Hezbollah fa ottima propaganda... su BBC News
Editoriale del Jerusalem Post
Testata: israele.net
Data: 21/07/2024
Pagina: 1
Autore: Redazione Jerusalem Post
Titolo: Hezbollah fa ottima propaganda, e il mondo non capisce cosa sono i nemici da cui Israele deve difendersi

Riprendiamo dal sito www.israele.net - diretto da Marco Paganoni - l'editoriale del Jerusalem Post, dal titolo "Hezbollah fa ottima propaganda, e il mondo non capisce cosa sono i nemici da cui Israele deve difendersi".

Hezbollah threatens to fire on new Israeli targets | Hezbollah News | Al  Jazeera
Hamas e Hezbollah non sono gruppi di “resistenza”, sono terroristi animati dall'odio verso lo stato ebraico e le loro attività colpiscono indiscriminatamente i civili: israeliani, palestinesi, libanesi
Martine Croxall intervista Yaakov Katz per BBC News World e giustifica gli attacchi Hezbollah: “Sono solo preoccupati per i palestinesi”

Questa settimana, durante un’intervista al nostro ex direttore Yaakov Katz, la conduttrice di BBC News World Martine Croxall ha affermato che Hezbollah sta attaccando Israele unicamente per compassione verso la sofferenza palestinese. “Sappiamo perché Hezbollah si comporta in questo modo. L’hanno detto: perché sono tanto preoccupati per l’enorme numero di civili palestinesi che sono morti a causa delle azioni di Israele”. Questa affermazione solleva alcune questioni. Innanzitutto sì, è vero che Hezbollah sostiene di agire per un senso di empatia verso i palestinesi. Tuttavia, proclama anche che “la lotta incessante contro il nemico israeliano” è uno dei suoi due principi fondamentali. La sua Carta costitutiva pone l’accento sulla “resistenza” contro Israele come principio basilare con l’obiettivo di eliminare lo stato israeliano, oltre a quello di fondare uno stato islamico in Libano. Inoltre, non si può dimenticare che gli attacchi di Hezbollah contro Israele precedono di molto l’attuale guerra tra Israele e Hamas. Questi attacchi fanno parte di un’ostilità che dura da decenni. Non è che stanno reagendo per compassione verso la condizione dei palestinesi. Ancora una volta, i palestinesi vengono usati come pretesto da parte di un’organizzazione terroristica per giustificare le sue azioni contro Israele. Cosa ancora più importante, le parole di Croxall non sono logiche. A suo dire, i terroristi lanciano razzi dal Libano contro il nord di Israele, ad esempio uccidendo una giovane coppia di civili israeliani come è avvenuto la scorsa settimana, come forma di solidarietà con il popolo palestinese. Come stanno assieme le due cose? In che modo assassinare una coppia di civili nel nord di Israele allieverebbe le condizioni dei palestinesi a Gaza? L’argomento non regge. Ma riflette bene una rilevante questione più generale: la comunità internazionale non ha idea di ciò che Israele si trova ad affrontare. Sebbene la solidarietà verso i palestinesi faccia parte della tradizionale retorica di Hezbollah (e di quella dell’Iran e di tutti i nemici giurati di Israele), la verità è che i suoi attacchi contro Israele sono guidati da interessi animati dall’odio. Bisogna riconoscere a Hezbollah che fanno un ottimo lavoro di pubbliche relazioni. Inquadrando i loro attacchi come “solidarietà verso i palestinesi”, possono contare su un sostegno più ampio e allo stesso tempo promuovere gli interessi strategici iraniani. In effetti, molti spesso dimenticano che Hezbollah riceve un enorme sostegno finanziario, militare e logistico dall’Iran. Gli interessi geopolitici dell’Iran sono ciò che guida le azioni di Hezbollah, compresi i suoi attacchi contro Israele. Quando si vedono queste grandi manifestazioni in tutto il mondo che invocano la distruzione di Israele (“dal fiume al mare”), si è portati a pensare che si tratti di persone animate da senso di umanità che si schierano dalla parte dei più deboli, per così dire. Queste persone vedono Hamas e Hezbollah come movimenti di resistenza che si battono contro ciò che percepiscono come l’occupazione e l’aggressione israeliana. Entrambi sono i “gruppi” più attivi e militanti che attaccano Israele, e di conseguenza le loro azioni vengono romanticizzate come fossero una legittima “resistenza”. Il paradosso è che queste persone si oppongono al danno inflitto a civili innocenti sostenendo a piena voce gruppi che del colpire civili innocenti hanno fatto da sempre la loro strategia d’elezione. Ci sfugge la logica di questa posizione.Criticare le politiche e le azioni israeliane è perfettamente legittimo. Lo facciamo in abbondanza qui in Israele e qui sul Jerusalem Post. Ma questo non ha niente a che fare con il glorificare e romanticizzare spietati terroristi. In fondo, è anche il risultato di un insuccesso d’immagine da parte degli israeliani che per troppo tempo hanno dato per scontato che tutti, sulla scena internazionale, capissero da sé quanto sia importante discernere i terroristi estremi, colmi di odio e di antisemitismo. Spiegare alla gente la vera natura di Hamas e Hezbollah, a partire dalle loro attività terroristiche, le violazioni dei diritti umani e il loro terribile impatto su civili innocenti, potrebbe attenuare il sostegno alle organizzazioni terroristiche da parte dei nuovi devoti fan pro-palestinesi. Se l’impatto negativo di queste organizzazioni su Israele non basta per insinuare dubbi, basterebbe che la gente considerasse come gli abitanti di Gaza e del Libano patiscono sotto il loro controllo oppressivo. Hamas usa scudi umani e nasconde depositi di armi e lanciarazzi nelle scuole e negli ospedali, sopprime la libertà di parola ed è nota per incarcerare, torturare e giustiziare i suoi oppositori politici. Hezbollah, dal canto suo, non solo ammassa armi ed esplosivi in edifici residenziali, ma agisce con violenza contro gli oppositori e il suo intervento armato in Siria a sostegno del sanguinario regime di Assad ha arrecato ulteriore instabilità e minacce alla sicurezza all’interno del Libano stesso, tutte cose che non l’hanno minimamente toccato giacché, a differenza di Israele, non si preoccupa dei civili, né propri né altrui. Questi sono terroristi. Le loro azioni perpetuano infiniti cicli di violenza che si traducono in vaste distruzioni, sofferenze e sfollamenti per le popolazioni civili. Questo è ciò che Israele deve cercare di comunicare. Altrimenti potremmo vincere la guerra, ma perdere davanti al tribunale dell’opinione pubblica. (Da: Jerusalem Post,19.7.24)

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