Riprendiamo da LIBERO di oggi, 10/06/2024, a pag.1 con il titolo "Il vento di Giorgia arriva a Bruxelles" l'editoriale di Mario Sechi.
Mario Sechi
Siamo di fronte a un Big Bang: la destra in Europa avanza, il balzo del Rassemblement National di Marine Le Pen in Francia ha indotto Emmanuel Macron a sciogliere il Parlamento; in Germania la maggioranza del cancelliere Olaf Scholz è al tappeto, AfD è il secondo partito. La rottura degli equilibri interni a Parigi e Berlino apre uno scenario nuovo. Non è solo una questione di numeri, è un enorme problema politico: come governare l’Unione europea senza escludere chi de facto chiede di cambiare e ha vinto le elezioni.
Questi fatti sono una sorpresa solo per il piccolo establishment politico-editoriale che da anni racconta una realtà parallela.
Il voto europeo ha la potenza di una reazione veemente a decenni di dominio culturale e politico delle élite progressiste, è il rifiuto dei dogmi, della pedagogia senza libera scelta, è la caduta dei nuovi totem che nascondono la vecchia ideologia totalitaria, è «l’uomo dimenticato» in rivolta contro le élite.
L’Italia è il laboratorio politico più avanzato di questo cambiamento e la formula di governo tra Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia ne esce rafforzata. La surreale campagna sul «pericolo fascista», gli appelli pensosi degli intellettuali, l’allarme dei gazzettieri della sinistra sulla censura, le articolesse piangenti su TeleMeloni, le cronache cupe sulla dittatura, hanno ottenuto un grande risultato: il centrodestra cresce, la sinistra è in frantumi (il Pd di Elly Schlein ha cannibalizzato il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte), Giorgia Meloni è ancora più forte e si appresta a giocare un ruolo chiave nel nuovo assetto dell’Unione europea. Vedremo il peso del premier già la prossima settimana nel G7 in Puglia e nel vertice Nato in programma negli Stati Uniti a luglio.
Dopo quasi due anni di governo, con la guerra in Ucraina e in Medio Oriente, in uno scenario finanziario con prezzi caldi e alti tassi di interesse, in un mondo uscito a pezzi dalla pandemia, senza più un ordine e in piena de-globalizzazione, qualcuno si attendeva una caduta del consenso per il governo, un contraccolpo dell’acceso dibattito su guerra e pace. Tra destra e sinistra, gli elettori hanno scelto di nuovo «Giorgia».
Per inviare a Libero la propria opinione, telefonare: 02/99966200, oppure cliccare sulla e-mail sottostante
lettere@liberoquotidiano.it