Riprendiamo da LIBERO di oggi, 06/08/2024, a pag. 3, con il titolo "L'Iba insiste: Khelif ha cromosomi maschili", la cronaca di Tommaso Lorenzini
Saranno molti i round supplementari al “caso Khelif-Lin”, le due pugili finite, per la discussa e ancora non definita appartenenza di genere, al centro del dibattito (serio, semiserio ma di certo social, come dimostra il video pubblicato ieri da Maddalena Corvaglia: «Un uomo che si identifica in una donna... Fermiamo questa follia, ora»). «Sono femmine», quindi ammesse alla competizione con le altre ragazze secondo il Cio; «sono maschi», come insiste l’Iba, l’International Boxing Association, in un quadro nel quale è stata ipotizzata perfino una «Guerra ibrida russa sul caso Khelif» (titolo da Repubblica), sebbene non si capisca che interesse abbia il Cremlino a destabilizzare quell’Algeria che è il suo principale partner nel Maghreb (interscambi su tutto, dalle materie prime agli armamenti per miliardi di dollari).
E proprio ieri i vertici Iba hanno indetto un’improvvisata conferenza stampa a Parigi: il presidente russo Umar Kremlev in videochiamata (alle sue spalle icone sacre, in contrasto con la blasfema Ultima Cena), in presenza il direttore esecutivo Chris Roberts, l’ex capo della commissione medica Ioannis Fillipatos, il presidente del comitato degli allenatori Gabriele Martelli. A turno, hanno spiegato che «l’algerina Imane Khelif, 25 anni, e la taiwanese Lin Yu-ting, 28 anni, erano tra le quattro pugili sottoposte a un esame del sangue effettuato da un laboratorio di Istanbul il 17 maggio 2022 durante il campionato Mondiale, dopo alcune richieste di altri pugili, allenatori e medici. I risultati, resi noti il successivo 24 maggio, erano “avversi”». L’Iba continua, spiegando che «un secondo esa me del sangue è stato effettuato il 17 marzo 2023 su Khelif e Lin da un altro laboratorio prima del Mondiale di Nuova Dheli, dal quale sono state squalificate dopo gli esiti arrivati il 23 maggio». Il motivo? Sono stati confermati i risultati del controllo precedente: «I test mostrano che sono uomini», ha detto Kremlev, «è stato rilevato un cariotipo anomalo, sono stati rilevati i cromosomi XY nei campioni di entrambi gli atleti». Poi l’attacco diretto a Bach e al Cio, che vista la sospensione dell’Iba stanno gestendo i tornei olimpici a Parigi: «Stanno cercando di fare di tutto per distruggere le competizioni sportive femminili. Se l’Iba fosse stato in carica, questo non sarebbe successo. Stanno sporcando la boxe femminile».
Roberts ha aggiunto che «sappiamo che le due pugili hanno lavorato duramente per inseguire i loro obiettivi» e che «questa è una situazione difficile per tutti», tuttavia, per motivi di privacy «non possiamo fornire dettagli sui risultati delle analisi del sangue, ma che le persone possono leggere tra le righe», spiegando che che l’Iba è stata contattata da Algeria e Taiwan affinché «non siano divulgate ulteriori informazioni sulle due pugili» («Perseguiremo legalmente chiunque offenda Imane», ha scritto su X il ministro dello Sport algerino, Abderrahmane Hammad).
Kremlev, che ha definito Bach «un sodomita», rincara: «I test dimostrano che sono uomini, c’è un alto livello di testosterone. Non verifichiamo cosa hanno tra le gambe. Non sappiamo se sono nati così o se sono stati fatti dei cambiamenti». Mentre Martelli avverte: «Il nostro sport è pericoloso, dove c’è un vantaggio sleale la gente potrebbe morire».
Intanto Khelif e Lin sono a medaglia e in semifinale: stasera (alle 22.34) l’algerina contro la thailandese Suwannapheng (66 kg); domani la taiwanese contro la turca Yildiz (57 kg). E Khelif, all’emittente algerina SNTV ha dichiarato: «È stata dura dopo il match con Carini, contro di me si è scatenata un’onda di bullismo».
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