Putin è il vero vincitore dello scambio, dichiara Trump
Analisi di Carlo Nicolato
Testata: Libero
Data: 03/08/2024
Pagina: 14
Autore: Carlo Nicolato
Titolo: Kamala gode, Putin pure. Liberati spie e assassini

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 03/08/2024, pag. 14, con il titolo "Kamala gode, Putin pure. Liberati spie e assassini", l'analisi di Carlo Nicolato. 

Carlo Nicolato
Carlo Nicolato

Il giornalista Evan Gershkovich tornato in libertà assieme ad altri 15 prigionieri tenuti in ostaggio nelle galere russe. Biden e Kamala Harris festeggiano la vittoria. Ma è contento anche Putin: spie e terroristi russi tornano in patria accolti come eroi. Non ha torto Trump quando afferma che il vero vincitore dello scambio è proprio Putin.

Quello di giovedì sera è stato salutato come lo scambio di prigionieri tra Stati Uniti e Russia più importante dalla fine della Guerra Fredda. Biden lo ha definito un «capolavoro di diplomazia», uno scambio «assolutamente storico», mentre la sua vice, nonché da ieri «candidata ufficiale Dem alla Casa Bianca», Kamala Harris, ha fatto notare, con una dichiarazione totalmente fuori dalla realtà, quanto sia essenziale un presidente che capisce il potere della diplomazia. C’è mai stato un presidente più confusionario di Biden nei rapporti internazionali tra gaffe, imprudenze e mancanza di diplomazia?
Ma questo non è nemmeno il punto, in realtà il solenne video che ritrae lui e la sua vice sulla pista di atterraggio in attesa di ricevere gli ostaggi liberati spiega molto di più di quanto successo di mille commenti. Un avvenimento che in altri momenti sarebbe avvenuto senza particolare pubblicità, anche perché in cambio sono stati rilasciati spie e fiori di criminali ricercati per anni, si è trasformato in uno show elettorale con tanto di famiglie in lacrime, picchetto d’onore e discorso presidenziale. Qualche dubbio in proposito? Pensate che nello stesso momento dall’altra parte, a Mosca, il presidente russo Vladimir Putin faceva esattamente la stessa cosa di Biden e Harris, cioè accoglieva all’aeroporto con famiglie, fiori e picchetto i prigionieri rilasciati dall’Occidente, e trasformava dunque l’evento diplomatico in uno show propagandistico.

IL PEGGIO DEL PEGGIO

Mentre Biden abbracciava il giornalista del Wall Street Journal, Evan Gershkovich, Putin stringeva al petto Vadim Krasikov, il sicario dell'FSB che stava scontando l'ergastolo in Germania per aver assassinato un dissidente ceceno di origine georgiana. Mentre Biden a Washington garantiva che lui non smetterà di lavorare «finché ogni americano ingiustamente detenuto o tenuto in ostaggio in tutto il mondo non sarà riunito alla propria famiglia», in Russia giornali governativi come la Rossiyskaya Gazeta e la Komsomolskaya Pravda titolavano “Riportiamo a casa i nostri ragazzi!”. E che ragazzi, oltre a Krasikov è stata rilasciata la spia Vadim Konoshchenok, accusato dagli Usa di cospirazione e riciclaggio, gli agenti segreti Mikhail Valerijevicj Mikusji, che lavorava all'Università di Tromso fingendosi un ricercatore brasiliano, e Pavel Rubtsov, arrestato in Polonia dove si fingeva giornalista spagnolo e si faceva chiamare, Pablo Gonzales, nonché i truffatori seriali Roman Valerevich Seleznev e Vladislav Klyushin, quest’ultimo condannato a Boston per una serie di truffe che gli hanno fruttato circa 93 milioni di dollari attraverso transazioni di titoli basate su informazioni aziendali riservate rubate dalle reti informatiche statunitensi. Non sorprende dunque che Donald Trump abbia commentato la notizia con la stessa moneta elettorale, mettendo perfino in dubbio la liceità dell’operazione che rischia di rappresentare «un cattivo precedente per il futuro». «Quando pubblicheranno i dettagli dello scambio di prigionieri con la Russia? Quante persone prendiamo rispetto a loro? Li stiamo anche pagando in contanti? Ci stanno dando soldi (per favore cancellate questa domanda, perché sono sicuro che la risposta è no)? Stiamo liberando assassini, killer o delinquenti?».

ESTORSIONE

Queste le lecite domande che il tycoon si è subito posto sul suo social Truth alla quale la Casa Bianca ha di fatto risposto escludendo che ci sia stato uno scambio di denaro. «Sono solo curioso» ha poi puntualizzato Trump, «perché non facciamo mai buoni affari, in niente, ma soprattutto negli scambi di ostaggi. I nostri “negoziatori” sono sempre un imbarazzo per noi!».
«Ho riportato a casa molti ostaggi» ha quindi rivelato, «e non ho dato un soldo al Paese avversario. Farlo è un brutto precedente per il futuro. È così che dovrebbe essere, o questa situazione peggiorerà sempre di più. Stanno estorcendo denaro agli Stati Uniti d’America. Stanno chiamando lo scambio “complesso”, così nessuno può capire quanto sia grave!».
Trump ne fa una questione economica, semplificando di molto la questione, ma il costo che gli Usa hanno pagato per la liberazione degli ostaggi in chiave elettorale è stato pagato con la moneta della credibilità, quella complessità cui fa cenno il tycoon che avrebbe dovuto suggerire a duo presidenziale di trattare la vicenda come qualsiasi altro scambio di prigionieri.

 

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