Riprendiamo dal sito www.israele.net - diretto da Marco Paganoni - un articolo di Shany Mor da stateoftelaviv.com, dal titolo "Quelle nobili istituzioni internazionali ridotte a una caricatura immorale".
Trascinare gli ebrei davanti a un tribunale speciale, per costringerli a difendersi dall’accusa di essere loro i veri nazisti e genocidi, è il grande sogno di ogni antisemita sin da quando venne inaugurata la prima udienza del processo di Norimberga, alla fine del 1945. È l’oscura fantasia che anima la martellante insistenza con cui da decenni si parla delle discusse azioni militari israeliane sempre in termini di “crimini di guerra”. Questo, e non una scarsa dimestichezza con complesse argomentazioni giuridiche, è il motivo per cui almeno da mezzo secolo ogni azione militare israeliana viene criticata e condannata come “punizione collettiva” o “sproporzionata” o peggio. Finché la Shoah continuerà a gravare sulla coscienza civile, ci sarà chi continuerà a proiettare su Israele le nostre paure e il nostro disagio. Il danno causato da questa ossessione è enorme sia per la causa dei diritti umani, sia per le persone di cui questa ossessione sostiene di prendersi cura, i palestinesi ancora senza uno stato. Che oggi sia impossibile entrare a far parte dei circoli che hanno a cuore la giustizia globale, il cambiamento climatico, il diritto internazionale e la salute mondiale se non si abbraccia la teologia che descrive lo stato ebraico come uno stato eccezionalmente malvagio, che con la sua stessa esistenza impedisce la pace e la giustizia mondiale, costituisce una caricatura immorale. Ma non è un accidente casuale. Un intero e grottesco assortimento di cattivi attori, emanazione di regimi indiscutibilmente oscurantisti, ha tratto enormi benefici dalla trasformazione delle istituzioni sorte dopo il 1945 con la missione di proteggere i più vulnerabili nel mondo, in verbosi esercizi di odio contro Israele. Ogni istituzione animata dalle migliori intenzioni e ogni causa di miglioramento e progresso che finisce colonizzata dall’attivismo anti-israeliano ne emerge svuotata e irrilevante. Se la Convenzione sul Genocidio dovesse fare la stessa fine, ad esempio, del Consiglio Onu per i Diritti Umani, e diventasse un dispositivo privo di significato utilizzato da regimi fallimentari e da ricche petro-dittature per attizzare l’odio contro Israele e distrarre dai loro problemi, a causa di questo saremo tutti più poveri. Palestinesi compresi. (Da: stateoftelaviv.com, 30.1.24, citato da Einat Wilf su linkedin.com)
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