Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 06/06/2024, a pag. 1/4, l'analisi di Giulio Meotti dal titolo: "D-Day e 7 ottobre".
A marzo, il fotoreporter palestinese Azaiza, che nel frattempo ha lasciato Gaza per il Qatar, aveva scritto su Instagram, dove ha più di diciotto milioni di follower (più di Biden), che non pensava che le atrocità del 7 ottobre da parte dei terroristi di Hamas dovessero essere condannate senza una condanna anche di Israele. In un’intervista del 12 marzo al telegiornale della Rts svizzera, un giornalista gli ha posto la domanda se Hamas fosse una organizzazione terroristica. Azaiza ha glissato e risposto: “Ogni giorno ci sono dei palestinesi che sono stati uccisi dagli israeliani nei territori occupati. E nessuno dice che gli israeliani sono terroristi”. Risposta perfetta. Lui si difende così dalle accuse: “Sono oggetto di campagne diffamatorie da parte dei sionisti”. Per la verità, oltre ai “sionisti”, lo accusano anche i politici della maggioranza macroniana. In una lettera, i deputati della maggioranza hanno denunciato “una scelta incomprensibile e inappropriata” e chiesto il ritiro del premio. “Azaiza non soddisfa i criteri per essere premiato”, criticano i deputati, in una lettera firmata congiuntamente con il gruppo dell’Assemblea nazionale sulla lotta all’antisemitismo. “L’assegnazione del Premio della Libertà 2024 a Motaz Azaiza da parte della regione della Normandia, in parallelo con le commemorazioni dell’80esimo anniversario della Liberazione, solleva la domanda: non esiste una discordanza tra gli ideali sostenuti dal fotoreporter palestinese e la visione storica della regione, segnata dalla resistenza al nazismo e dalla lotta contro l’antisemitismo?” si chiede invece il Journal du dimanche. Nassim Lévy, leader della comunità ebraica della Normandia, in una lettera ai leader della regione, ha definito la scelta di Azaiza “immorale e inappropriata”. La Federazione internazionale dei giornalisti ha invece difeso la scelta del premio. Pagina 1 Domenica, il rabbino Menachem Margolin, che dirige l’Associazione ebraica europea con sede a Bruxelles, ha commentato: “Nell’anniversario dello sbarco alleato per liberare l’Europa dal flagello del nazismo, viene onorato uno che risiede in Qatar e glorifica gli spregevoli assassini e incita all’odio. E’ un altro segno della perdita di una bussola morale che si sta diffondendo in tutto l’occidente”.
Ma ora si sa, Israele è nazista e quelli di Hamas sono i nuovi maquisard, i partigiani. A Rouen, in Normandia, qualche giorno fa intanto è stata incendiata una sinagoga. Jean-Luc Mélenchon ha appena affermato che “contrariamente a quanto dice la propaganda ufficiale, l’antisemitismo resta residuale in Francia”. Residuale? Durante la cena del Consiglio di rappresentanza delle istituzioni ebraiche di Francia, a Parigi il 6 maggio, il premier Gabriel Attal ha rivelato che in Francia sono stati registrati 366 atti antiebraici nel primo trimestre del 2024, con un aumento del 300 per cento rispetto ai primi tre mesi del 2023. “Per la prima volta dal 1945, gli ebrei francesi hanno paura al punto da nascondersi”, confessa la filosofa Elisabeth Badinter all’Express. Si deve liberare la Palestina dal mare al mare, dal Mediterraneo a Omaha Beach.
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