Ostaggi israeliani e terroristi imprigionati 06/06/2024
Commento di Michelle Mazel
Autore: Michelle Mazel

Ostaggi israeliani e terroristi imprigionati
Commento di Michelle Mazel 
(Traduzione di Yehudit Weisz)
https://israel247.org/otages-israeliens-et-terroristes-emprisonnes-87517.html

Manifestazione per la liberazione dei prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane. Tuttavia, questi possono essere visitati dalla Croce Rossa e dalle loro famiglie, possono studiare all'università e ricevono anche un salario dall'Autorità Palestinese. Gli ostaggi israeliani a Gaza (quelli ancora vivi), prigionieri di Hamas, non hanno tutti questi privilegi. Vivono ogni giorno il loro inferno in terra.

Nel 1890 La Croix, quotidiano “cristiano e cattolico” fondato nel 1883, si autoproclamava “il giornale più antisemita di Francia”. Per fortuna i tempi sono cambiati, anche se la linea generale è filo-palestinese e fortemente critica nei confronti di Israele. Il 4 giugno il quotidiano dedica la sua copertina alla “Prigione nascosta di Sde Teiman” e pubblica un editoriale dal titolo “Israele e i diritti dei prigionieri.”  Leggiamo: “Alle tragedie che continuamente colpiscono la popolazione di Gaza, dobbiamo ora aggiungere i maltrattamenti inflitti ai prigionieri palestinesi detenuti in Israele.”

Tuttavia, i prigionieri palestinesi in Israele beneficiano di condizioni eccezionali: visite della Croce Rossa e delle famiglie, la possibilità di studiare all'università e un sostanzioso stipendio pagato dall'Autorità Palestinese. Dunque, di cosa parla La Croix con tanta indignazione? Di Sde Teiman, che è una prigione militare dove sono detenuti dei terroristi che hanno torturato, violentato, massacrato e rapito degli israeliani il 7 ottobre, la maggior parte dei quali aveva pubblicato online le proprie “prodezze.” Loro ora sono in attesa di processo. L'esercito israeliano sostiene che i detenuti vengono trattati adeguatamente e ha ordinato un'indagine sulle accuse di maltrattamenti. Si noti che il 25 maggio, una delle soldatesse incaricate di sorvegliare questi prigionieri ha sporto denuncia per i gesti allusivi che quelli facevano nei loro confronti.

Nel frattempo, degli israeliani rapiti da Hamas il 7 ottobre restano ancora nelle tetre carceri dell'organizzazione terroristica, in preda a fame e freddo, a maltrattamenti e ad abusi sessuali. Quanti di loro sono ancora in vita, e in quali condizioni? Nessuno lo sa. Né la Mezzaluna Rossa Palestinese né la Croce Rossa Internazionale si sono preoccupate della loro sorte. Hanno mai chiesto ad Hamas il “permesso” per andare ad accertarsi che venissero trattati secondo questo famoso “diritto umanitario” di cui tanto sentiamo parlare? La presa di ostaggi è una violazione del diritto umanitario e un crimine di guerra. Queste sono delle considerazioni che difficilmente preoccupano le organizzazioni terroristiche in generale e Hamas in particolare. Tanto più che nei confronti di a quest’ultimo le condanne sono piuttosto riluttanti. Il Consiglio di Sicurezza dell'ONU non è ancora riuscito a elaborare una risoluzione sufficientemente priva di contenuto tale da evitare di provocare un veto cinese o russo. Così troppi ostaggi muoiono nel silenzio e nell'oblio. Sappiamo già che quarantacinque di quelli che furono presi vivi, sono morti. Ma come? È difficile saperlo, perché i loro torturatori non hanno fretta di restituire le loro spoglie. Il che permette loro di affermare che alcuni sono stati uccisi dai bombardamenti israeliani. La qualcosa non è impossibile sapendo che Hamas utilizza gli ostaggi come scudi umani – un’altra violazione del diritto umanitario e della legge in generale. Ovviamente questo è impossibile da verificare. Questo è un ennesimo esempio della vile guerra psicologica a cui si dedica l'organizzazione terroristica e che mira ad aumentare la sofferenza delle famiglie.

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