Riprendiamo dal GIORNALE di oggi 09/08/2024 a pag. 12 il commento di Fiamma Nirenstein con il titolo: "Ora colpire duro per non essere ancora vittime".
Fiamma Nirenstein
C’ è qualcosa di eversivo per quanto è paradossale nel fatto che Israele funga da anatra nello stagno mentre l’Iran e gli Hezbollah, oltre ai vari altri degni proxy, con lo sfondo russo-cinese, si allenano e sbraitano la distruzione di Israele, che la stiano contrattando con gli USA, discutendone con la Russia, occhieggiandola con la Cina, mentre Israele guarda e aspetta. Nella realtà Israele si prepara ad ogni evento, ha ormai un’ottima preparazione bellica, servizi segreti e fronte interno che sanno cosa dire alla popolazione, che vive la vita di ogni giorno tranquilla. Gallant aggiusta il tiro al Nord, promette agli Hezbollah che faranno una brutta fine se ci si provano; Netanyahu promette un attacco molto decisivo all’Iran se si fa avanti. Ma il fatto è che Iran e Hezbollah non parlano di vendetta, ma della loro stessa ragione di vita, distruggere Israele.
Si tratta dell’avanzare di un progetto vecchio, concreto, che ha accumulato armi modernissime di ogni tipo e un odio religioso (niente a che fare con condividere la terra) capace di decapitare i neonati, stuprare, bruciare, rapire. Non domani e basta: sempre, da anni, e di più ancora dal 7 di ottobre, data onorata e promossa dai due offesissimi protagonisti, il cui seguito è stato, per iniziativa iraniana, un bombardamento continuo anche sul nord di Israele da cui sono stati sfollati più di centomila cittadini. Essi non torneranno mai più a casa per essere presi di mira ogni giorno per sempre prevedendo anche come promesso l’ingresso sanguinoso delle truppe feroci di Nasrallah, uguali e peggiori di quello di Hamas.
Anche ieri Naharyya, Shlomi, Matsuva sono stati bombardate. Di ieri 19 feriti sono stati colpiti dai droni, gli stessi che l’Iran da a Putin contro l’Ucraina. Uno è in condizioni gravissime. Ieri i cieli dell’Iran occidentale sono stati sgomberati per far posto alle esercitazioni sofisticate dei missili delle basi di Defzul, Kermanshah, Shiraz, un’esercitazione di masse di missili. Il capo di stato maggiore iraniano Abdolrahim Mousavi ha detto: “Il regime sionista riceverà un colpo forte e definitivo. Esso stesso capisce che va veloce verso la distruzione e non potrà salvarsi dall’annichilimento”. Chi non si stupisce leggendo questa dichiarazione, ha ragione: la strategia iraniana è chiara, gli Hezbollah sono il loro scudo geografico e la loro arma mentre l’Iran è all’ultimo stadio della costruzione della bomba atomica.
Se per caso avesse accettato in queste ore di lasciare andare avanti gli Hezbollah (“vai avanti cretino”?) questo non stupirebbe, l’Iran tiene alla sua flotta fantasma che scavalca le sanzioni e commercia 135milioni di barili di petrolio al giorno specie con la Cina e con la Russia. Questa flotta deve cessare i suoi traffici illegali, si possono fermare anche le strutture di Bandar Abbas, le istallazioni di Kharg. Beirut ieri ha subito due bombe soniche dei jet israeliane. E dunque, perché non andare avanti? La popolazione iraniana è in gran parte soggetta alla prepotenza di un regime che odia, come anche la gente del Libano in gran parte non vuole essere lo strumento di guerra dei pazzi terroristi Hezbollah. Questo Israele lo sa, e sa fare distinzioni. Ma vale la pena di nuovo di cercare un accordo irraggiungibile? Questo convincerebbe la gente di Israele a tornare a Kiriat Shmone? Ragionevolmente, no. E un bell’accordo con l’Iran che gli fornisca col permesso degli USA di abolire le sanzioni e accumulare i soldi per la bomba atomica ci rassicurerebbe?
In queste ore tutto il mondo parla del concerto cancellato in Austria a causa delle minacce di morte degli integralisti islamici. Israele non è un concerto, è lo Stato del Popolo ebraico, per sempre, non si può cancellare. Non si può cancellare ciò che il mondo dei fanatici islamisti odia, ovunque. E allora è l’ora di rendersene conto.
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