Riprendiamo da LIBERO di oggi, 28/07/2024, a pag. 1/7, con il titolo "Toti darà battaglia con una sua lista per le regionali" il commento di Pietro Senaldi.
Pietro Senaldi
Giovanni Toti si è dimesso da presidente della Regione ma resta ancora tale nei cuori di molti liguri. Gli arresti, lunghi e sotto il profilo del diritto poco comprensibili, il ricatto sulla libertà, il passo indietro forzato dalla magistratura hanno avuto un effetto di rilancio sull’immagine dell’ormai ex governatore. Soprattutto in queste ore immediatamente successive all’addio, che poi proprio un addio non è.
L’indagato pare infatti intenzionato a presentare per le Regionali, che plausibilmente si terranno il 17 novembre, in concomitanza con il voto di Emilia-Romagna e Umbria, la propria lista, che ha appositamente ribattezzato: non più “Cambiamo con Toti presidente” ma “Lista Toti Liguria”.
Lo farà anche se dovesse, come pare certo, essere rinviato a giudizio a breve. Quattro anni fa lo schieramento aveva ottenuto il 22%, risultando il primo partito. Oggi, che il leader non si può più candidare a governatore, quel risultato appare alquanto difficile da raggiungere, ma c’è chi è pronto a scommettere su una risposta d’orgoglio di molti liguri all’arroganza dei magistrati, che hanno deciso di sfilare la sedia al presidente che i cittadini si erano scelti democraticamente. Quella lista potrebbe essere un grido di battaglia, una resistenza alle Procure in nome dei principi della Costituzione, che vengono spesso messi in secondo piano rispetto alle esigenze, ai progetti e alle manovre di chi dice di volerla difendere. Un messaggio che la regola della tripartizione dei poteri vale anche per quello giudiziario.
In teoria, Toti potrebbe anche candidarsi, perfino se i magistrati non lo liberassero, e la sinistra che voleva (Pd) o che ha (Verdi e Sinistra) candidato la carcerata Ilaria Salis non potrebbe neppure protestare. È difficile però che l’ex presidente si esponga in prima persona per il Consiglio Regionale. Si vedrà in seguito, nell’eventualità che il voto lasci libero qualche scranno in Parlamento, per le eventuali suppletive. In ogni caso, l’uomo non punta a un posto adesso. L’ex governatore cerca l’assoluzione da parte dei liguri, attraverso una consacrazione nell’urna della sua lista, e una via, un progetto da concordare con tutto il centrodestra. Il guaio è che, per la verità, nei partiti della maggioranza non tutti sembrano favorevoli alla lista Toti. C’è chi teme che il nome dell’ex governatore ancora in lizza possa scatenare la magistratura, sempre pronta a produrre nuove carte quando sente odore di politica.
ORE CONVULSE
Queste sono ore molto convulse per la politica ligure. Ignazio La Russa ed Edoardo Rixi si sarebbero incontrati ieri per parlare di chi candidare alla Regione. Il viceministro e il presidente del Senato sono di fatto i plenipotenziari per la Liguria, rispettivamente di Lega e Fdi.
Sono soprattutto loro che devono trovare un nome sul territorio, che poi i leader di partito approveranno a Roma, da dove Forza Italia, per bocca del vicepremier, Antonio Tajani, ha avanzato la candidatura di Carlo Bagnasco, l’ex sindaco di Rapallo, che però pare più che altro un nome di bandiera, fatto per tenere il punto, tant’è che lo stesso interessato ha dichiarato che la scelta migliore sarebbe un candidato civico.
La pensa allo stesso modo Rixi, che pure molti nel centrodestra, e più d’uno anche nella Lega, continuano a indicare come il candidato ideale, il solo in grado di vincere, malgrado il suddetto continui a rilasciare dichiarazioni nelle quali spiega di non essere interessato alla corsa, argomentando il rifiuto con il fatto che il suo nome polarizzerebbe tutta la sinistra contro di lui. Il leghista, negli incontri riservati che ha, pare si sia lasciato sfuggire di avere il nome giusto, ma non l’ha ancora fatto. Forse deve sondare, o convincere, il suo candidato.
Potrebbe trattarsi del presidente dell’Acquario di Genova, Giuseppe Costa, oppure del rettore dell’università di Genova, il savonese Federico Delfino, che però non sembrerebbe molto interessato.
Ma non è escluso che ci sia una terza carta, ancora coperta. Come in realtà non è del tutto tramontata l’ipotesi di Rixi.
Può dipendere anche dal modo con cui glielo si chiede. Se non gli si facesse capire che si arriva a lui perché è «l’unico nome sul tavolo» per togliere le castagne dal fuoco alla coalizione ma Giorgia Meloni e Matteo Salvini si impegnassero in prima persona per chiedergli il passo avanti. Opzione al momento difficile, perché il leader leghista non vuole privarsi del suo braccio destro al ministero.
Una candidatura civica, specie se un profilo moderato e davvero non politicizzato, avrebbe il potenziale vantaggio di spaccare l’opposizione.
Potrebbe ottenere il sostengo dei renziani o dei calendiani, fondamentalmente contrari ad appoggiare l’ex ministro Andrea Orlando, l’uomo al momento individuato dal campo largo. L’esponente del Pd, di La Spezia, peraltro non convince anche molti altri a sinistra. I dem in Liguria sono spaccati da sempre tra genovesi e levantini. Ferruccio Sansa poi, il candidato sconfitto da Toti quattro anni fa e oggi sempre più vicino, se non altro come linea, ai grillini, pare abbia velleità di ripresentarsi.
POPOLARITÀ IN ASCESA
Un passo avanti, nell’individuazione del profilo del centrodestra, dovrebbe esserci se e quando Toti recupererà la libertà, forse già giovedì o venerdì prossimo. L’ex presidente, grazie a una popolarità in ascesa, ha un peso nel centrodestra che vorrà giocarsi anche nella scelta del suo successore che, qualora si optasse per qualcuno della sua lista, potrebbe essere anche l’onorevole Ilaria Cavo, uscita linda dall’inchiesta dei pm e campionessa di preferenze nelle Regionali di quattro anni fa proprio grazie al traino di Toti.
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