Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 03/06/2024, l'analisi di Anna Zafesova a pag. 14, con il titolo "Bambini nel mirino".
L'ultima bambina ucraina uccisa da una bomba russa si chiama Maria Mironenko. Aveva 12 anni, faceva la sesta classe del liceo numero 132 di Kharkiv, adorava i cavalli e suonare la bandura, il liuto ucraino. Insieme ai genitori faceva la volontaria per i rifugiati scappati dai territori occupati nella parrocchia grecocattolica di san Nicola. È morta sabato 25 maggio, durante un pomeriggio di shopping con i genitori, sotto le rovine dell'ipermercato di materiali edili Epizentr, colpito in pieno da due bombe pilotate lanciate dall'esercito di Mosca. Insieme a lei sono morte altre 18 persone, tra cui sua madre Iryna, mentre il padre Yuri è rimasto gravemente ferito. Negli ospedali di Kharkiv sono stati ricoverate altre piccole vittime: un ragazzo e una ragazza, entrambi dodicenni, sono rimasti feriti il 31 maggio nell'attacco di un missile contro un palazzo residenziale di cinque piani nel quartiere Novobavarsky, periferia di edilizia popolare, sette morti e tanta paura, «mio figlio non voleva andare a dormire, era terrorizzato che arrivasse un razzo, e in effetti è arrivato», racconta in lacrime alle telecamere una giovane mamma rimasta senza casa. Poche ore prima, un altro missile aveva provocato un incendio in una casa di Balakleya, sempre a Kharkiv: 12 feriti, tra cui 8 bambini. Sono statistiche di un solo giorno, che per assurda coincidenza era la vigilia del Giorno della tutela dei bambini, un nome altisonante per una ricorrenza ereditata dall'Unione Sovietica, che si vantava che l'infanzia più felice era quella che si viveva nel socialismo reale. Il sindaco di Kharkiv Ihor Terekhov ne ha approffittato per ricordare la lista infinita dei piccoli martiti della guerra: «Soltanto quest'anno, ricordiamo una bambina di otto anni estratta dalle rovine, un'intera famiglia, due giovani genitori e i loro tre bambini, bruciati vivi nell'attacco russo a un distributore di benzina vicino alla loro abitazione». Kharkiv è al secondo posto nella classifica dei bambini rimasti feriti nel conflitto: su un totale di 1420, 378 vengono dalla seconda città ucraina (al primo posto resta la regione di Donetsk, con 532 feriti, al terzo Kherson con 152). Sono numeri incompleti di un censimento al ribasso: nella realtà, le vittime sono molto più numerose, dice Denise Brown, coordinatrice umanitaria dell'Onu in Ucraina. Molte famiglie sono rimaste nei territori occupati dai russi e non se ne ha alcuna notizia, altri feriti non sono stati conteggiati nel caos dei bombardamenti, e nessuno ha ancora contato le vittime civili dell'assedio di Mariupol di due anni fa. Almeno 2025 minori risultano «dispersi», e potrebbero essere ovunque: sotto le macerie di Bakhmut, o deportati insieme ad altri 19546 piccoli ucraini in Russia. Ma già le statistiche «verificate» presentano una realtà atroce: almeno 600 bambini ucraini sono stati uccisi dall'inizio dell'invasione su larga scala ordinata da Vladimir Putin. Dal bombardamento, il 16 marzo 2022, del teatro di Mariupol, nonostante la grande scritta sull'asfalto, in russo, "Deti", bambini, per segnalare ai piloti russi di non colpire l'edificio diventato rifugio per centinaia di civili, i piccoli ucraini hanno smesso di essere vittime collaterali, e sono diventati dei bersagli. Non solo delle bombe: l'incriminazione per crimini di guerra che ha reso Putin un ricercato internazionale del Tribunale internazionale dell'Aja è stata emessa proprio per la deportazione dei bambini ucraini in Russia, e alla vigilia della Giornata dei bambini la testata dissidente moscovita Doxa ha pubblicato un'inchiesta che mostra come decine di orfani ucraini trasferiti forzatamente vengano indottrinati al nazionalismo putinista. I deputati della Duma esibiscono alle telecamere bambini ucraini, ai quali hanno cambiato nomi, cognomi e perfino luoghi di nascita, per trasformarli in russi. Non a caso Volodymyr Zelensky ha annunciato ieri di voler inserire la questione del ritorno dei bambini deportati nelle tre priorità da discutere al summit globale per la pace che sta promuovendo, accanto alla sicurezza nucleare e a quella alimentare. La Russia ha lanciato mille attacchi contro di noi in una sola settimana, e ha rubato 20 mila nostri bambini", ha ricordato al vertice asiatico sulla sicurezza a Singapore. Una guerra per il futuro, «per i bambini che vengono rubati, restano orfani, vengono separati dai genitori, e anche per quelli ai quali viene impedito di nascere», dice il sindaco Terekhov. L'Ucraina che ha visto la natalità precipitare di un terzo dall'inizio dell'invasione russa, e cerca disperatamente di proteggere i suoi figli. Il 1 giugno a Kharkiv è stata inaugurata la prima scuola sotterranea – prima, erano state allestite aule improvvisate in alcune stazioni della metropolitana – che permetterà di proseguire le lezioni anche durante gli allarmi aerei. Ne sono in arrivo altre due, e anche Zaporizzhia, un'altra città a pochi passi dal fronte, sta costruendo scuole-bunker. Secondo i dati forniti dal viceministro dell'Istruzione Evhen Kudryavets, durante i combattimenti sono state distrutte completamente 400 scuole, altre 3500, una su sette, hanno subito gravi danni. Un milione di allievi, un quarto del totale, non possono studiare in presenza, e nelle zone vicine al fronte i ragazzi trascorrono 3-5 mila ore – l'equivalente di 4-7 mesi l'anno – nei rifugi. Non stupisce che «praticamente ogni bambino ha problemi psicologici causati dalla guerra», dice alla BBC la psicologa Kateryna Bazyl.
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