Riprendiamo da LA REPUBBLICA di oggi, 31/05/2024, a pag. 2, con il titolo "Biden dà il via libera a Kiev per i raid contro la Russia ma solo in difesa di Kharkiv" l'analisi di Paolo Mastrolilli.
Biden ha già dato segretamente il permesso a Zelensky di usare le armi americane per colpire il territorio russo, ma solo nella regione Nordorientale di Kharkiv, aggredita dall’offensiva lanciata da Putin. Lo rivela il sitoPolitico , citando due funzionari dell’amministrazione: «Il presidente ha recentemente ordinato ai collaboratori di assicurare che l’Ucraina possa rispondere alle forze russe che la colpiscono o si preparano a farlo, nella zona di Kharkiv». Però «la linea di non attaccare il territorio di Mosca in profondità non è cambiata». Questa notizia conferma le rivelazioni del New York Times , secondo cui i funzionari della Casa Bianca stavano conducendo «un processo molto rapido» per presentare a Biden la proposta di togliere il veto. Il rovesciamento della sua posizione era «inevitabile», ma senza un annuncio ufficiale. Le bombe fornite dagli Usa inizieranno a cadere sugli obiettivi, con direttive precise che limiteranno l’uso solo contro i mezzi impiegati nell’offensiva, in modo da mettere Zelensky in condizione di difendersi senza dare a Putin la scusa per scatenare la Terza guerra mondiale. Lo ha scritto David Sanger, specialista di sicurezza nazionale, che per primo aveva rivelato l’intenzione del segretario di Stato Blinken di spingere Biden in questa direzione. Sanger cita fonti anonime della Casa Bianca, sentite mentre il capo della diplomazia Usa è a Praga per il vertice informale dei ministri degli Esteri Nato, dove il collega della Farnesina Tajani ha avvertito: «Noi non invieremo alcun militare a combattere contro i russi in territorio ucraino, né potranno essere utilizzate le armi italiane per colpire in Russia: lo impedisce la Costituzione». La pressione su Washington aumenta, e la conferma viene dalla notizia pubblicata dal Financial Times ,secondo cui Biden e Zelensky firmeranno un nuovo patto per garantire la sicurezza dell’Ucraina, quando si incontreranno a margine del G7 previsto a metà giugno in Puglia. L’accordo servirà a rispondere alla preoccupazione di Kiev, che si sente abbandonata dall’inizio della guerra a Gaza, confermando la determinazione degli Usa di continuare a sostenerla fino in fondo. Ciò dimostra che Washington ha ascoltato gli alleati e teme che Putin lanci l’assalto finale sull’Ucraina, anche se dopo mesi di colpevole ritardo i repubblicani hanno permesso al Congresso di rifinanziare con 60 miliardi di dollari le forniture militari a Zelensky. Ora il problema è come usarle. Il primo obiettivo condiviso da tutti è rafforzare le difese aeree di Kiev, ma è difficile raggiungerlo perché la stessa Nato è scoperta. Come ha rivelato ilFinancial Times , l’Alleanza ha solo il 5% delle armi necessarie a proteggere il proprio fianco orientale. Ciò spiega i limiti che ha nel fornire queste difese all’Ucraina. Il secondo obiettivo è aiutare Zelensky a fermare l’offensiva russa su Kharkiv e l’intera regione Nordorientale, e da qui è nato il dibattito sul via libera all’impiego delle bombe occidentali per colpire il territorio russo. Lo scopo non è prendere di mira Mosca e provocare la Terza guerra mondiale, ma solo togliere al Cremlino il significativo vantaggio strategico di poter attaccare attraverso le basi al confine, con la certezza dell’impunità. Dopo le sollecitazioni venute dal segretario generale della Nato Stoltenberg, e il via libera di Gran Bretagna, Canada, Polonia, Finlandia e Francia, pronta a mandare istruttori militari in Ucraina per addestrare le nuove reclute locali, Blinken ieri haricevuto un’altra spinta dal collega della Repubblica Ceca Jan Lipavsky, nell’incontro che hanno avuto a Praga prima del ricevimento dei ministri degli Esteri Nato: «Kiev non può combattere contro la Russia con una mano legata dietro la schiena ». Il segretario di Stato è d’accordo e ne riparlerà oggi al vertice informale con i colleghi dell’Alleanza. L’Italia però non parteciperà a questa fase della difesa ucraina. «L’uso delle armi — ha detto Tajani — non lo decide la Nato. Ogni Paese stabilisce come farle impiegare all’Ucraina. Ho parlato a lungo con Stoltenberg, ho ribadito la nostra posizione e l’ha capita».
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