti che la comunità imternazionale invia ai gazawi. Stretta fra l’incudine di Hamas e il martello israeliano, la popolazione palestinese della Striscia soffre. Ma mentre al-Jazeera, il canale satellitare del Qatar – il cui governo finanzia Hamas – è stata colta «mani nel sacco» mentre censurava le critiche di gazawi contro i soprusi dei terroristi, venerdì, riferiva il Jerusalem Post, il giornale saudita al-Marsd ha pubblicato il video di un palestinese di Gaza che afferma: «Salvateci da Ha mas prima che dagli ebrei. Mi appello a ogni coscienza vivente: questi sono commercianti nel nostro sangue». 

 

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