Varsavia: Putin ci deve temere
Intervista di Tonia Mastrobuoni a Radoslaw Sikorski
Testata: La Repubblica
Data: 28/05/2024
Pagina: 3
Autore: Tonia Mastrobuoni
Titolo: Sikorski: Non escludo truppe polacche a Kiev, Putin ci deve temere

Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 28/05/2024, a pag. 28, con il titolo "Sikorski: Non escludo truppe polacche a Kiev, Putin ci deve temere", l'intervista di Tonia Mastrobuoni a Radosław Sikorski.

Tonia Mastrobuoni
Tonia Mastrobuoni
Radosław Sikorski komentuje aferę w Funduszu Sprawiedliwości. Do polityków  PiS apeluje: radzę się pospieszyć - Wiadomości
Radosław Sikorski, ministro degli esteri polacco, illustra le sue idee sulla Russia, sull’immigrazione e sul futuro dell’Europa. La Polonia, da sempre in prima linea a sostegno dell'Ucraina, è pronta a mandare soldati a Kiev 

Ministro, Putin sta avviando delle esercitazioni militari nucleari al confine con la Bielorussia. Dovremmo preoccuparci?

«Putin ha potenziato i missili nucleari e ha modernizzato il suo deposito di testate nucleari nell’exclave di Kaliningrad già negli anni scorsi. Può annientarci con le bombe atomiche miriadi di volte. Ma è l’ultima carta che può giocarsi. L’esercito russo non è attrezzato per combattere in un ambiente contaminato. La minaccia di usare le armi nucleari ha una serie di implicazioni complicate e non dovremmo tormentarci dinanzi a questa minaccia».

La Polonia è pronta a inviare truppe in Ucraina?

«Non dovremmo escluderlo. Dovremmo lasciare Putin col fiato sospeso sulle nostre intenzioni».

Ci sono influenze russe in Polonia?

«I russi operano ovunque. In Spagna, hanno trasferito soldi ai separatisti. Di recente un giudice polacco è scappato in Bielorussia e pensiamo che sia una defezione pilotata da Mosca. Putin ha inviato squadre di sicari in Germania e in Gran Bretagna. Dovremmo imparare a vaccinare il nostro sistema politico, le nostre istituzioni e la nostra opinione pubblica contro la manipolazione russa. Putin è in guerra con noi dal 2011. Dobbiamo capire che la sfida è questa. E affrontarla».

Perché dal 2011?

«Perché Putin si è convinto, sbagliando, che le proteste dei russi a San Pietroburgo e a Mosca contro il suo ritorno al Cremlino fossero un colpo di Stato dell’Occidente».

Lei pensa che i vostri rivali del Pis e le destre europee subiscano l’influenza della Russia?

«Sì. Sono contrari ai diritti degli omosessuali, sono antieuropei, hanno il culto del machismo, sfruttano in modo improprio i media pubblici per trasmettere i loro messaggi e per favorire l’unità tra partito e chiesa. Sono tutti tratti caratteristici del putinismo. Il Pis sostiene di odiare Putin. Ma ideologicamente sono molto simili. L’autoritarismo è lo stesso. Il presidente russo sta ispirando l’intero mondo anti-occidentale e anti-modernizzazione. Grazie a un certo tipo di “tradizionalismo armato”, almeno un terzo della popolazione è attratto all’autoritarismo. I russi se ne sono resi conto e si sono concentrati sul loro elettorato. E in Polonia, Pis e Konfederazja sono i propagatori di queste idee».

Cosa farete al confine con la Bielorussia? Lì ci sono stati respingimenti illegali dei migranti per anni.

«Rafforzeremo il confine. Non solo contro l’immigrazione clandestina,ma anche contro le minacce militari. Vorrei che i nostri colleghi occidentali capissero che non stiamo parlando di migranti poveri che sognano una vita migliore. Quello che stiamo affrontando al confine orientale della Polonia è un assalto organizzato contro l’Europa. Il 90% delle persone che cercano di attraversare il confine bielorusso-polacco ha un visto russo. Sono persone reclutate e incoraggiate in Etiopia e altrove a venire a Mosca attraverso il Medio Oriente. Poi vengono spedite in Bielorussia e quindi spinte ad attraversare il confine».

Ma l’immigrazione funziona così ovunque: persone povere che attraversano i confini.

«C’è una differenza fondamentale. Nell’Africa settentrionale il fenomeno dell’immigrazione non è organizzato da uno Stato. Il nostro vicino, un membro delle Nazioni Unite, sta organizzando invece una guerra ibrida attraverso i migranti con lo scopo di distruggere l’Unione europea rendendola politicamente instabile. Pensano correttamente, a mio avviso, che se non riusciamo a proteggere e a controllare il confine esterno, l’estrema destra vincerà nei nostri Paesi e alle elezioni europee. Equesto distruggerà l’Unione europea. Questo è il piano».

È un diritto individuale quello di avere esaminata la richiesta di asilo.

«Non esiste un diritto individuale a vivere dove si vuole nel mondo. Se ci fosse, non avremmo bisogno di passaporti o visti. Non esiste il diritto umano a vivere dove si vuole. Non esiste il diritto umano ad attraversare illegalmente il confine».

Il premier Donald Tusk ha votato anche contro il Patto sui migranti europeo. Lo applicherete?

«Stiamo ancora esaminando l’impatto sulla Polonia».

Secondo alcune indiscrezioni giornalistiche, Putin sarebbe pronto a negoziare un cessate il fuoco sulla linea del fronte. Quanto è credibile?

«Se Putin vuole porre fine alla guerra,può farlo ritirandosi dall’Ucraina. Può farlo con una sola telefonata. Che suonerebbe così: “Caro capo di stato maggiore, la pregherei di porre fine all’operazione militare speciale, a partire da domani”. La tragedia vera è che l’Ucraina non può farlo».

Ci sono interferenze russe nelle elezioni europee?

«Certo. Putin farà tutto ciò che ci metta in difficoltà, che convinca la nostra popolazione che la democrazia non funziona. Che siamo cattivi come loro. Diffondere sfiducia e caos è il modello di business di Putin. Come vedete, in Europa stanno accadendo molte cose. L’AfD è stato cacciato dagli Identitari. Quando ero membro del Parlamento europeo, Maximilian Krah sedeva non troppo lontano da me. E non sapevo che avesse un assistente cinese. O che avesse quelle idee sulle SS».

La rottura negli Identitari ha aperto il cantiere della destra. Le Pen vuole fare una coalizione con i Conservatori, con Giorgia Meloni. E la Meloni si tiene le mani libere. Cosa ne pensa?

«Che sono giochi politici. Ma noi siamo certamente lieti che Giorgia Meloni si sia dimostrata solida sull’Ucraina. Lo apprezziamo molto».

Condividete la necessità di una riforma dei Trattati?

«No. L’allargamento può avvenire senza cambiare i trattati». Anche senza modificare il meccanismo di voto? «Siamo contrari. C’è un solo ambito in cui accetteremmo l’abbandono dell’unanimità: quello delle sanzioni».

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