Riprendiamo da LIBERO di oggi, 30/05/2024, a pag. 16, con il titolo "L’Unrwa sostiene i terroristi: Israele la dichiara fuorilegge", la cronaca di Amedeo Ardenza
È guerra aperta fra Israele e l’Onu. Il che non sarebbe una notizia: da decenni le Nazioni Unite si sono trasformate in un “risoluzionificio” per produrre condanne su condanne dello e contro lo Stato ebraico. Un esercizio in cui le larghe maggioranze di Paesi arabi e musulmani, non allineati, filorussi, filocinesi o semplicemente antiamericani finiscono per prevalere su ogni logica.
Gli esempi non mancano: nel 1975 l’Assemblea generale definì il sionismo, la dottrina politica che crede nel diritto degli ebrei all’autodeterminazione politica, una forma di razzismo: lo stesso si sarebbe potuto dire del Risorgimento. Solo nel 2023 l’Assemblea generale ha adottato 21 risoluzioni di condanna: 14 per censurare lo Stato degli ebrei e le altre sette per il resto del mondo (una a testa per Corea del Nord, Iran, Siria, Myanmar, Stati Uniti e due contro la Russia) mentre la decisione con cui la Corte internazionale di giustizia (Cig) - il braccio giurisdizionale del Palazzo di Vetro - ha accusato Israele di essere vicino a sterminare i palestinesi è di appena qualche settimana fa.
ELETTRICITÀ NEI TUNNEL
Ieri però Israele ha risposto per le rime e nel suo stile molto assertivo lo ha fatto sparando ad alzo zero: mercoledì la Knesset, il Parlamento monocamerale dello stato ebraico, ha approvato in prima lettura un disegno di legge per definire l’Urnwa un’organizzazione terrorista.
Cos’è l’Unrwa? Un’agenzia dell’Onu dedicata alla tutela, la conservazione e la moltiplicazione dei soli rifugiati palestinesi. Più rifugiati ci sono e più cresce il bilancio dell’Unrwa, fra i cui scopi non c’è l’integrazione degli stessi rifugiati nei Paesi ospitanti. Bizzarrie dell’antisionismo onusiano: i profughi di qualsiasi altra origine devono accontentarsi dei servizi dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Acnur). Ma mentre nessuno si lamenta dell’Acnur, la letteratura giornalistica gronda notizie di docenti dell’Unrwa che insegnano ai bambini a odiare Israele e gli ebrei, di dipendenti dell’agenzia che ora online ora in prima persona partecipano ad azioni contro Israele, a scuole dell’Unrwa trasformate da Hamas in depositi di munizioni protetti dal logo dell’Onu.
Lo scorso 10 febbraio, un tunnel lungo 700 metri e profondo 18 usato dall'intelligence militare di Hamas è stato rinvenuto sotto il quartier generale dell’Unrwa a Gaza. L’agenzia ha sempre proclamato la sua neutralità politica ma l’elettricità a quel tunnel, scrive il Jerusalem Post, arrivava proprio dalla sede Unrwa.
Ieri con 42 voti contro 6 i deputati israeliani hanno detto basta. Nota politica non irrilevante, il disegno di legge non è stato presentato da alcun esponente della maggioranza fra il Likud di Benjamin Netanyahu, i partiti religiosi e nazionalisti religiosi, ma dalla deputata Yulia Malinovsky del partito laico e russofono Yisrael Beitenu. Se il provvedimento sarà approvato in via definitiva – in Israele sono necessari tre passaggi in aula – «la legge antiterrorismo si applicherà anche all’Unrwa, Israele cesserà successivamente tutti i legami con l'agenzia e le attività dell'organizzazione nel territorio israeliano saranno chiuse», spiega ancora il JPost.
Agli israeliani ha risposto il capo della diplomazia dell’Ue, Josep Borrell, reduce da un incontro con il commissario dell’agenzia, Philippe Lazzarini. «L’Ue respinge ogni tentativo di designare l’Unrwa come un'organizzazione terroristica». Su X Borrell ha scritto che Lazzarini gli ha riferito di una situazione umanitaria tragica a Gaza e di come l’Unrwa «rimane un’ancora di salvezza indispensabile per i palestinesi».
ULTIMATUM A NETANYAHU
Sul piano politico continuano i mal di pancia interni alla maggioranza dopo che l’ex capo di stato maggiore e ministro del gabinetto di guerra Gadi Eisenkot ha criticato Netanyahu accusandolo di non riuscire a governare il Paese né di saper riportare la sicurezza. Eisenkot e l’altro ex generale centrista Benny Gantz hanno minacciato di togliere l’appoggio esterno al governo l’8 giugno se il premier non darà dei segnali di cambio di rotta politica. Sul piano militare, infine, le Israel Defense Forces (Idf) hanno affermato di aver ucciso il capo della logistica della polizia di Hamas, Salama Baraka, a Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza.
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