Riprendiamo da LIBERO di oggi, 08/06/2024, a pag. 15 con il titolo "Putin evoca l'apocalisse nucleare" la cronaca di Mirko Molteni.
Mirko Molteni
Sull'onda delle celebrazioni dello sbarco in Normandia del 1944, indiscrezioni di “ufficiali” al quotidiano inglese Telegraph fanno trapelare la nuova strategia della Nato per migliorare l’afflusso in Europa di truppe americane da inviare sui confini orientali in caso d'attacco russo, anche se ieri il presidente russo Vladimir Putin ha smorzato un po' i timori nucleari: «Non abbiamo bisogno dell'atomica per vincere in Ucraina, anche perché abbiamo a cuore la salute dei nostri soldati» (forse in riferimento alle radiazioni).
ARSENALI IN CRESCITA
«Per quanto riguarda l’uso, o il non uso, di armi nucleari, abbiamo una dottrina nucleare che spiega tutto», ha dichiarato nel suo intervento alla sessione plenaria del Forum economico di San Pietroburgo. «Ma questa dottrina è uno strumento vitale. Stiamo a vedere cosa accade nel mondo intorno a noi e non escludiamo di apportare alcuni cambiamenti. Questo vale anche per i test di armi nucleari».
Gli risponde a stretto giro Pranay Vaddi, direttore senior per il controllo degli armamenti della Casa Bianca, anticipando che gli Usai continueranno ad adeguare la loro posizione nucleare finché Russia, Cina e Corea del Nord rimarranno sulla stessa traiettoria di sviluppo di arsenali nucleari. Ma «gli Stati Uniti dovranno continuare ad adeguare la propria posizione e le proprie capacità per garantire la propria forza di deterrenza e raggiungere altri obiettivi in futuro».
Già nel 2022, iniziato il conflitto russo-ucraino, i soldati americani nel nostro Continente salirono da 80mila a 100mila. Finora si prevedeva che gli americani sbarcassero nei grandi porti dell'Olanda, ad esempio Rotterdam, per poi raggiungere in treno la Polonia attraverso la Germania.
Ora, data la vulnerabilità dei porti olandesi ai missili russi, la Nato espanderà le vie dei rinforzi Usa con «corridoi di terra» verso l'Est a partire da porti in Italia, Grecia, Turchia e Norvegia. Dai porti italiani, che intuibilmente sarebbero Genova, Livorno e Trieste, data la loro maggior vicinanza all'Europa Centrale, le truppe americane percorrerebbero corridoi in Slovenia, Croazia e Ungheria fino all'Est. Dai porti di Turchia e Grecia, le colonne transiterebbero da Bulgaria e Romania.
Dalla Norvegia arriverebbero alla nuova lunga frontiera della NATO, quella finlandese, attraverso la Svezia.
Ha commentato il generale tedesco Alexander Sollfrank, capo del comando movimentazione truppe dell'alleanza, il Joint Support and Enabling Command, (JSEC): «Abbiamo visto la Russia attaccare con missili le basi logistiche ucraine. Come hanno insegnato anche le guerre in Afghanistan e Iraq, non sono più possibili basi troppo grandi. Ci vogliono resilienza, riserve e ridondanza. Ma sappiamo che la difesa aerea è sempre scarsa».
Per diluire, quindi, ondate di missili russi su pochi e vulnerabili porti d'approdo, se ne aumenta il numero.
Ancor oggi, le truppe americane vantano depositi d'armi e munizioni come quello di Miesau, vicino Ramstein, in Germania, e quello, nuovissimo, aperto nel 2023 a Powidz, in Polonia.
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