27/5/02 Diritti umani violati
Amnesty 2002 contro Israele
Testata:
Data: 25/05/2002
Pagina: 8
Autore:
Titolo: Medio Oriente e diritti umani: iniziativa di Amnesty
L’unità del 25 maggio a pagina 8 pubblica un breve trafiletto dal titolo: "Medio Oriente e diritti umani: iniziativa di Amnesty".

Le giornate di Amnesty 2002, che si svolgono oggi e domani in molte città italiane, saranno dedicate ai temi della crisi israeliano-palestinese.

L’ultimo anno e mezzo di violenza e terrore nei territori mediorientali ha mostrato più che mai che, se per conseguire pace e sicurezza si sacrificano i diritti umani, non vi saranno né pace né sicurezza.

I diritti umani devono avere un ruolo fondamentale nella risoluzione dei problemi che questa crisi porta alla luce. L’impegno di Amnesty dimostra sempre più la centralità dei diritti umani. Le conseguenze del loro mancato rispetto hanno causato una catena di odio e di abusi. Il ricavato delle Giornate Amnesty servirà a finanziare le attività del movimento. Per poter continuare a tradursi in interventi concreti per la realizzazione di campagne, ottenere libertà per i prigionieri di opinione, processi equi e rapidi per tutti i prigionieri politici, l’interruzione incondizionata di esecuzioni, tortura, sparizioni, omicidi, Amnesty ha bisogno del sostegno economico dei suoi iscritti e di tutti gli appartenenti alla società civile. Presso le centinaia di tavolini presenti nelle principali città italiane quest’anno sarà possibile sostenere Amnesty International iscrivendosi al movimento. Si potrà contribuire attraverso una donazione, in due modi: scegliendo l’offerta speciale con iscrizione e la t-shirt "Impegnati per i diritti umani", oppure acquistando solo la –shirt.

La lettura dell’articolo dovrebbe essere esaustiva per comprendere l’orientamento politico di Amnesty International sul tema della crisi mediorientale.

Ci limitiamo dunque ad alcune brevi osservazioni.


1) Che il dito accusatore sia puntato su Israele è evidente; ogniqualvolta i soldati israeliani ai check-point fermano e perquisiscono i palestinesi (giustamente, considerato che dai Territori provengono la maggior parte dei kamikaze) tutti sono pronti a gridare alla violazione dei diritti umani. Analoga reazione si riscontra quando vengono controllate le ambulanze, all’interno delle quali spesso sono stati trovati esplosivi ed armi sotto il lettino del malato. Con buona pace per il rispetto dei "diritti umani"!!
2) Il binomio pace e sicurezza, diritto sacrosanto di ogni popolo, è stato l’obiettivo perseguito dal premier israeliano, fin dall’inizio del suo mandato, ma per questo non ha mai sacrificato i diritti umani.
Sorseggiare un caffè in un bar senza finire a brandelli non rientra nella classifica dei "diritti umani" per Amnesty International?

3) Lodevole l’intento di far cessare esecuzioni, torture ecc. Sarebbe però estremamente interessante se qualche funzionario facesse un giro – oltre che nel campo profughi di Jenin – anche nei Territori amministrati dall’ANP, dove il primo che alza un dito per esprimere il suo dissenso nei confronti del Raiss viene messo in carcere senza processo!
I "collaboratori" invece vengono torturati ed uccisi in pubblico, così tutti imparano.

4) Fra le t-shirt e i volantini nei banchetti di Amnesty manca un poster che in questi giorni il quotidiano Maariv recapita a chi lo desidera. E’ l’esempio più crudo ed esplicito dei diritti umani violati.
Vi sono riportate 415 fotografie con l’indicazione dei nomi ed del giorno della loro morte.
Sono 415 innocenti civili israeliani: neonati e bambini, ragazzi e ragazze, poliziotti e soldati tutti assassinati negli attacchi terroristici dal 27 settembre 2000 al 2 aprile 2002.
In alto una didascalia:
"How many must die before the terror is stopped"?




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