L’odio cieco dei giudici, deliri sull’occupazione
Commento di Fiamma Nirenstein
Testata: Il Giornale
Data: 21/07/2024
Pagina: 12
Autore: Fiamma Nirenstein
Titolo: L’odio cieco dei giudici, deliri sull’occupazione

Riprendiamo dal GIORNALE di oggi 21/07/2024 a pag. 12 il commento di Fiamma Nirenstein con il titolo: "L’odio cieco dei giudici, deliri sull’occupazione".


Fiamma Nirenstein

Corte Internazionale di IN-Giustizia. Dopo l'accusa di genocidio, ora condanna Israele per la presenza di ebrei in Giudea e Samaria, considera solo la visione del mondo dell'Autorità Palestinese. Perora la causa dell'autodeterminazione, ma alla Corte non importa se l’autodeterminazione è quella di Hamas, di uccidere tutti gli ebrei.

Che piacevole brivido, il consenso su un luogo comune acquisito, gli artigli legali sull’”Occupazione” “Occupation” “Kibbush”… il più saldo e condiviso pregiudizio: Israele è un occupante illegale ha detto  l’ICJ, Alta Corte onusiana che batte così sul bollente incudine dell’antisemitismo mondiale. Già un paio di mesi fa decise che Israele ha caratteristiche genocide, quale maggior piacere di presentare al mondo intero una sentenza che Hamas ha subito ritenuto un dono di cui ringraziare, e di cui i palestinesi dell’Autorità nazionale palestinese hanno dichiarato che si tratta di una storica svolta? “Occupation”: basta dirlo e sei un difensore degli oppressi e i diseredati. Sei per il diritto all’autodeterminazione, parola magica. Non importa se l’autodeterminazione è quella di Hamas, di uccidere e scavare gallerie dove incatenare ostaggi come è accaduto nel 2005 con lo sgombero. Non importa se non sai la storia: António Guterres dopo la giornata di sterminio del 7 ottobre, allungò l’occupazione e “la sofferenza palestinese” a 75 anni fa, cioè alla nascita sancita dall’ONU dello Stato Ebraico. E allora perché non al 1917, al 1920, Balfour, San Remo, ai tanti documenti in cui la legalità internazionale ha trasformato l’ovvia appartenenza di Israele alla terra che vede gli ebrei suoi pertinaci protagonisti dai tempi della Bibbia in Stato.

Ma questo è negato da tutti quelli che appiccicano su Israele etichette: colonialismo, suprematismo bianco, imperialismo, anche apartheid, in regalo. Tutto nella mente popolare è “occupazione” non importa se gli ebrei stanno là dai tempi del re David, e se il concetto di occupazione che esiste solo nel caso di due stati sovrani con confini riconosciuti qui non c’entra niente. Il solito giudice dell’ICJ Nawas Salam, con quattordici dei quindici giudici a maggioranza automatica, allenato a leggere con tediosa lentezza centinaia di pagine di bugie, l’ex ambasciatore libanese all’ONU che già aveva dichiarato Israele paese di apartheid, è così equidistante da non vergognarsi di giudicare un Paese con cui il suo è in guerra (ieri 45 missili sulla Galilea). Nel 1967 Israele fu costretto per motivi di autodifesa vitale, come sempre nelle sue guerre, a entrare nell’area amministrata dalla Giordania, mai stata territorio palestinese, né mai i confini giordani erano stato riconosciuti tali. Se si dovesse ricostruire i motivi di autodeterminazione, Israele avrebbe ottime carte, ma chi lo farà mai.

L’area ha legami storici molto solidi con la storia ebraica. Chi ha voglia, legga la Bibbia, non con intenti messianici ma storiografici, o impari che dall’Impero Romano in avanti, durante i Califfati, o l’Impero Ottomano. gli ebrei mai se ne sono andati dalla loro terra. Anche dopo la caduta di Masada gli ebrei rimasero maggioranza per 600 anni. Anche col ‘67 non appare una risoluzione che dichiari che i territori sono “occupati”, o appartengono ai palestinesi. Invece Israele subito si offrì di ritirarsi, ma i famosi “tre no” di Khartum del 29 agosto lo bloccarono. Le risoluzioni ONU in merito stabilivano che solo un accordo fra le parti avrebbe portato a una risoluzione sui “territori disputati”. Quanto a coltivare la terra e a costruire case, le limitazioni stabilite dagli accordi di Oslo, sempre un accordo ad interim che non assegnava le terre a nessuno e le divideva in tre zone, rispettano la legge internazionale: si può farlo in territori non privati. Israele dopo Oslo ha sgombrato le sue forze civili e militari: l’Autonomia Palestinese è una vera autonomia, e nel 2005 Gaza è stata sgombrata del tutto. Il risultato, mentre fallivano tutti i tentativi di Israele di cedere territorio, compresa Gerusalemme est, è stato missili da Gaza e attentati da ogni parte, compresa la Seconda Intifada. L’intenzione palestinese non è mai stata quella di costruire uno stato accanto a Israele come da accordi di Oslo, dimostratisi vuoti e illusori per la sicurezza, ma di eliminare Israele. Anche l’ICJ certo non mira alla pace, ma favorisce il vantaggio armato di Hamas e dell’Autorità nazionale palestinese.

 

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