Riprendiamo da LIBERO di oggi, 20/07/2024, a pag. 16 con il titolo "Gli Houthi colpiscono Tel Aviv, l’Aja condanna Israele" la cronaca di Mirko Molteni.
Mirko Molteni
L’esplosione che ieri notte, alle 3.12, ha squassato Tel Aviv è giunta mentre Israele si sente in contrasto col resto del mondo. Al mattino s’è capito che l’ordigno che aveva colpito un appartamento nella città, uccidendo una persona e ferendone otto, era un drone lanciato dai ribelli yemeniti Huthi, armati dall'Iran. La vittima era lo sfortunato ebreo bielorusso Yevgeny Ferder, 50 anni, trasferitosi in Israele dopo l'inizio della guerra in Ucraina.
È scoppiata la polemica dato che l'Aeronautica israeliana ha fallito nell'intercettare il drone. In realtà i sistemi antiaerei e antimissile Arrow e Iron Dome hanno funzionato abbattendo altri quattro ordigni. L’attacco sferrato a partire dallo Yemen, 1800 km più a Sud, contava un missile balistico e quattro droni. Il missile e tre dei droni sono stati distrutti, ma il quarto è filtrato tra le maglie della difesa. Si parla di «errore umano», poiché «l’allarme non è stato dato in tempo«, e l’aviazione ebraica aggiunge: «Non sarebbe dovuto accadere».
Per il portavoce degli Huthi, Yahya Saree, il drone era «del nuovo tipo Yafa, capace di eludere i radar». È la prima volta che si nomina tale ordigno.
Il velivolo senza pilota è arrivato sulla città provenendo dal mare. Ciò fa pensare che, prima di deviare a Est verso Tel Aviv, si sia tenuto sul Mar Rosso, arrivando al Mediterraneo passando sopra il Sinai, territorio egiziano.
Il portavoce delle forze armate israeliane, contrammiraglio Daniel Hagari ha spiegato: «Era probabilmente un drone Samad-3, armadi fattura iraniana potenziata per aumentarne il raggio d'azione». Il Samad-3 è uno dei vari droni che l'Iran ha fornito agli Huthi e forse il nome Yafa è un espediente per confondere le acque.
Piccolo aereo senza pilota lungo 2,8 metri e con apertura alare di 4,5 metri, porta 40 kg di esplosivo ed è spinto da un motore a elica, che può essere di produzione tedesca o cinese. Con modesta velocità di 250 km/h, può volare fino a 8.000 metri di quota e la sua autonomia iniziale di 1.500 km, insufficiente a raggiungere Israele dallo Yemen, è stata ampliata a oltre 1800 km grazie a modifiche. Sulla falla nell'ombrello antiaereo, Hagari ha aggiunto: «La difesa aerea non è impenetrabile. Valuteremo quale sarà la risposta offensiva contro coloro che minacciano Israele». Anche il ministro della Difesa Yoav Galant ha promesso: «Regoleremo i conti con chiunque danneggi lo Stato di Israele o diriga il terrore contro di esso». Ciò fa pensare che Israele possa attuare attacchi aerei o infiltrazioni di commandos in Yemen, affiancandosi agli anglo-americani che da mesi attaccano le basi yemenite. Rafforza l'ipotesi il fatto che l'esercito ebraico abbia diffuso un rapporto che quantifica in «oltre 200 i droni e missili lanciati dallo Yemen dal 7 ottobre 2023», a sottolineare l'emergenza.
Intanto, dopo l'affronto a Tel Aviv, Israele ne subisce un altro dalla Corte internazionale di giustizia dell’Aja, che ieri ha stabilito: «La politica di insediamento di Israele nei Territori palestinesi viola il diritto internazionale». Per il presidente della Corte, Nawaf Salam, «gli atti di Israele, tra cui la confisca di terreni a seguito della demolizione di proprietà palestinesi per la riassegnazione agli insediamenti israeliani, indicano che queste misure non hanno carattere temporaneo e non sono ammissibili ai sensi della Quarta convenzione di Ginevra».
Salam tuttavia, ha fatto notare Hillel Neuer, di UN Watch, come rappresentante del Libano alle Nazioni Unite, votò per ben 210 volte contro Israele, contribuendo nel frattempo a bloccare risoluzioni di condanna per violazioni dei diritti umani contro la Bielorussia, Cuba e la Siria, sostenendo per ben 11 volte l’Iran.
In pratica, gli israeliani dovrebbero sgombrare la Cisgiordania. Il ministro israeliano della Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir ha definito «antisemita e politica» la Corte dell'Aja, mentre il premier Benjamin Netanyahu ha rincarato: «Il popolo ebraico non occupa la propria terra, né la nostra capitale eterna Gerusalemme, né la terra dei nostri avi in Giudea e Samaria».
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