Riprendiamo da LIBERO di oggi, 08/06/2024, a pag. 14, con il titolo "Follia ONU: mette Israele nella lista dei killer di bimbi", la cronaca di Amedeo Ardenza
Laburisti e conservatori, partiti ortodossi askenaziti e sefarditi, liste arabe e liste russofone, e poi ancora libertari, centristi e nazionalisti religiosi. In Israele, Paese dalla legge elettorale proporzionale, ognuno dice la sua. E così fa anche Benny Gantz che venerdì ha annunciato la sua quasi uscita dal gabinetto di guerra: se dimissioni saranno si saprà stasera.
La pausa di riflessione presa da Gantz, già capo di stato maggiore e leader centrista del partito Unità Nazionale, tira dentro la tenzone politica israeliana un nuovo partito: quello del Qatar. Nelle ore in cui Gantz preparava il suo passo indietro, la diplomazia di Doha è andata in pressing su Hamas chiedendo all’organizzazione terrorista di accettare l’accordo sponsorizzato dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden per una tregua con Israele.
Difficile che i tagliagole di Gaza accettino visto che il piano non prevede la fine definitiva delle ostilità ma i qatarioti, scrive il Jerusalem Post, avrebbero dato l’aut aut: o siglate le tregua con Israele oppure lasciate gli hotel a sei stelle di Doha e imparate a fare meno dei generosi versamenti in petroldollari. Se Hamas dovesse piegare la testa, l’uscita di scena di Gantz sarebbe intempestiva.
Da settimane l’ex generale chiede a Netanyahu di condividere un piano per Gaza nel dopo Hamas: il punto non è capire se assegnare il controllo di un valico all’Ue o permettere all’Autorità palestinese di dire la sua. Per Gantz è importante mettere nero su bianco che sul lungo termine Israele non creerà insediamenti nella Striscia ossia che non tornerà alla situazione precedente all’agosto del 2005 quando l’allora primo ministro israeliano Ariel Sharon dette ordine di uscire dall’enclave palestinese, cancellando ogni traccia della presenza ebraica, dalle serre alle sinagoghe.
A spingere per un ritorno a Gaza sono invece i due partiti nazional-religiosi, discussa ala destra del sesto governo di Bibi.
Già la semplice sigla di una tregua con Hamas potrebbe farli uscire dalla maggioranza.
E proprio alla tregua punta anche il segretario di Stato americano Antony Blinken. Atteso in Israele, Giordania, Egitto e Qatar, Blinken «sottolineerà l'importanza che Hamas accetti la proposta quasi identica a quella approvata da Hamas il mese scorso», ha sottolineato il portavoce del Dipartimento di Stato Matthew Miller. Gantz si sente ringalluzzito dal sondaggio del giornale Maariv che lo indica come premier preferito dal 42% degli elettori, otto punti di più dei sostenitori di Bibi, mentre il suo partito Unità Nazionale porterebbe a casa 27 seggialla Knesset contro i 20 del Likud del premier.
Mentre Gantz si interroga se sia meglio tentare di disarcionare Bibi o se accontentarsi di strapparlo all’abbraccio delle destre, Israele è stato informato che le sue forze armate, le Idf, sono finite nella “lista della vergogna” dell’Onu, l’elenco cioè dei Paesi e organizzazioni che commettono le peggiori violazioni contro i bambini. A oggi l’elenco comprende l’Isis, Al Qaeda, Boko Haram, e Paesi come Russia, Afghanistan, Iraq, Myanmar, Somalia, Yemen e Siria.
L’annuncio del segretario generale, Antonio Guterres (che ha incassato il plauso del portavoce dell’Anp Nabil Abu Rudeineh), ha scatenato l’ira dell’ambasciatore israeliano a New York, Gilad Erdan, che si è detto «scioccato e disgustato». Poco dopo è arrivata la reazione di Bibi: «Oggi l’Onu si è aggiunta alla lista nera della storia unendosi a coloro che sostengono gli assassini di Hamas. Le Idf sono l’esercito più morale del mondo; nessuna decisione delirante delle Nazioni Unite cambierà questo fatto». Situazione non meno complicata al nord d’Israele per il pericolo imminenti (lancio di missili e droni) in arrivo dal sud del Libano. A Gaza invece le Idf hanno preso pieno controllo della Philadelphia Route, la strada che corre lungo il confine fra l’Egitto e la Striscia. Ieri le Idf hanno anche affermato che nella scuola dell’Unrwa colpita il giorno prima a Gaza fra le condanne della comunità internazionale non c’erano né bambini né insegnanti ma che sono stati rinvenuti i corpi di nove operativi di Hamas.
Per inviare a Libero la propria opinione, telefonare: 02/99966200, oppure cliccare sulla e-mail sottostante
lettere@liberoquotidiano.it