Israele pensi alla sua esistenza prima che alla sua immagine 29/05/2024
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1 lettera: Israele pensi alla sua esistenza prima che alla sua immagine

Governo Netanyahu

Ciao Deborah,

il pezzo di Elber è un capolavoro. Finalmente qualcuno mette nero su bianco, e senza sconti, la drammatica situazione in cui si trova Israele e le responsabilità di chi ha fatto poco  o nulla per evitarla. Sai che non amo l'attuale compagine governativa, fondamentalmente per la presenza di personaggi come Smotrich e Ben Gvir, ma i problemi stanno a monte. Le incredibili inefficienze mostrate dagli apparati militari e dall'intelligence negli ultimi anni mi lasciano basita, così come l'indulgenza, per non dire la mollezza, nella difesa politica e diplomatica dei diritti e della dignità d'israele nel consesso internazionale. Cosa è successo? Cosa è cambiato nell'esercito e nei servizi più forti del mondo? E poi scelte politiche  miopi o sbagliate, troppa condiscendenza sui finanziamenti qatarini ad Hamas, per rafforzare quest'ultimo in chiave anti ANP, troppa debolezza nel reagire a soprusi come il BDS, troppa tolleranza sulle campagne di disinformazione, per non parlare dell'assurdità di sottomettersi al giudizio delle Corti internazionali...  Elber ha perfettamente ragione, è il momento di darsi una mossa, d'invertire la rotta e passare a un approccio pro-attivo e più incisivo. Cosa deve ancora succedere perché Israele recuperi il suo 'tremendismo', alimentato dalla forza della ragione? Perché reagisca con quell'intelligenza, determinazione, orgoglio e fiducia in sé stesso che sono alla base della sua esistenza? 

Come disse Golda, "To be or not to be is not a question of compromise. Either you be or you don't be". In un parola, e concedimi il francesismo, Israele deve tornare a essere 'cazzuto'!!! 
Shalom,
Maria Sole Croce

 

Cara Maria Sole,
Israele deve ritornare a essere “cazzuto” non appena sarà fatta pulizia tra quelli che ci hanno messo in questa posizione pericolosa. Israele comunque è in una situazione particolare rispetto alle altre nazioni democratiche perché, oltre ad avere il problema delle sinistre che alzano le braccia di fronte alla prepotenza palestinese, è anche sottoposto al giudizio del mondo intero. Sembra impossibile ma questo paese minuscolo che a malapena si nota sulle carte geografiche, è controllato da tutti, criticato da tutti, odiato dai più. Questa situazione fa sì che spesso chi guida la nazione si senta in dovere di ingraziarsi il favore del mondo occidentale, a costo di indebolire il paese. Spero che la lezione sia servita, che questo periodo, in assoluto il  peggiore vissuto da Israele dalla sua fondazione come Stato moderno, finisca con la nostra completa vittoria e la consapevolezza del “se non io per me, chi sarà per me?” Nessuno meglio di David Elber lo fa capire con assoluta chiarezza.

Un cordiale shalom