Riprendiamo da LIBERO di oggi, 12/06/2024, a pag. 10, con il titolo "Germania: AfD e sinistra contro Zelensky" la cronaca di Daniel Mosseri.
Daniel Mosseri
L’Ucraina «sarà sempre grata alla Germania» per il sostegno di questi mesi. Lo ha affermato il presidente dell’ex Repubblica socialista sovietica, Volodymyr Zelensky, rivolto ai deputati tedeschi. La maggioranza dei rappresentanti del popolo tedesco ha caldamente salutato il capo dello stato straniero ma al Bundestag c’erano anche molti banchi vuoti. Per AfD, il partito sovranista tedesco forte di 77 deputati, in aula c’erano solo 4 parlamentari. Netta la note della leadership del partito: «Ci rifiutiamo di ascoltare un oratore che indossa una divisa mimetica: l’Ucraina non ha bisogno di un presidente di guerra ma di un presidente di pace che sia disposto a negoziare in modo che le morti si fermino e il Paese abbia un futuro». Dello stesso avviso Sahra Wagenknecht, già capogruppo dei socialcomunisti della Linke e da pochi mesi fondatrice dell’Alleanza Sahra Wagenknecht (BSW), un nuovo partito comunista e nazionalista che punta all’uscita della Germania della Nato e al ripristino di buoni rapporti fra Russia e Germania.
Una narrativa che ha trovato orecchie attente presso gli elettori tedeschi, specialmente quelli dei Länder orientali forti di relazioni culturali e commerciali con Mosca costruite e sviluppate nei 40 anni di vita della Ddr: alle europee di domenica scorsa AfD ha portato a casa il Bundestag (LaP) 15,9% dei consensi con punte del 31% in Sassonia mentre alla sua prima gara elettorale il BSW ha chiuso con un confortevole 6,2% su base nazionale.
Consapevole di giocare in un campo parzialmente ostile, Zelensky si è detto «preoccupato per la crescita della propaganda pro-russa» che ha definito «dannosa» per l’Occidente, quindi ha assicurato che Kiev porrà fine alla guerra con la Russia «alle proprie condizioni». Zelesnyky ha parlato al Bundestag mentre a Berlino circa 2.000 delegati da 60 paesi partecipavano alla Conferenza perla Ricostruzione dell’Ucraina. Fra questi il ministro italiano degli Esteri Antonio Tajani che ha impegnato Roma a ricostruire e proteggere le infrastrutture civili ucraine attraverso sistemi di difesa aerea annunciando «un nuovo pacchetto» da 140 milioni di euro per iniziative anche su salute, settore umanitario, agricoltura, e sminamento. Mentre Berlino aiutava Mosca, il servizio di sicurezza russa Fsb accusava l’Ucraina di pratiche terroristiche: «Il nemico sta intensificando gli sforzi con il sostegno degli Stati Uniti e di altri paesi della Nato per perpetrare attacchi terroristici». Allo scopo «stanno cercando e reclutando autori di crimini di alto profilo, anche tra i lavoratori migranti», ha affermato il direttore del Fsb, Aleksander Bortnikov.
Se l’Ucraina sbraccia, la Russia non sta certo ferma: «Secondo la decisione del presidente della Federazione Russa (Vladimir Putin), è iniziata la seconda fase delle esercitazioni delle forze nucleari non strategiche», ha affermato il ministero della Difesa in una nota pubblicata su Telegram.
Nelle esercitazioni le unità delle forze armate di Russia e Bielorussia si addestreranno fianco a fianco. E per ricordare soprattutto agli americani che la Russia è ancora una potenza globale, Mosca ha annunciato che varie unità della Marina russa arriveranno oggi a Cuba per condurre esercitazioni nell’ambito della cooperazione internazionale.
Per inviare a Libero la propria opinione, telefonare: 02/99966200, oppure cliccare sulla e-mail sottostante
lettere@liberoquotidiano.it