Riprendiamo da LA REPUBBLICA di oggi, 12/06/2024, a pag. 7, con il titolo "Agli europei la difesa aerea di Kiev. Gli Usa: Asset russi, c’è l’accordo", il commento di Tonia Mastrobuoni e Paolo Mastrolilli.
BERLINO - NEW YORK — Tre temi hanno prevalso a Berlino alla prima giornata della Conferenza sulla Ricostruzione dell’Ucraina, anche in vista dell’imminente G7 in Puglia e della Conferenza per la pace in Svizzera del prossimo fine settimana: il nodo degli aiuti, le modalità di sfruttamento degli asset russi congelati in Occidente, e l’importante interrogativo su come irrobustire la difesa aerea ucraina. Sul primo punto Ursula von der Leyen ha annunciato losblocco di 1,5 miliardi di euro di interessi sui beni immobilizzati a luglio. E secondo fonti Ue, il G7 potrebbe anche dare il via libera alla proposta americana di versare a Kiev 50 miliardi di prestiti garantiti dai proventi futuri di quegli asset. Il portavoce della Casa Bianca, John Kirby, presentando gli obiettivi del presidente Biden al G7 ha confermato che «sbloccheremo l’uso dei beni russi congelati per finanziare l’Ucraina». Non è sceso nei dettagli, ma ha aggiunto che «ci sarà un annuncio, fatto all’unanimità». Quindi Kirby ha rivelato che il G7 «imporrà nuove sanzioni alla Russia, per limitare le sue esportazioni e la capacità di procurarsi materiali e mezzi per continuare la guerra». Proprio sulla guerra, il presidente ucraino Zelensky è tornato a spiegare agli alleati quanto sia cruciale una difesa efficace. E su quest’ultimo punto, si delinea una novità rilevante. Nel corso di un panel, Zelensky ha sottolineato quanto è importante uno scudo nei cieli: «È il terrore dei missili e delle bombe ad aiutare la truppe russe a progredire sul terreno». Finché la Russia non sarà privata della possibilità di terrorizzare l’Ucraina, secondo il leader ucraino, «Putin non avrà alcun interesse a cercare una pace equa». Una difesa aerea robusta, dunque, è l’unica risposta plausibile. Poi, ringraziando la Germania per i tre nuovi sistemi Patriot annunciati ieri dal cancelliere Olaf Scholz, e l’Italia per il sistema Samp/T che arriverà presto («questione di settimane», ha dichiarato il ministro degli Esteri Antonio Tajani), Zelensky ha aggiunto una frase che ha sollevato interrogativi. Al di là dei Patriot e dei Samp/T, a Berlino è stata «presa una nuova decisione che riguarda la difesa aerea », ha rivelato Zelensky. Che si è poi sottratto a chi chiedeva ulteriori ragguagli, aggiungendo solo che «alcuni dettagli vanno discussi a bassa voce, finché non sono definitivamente decisi». Secondo un’autorevole fonte tedesca si lavorerebbe per costruire «un’alleanza di Paesi in base all’articolo 51 dello statuto dell’Onu», quello che garantisce il diritto all’autodifesa e al sostegno di un Paesi aggredito illegalmente. E questi Paesi «si farebbero carico della difesa antimissilistica per determinate aree dell’Ucraina, perché l’Ucraina sia maggiormente in grado di impiegare le sue forze sul fronte orientale». In altre parole, si tratterebbe di un’alleanza di Paesi disposti a difendere una porzione di spazio aereo ucraino dai loro territori per coprire le spalle alle truppe impegnate a respingere gli assalti russi sul fronte Est. Per fare un esempio: la Polonia potrebbe farsi carico di difendere una porzione di spazio aereo «fino a dentro quello ucraino», aggiunge la fonte, senza specificare però quali Paesi potrebbero aver dato il via libera a un’intesa così dirompente. Una proposta del genere era stata avanzata all’ultima Conferenza di Monaco da un gruppo bipartisan di parlamentari tedeschi. Quanto agli asset congelati, è stata von der Leyen ad annunciare che al G7 italiano si discuterà «come l’Ucraina possa beneficiare ancora più dei beni russi immobilizzati. Lo abbiamo sempre detto che la Russia deve essere ritenuta responsabile dei suoi crimini». La Ue aveva già fatto un primo passo a maggio, con l’intesa sull’uso dei rendimenti sui beni congelati: un tesoretto potenziale da 2,5-3 miliardi di euro all’anno. Ora con l’eventuale annuncio del G7 si andrà oltre.
Per inviare la propria opinione alla Repubblica, telefonare 06/49821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante
rubrica.lettere@repubblica.it