La Spagna ostaggio degli estremisti
Analisi di Giovanni Longoni
Testata: Libero
Data: 26/05/2024
Pagina: 15
Autore: Giovanni Longoni
Titolo: La Spagna ostaggio degli estremisti

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 26/05/2024, a pag. 15, con il titolo "La Spagna ostaggio degli estremisti", analisi di Giovanni Longoni.

Giovanni Longoni.
Giovanni Longoni

Yolanda Diaz, vicepremier spagnola, condivide il punto di vista di Hamas. Anche in veste ufficiale, in un discorso televisivo, ha pronunciato lo slogan "La Palestina sarà libera dal fiume al mare": distruggendo Israele nel mezzo. Con il governo Sanchez, che ha sdoganato del tutto l'estrema sinistra, la Spagna è ostaggio degli estremisti filo-Hamas. Non ci stupiamo poi se è in prima fila a riconoscere la Palestina come Stato.

C’è un enorme problema di mancanza di democrazia in Europa: il governo di un Paese Ue è ormai da mesi alla deriva su posizioni sempre più estremiste per mantenersi al potere pur non avendo i numeri con cui creare un esecutivo stabile. Non si tratta della solita Ungheria né della Polonia. Il vero malato d’Europa è a Madrid.
Da mesi il governo di Pedro Sanchez dà prova di appiattimento sulle posizioni dei palestinesi e ha fatto di tutto per creare un mini-fronte europeo che ha riconosciuto lo Stato palestinese e in generale si adopera per rendere la situazione ancora più incandescente. Non devono sorprendere l’uscita a gamba tesa giovedì della ministra del Lavoro e vicepremier Yolanda Diaz secondo cui «la Palestina sarà presto libera dal fiume al mare» - lo slogan di chi vuole Israele cancellato dalla mappa - e sabato quella della sua collega alla Difesa Margarita Robles secondo cui «a Gaza si sta commettendo un genocidio».
La Yolanda ha avuto gioco facile a dirsi ignara del significato dello slogan: lei è la leader di un partito che si chiama Sumar, normale abbia deragliato un po’. Ma la frase della Robles non è una asinata: è invece reggere il gioco di Hamas che costringe la popolazione di Gaza a restare nelle zone in cui si combatte. Per poi addossare la responsabilità delle uccisioni a Israele e all’opera di polizia svolta dall’Idf contro i terroristi.
Non c’è solo la politica anti-israeliana. La Spagna è ai ferri corti anche con l’Argentina vale a dire quello che, col Messsico, è il maggiore Paese della Hispanidad, la comunità culturale degli Stati di cultura e lingua castigliana. Madrid ha richiamato l’ambasciatrice da Buenos Aires dopo che il presidente Javier Milei aveva dato della corrotta a Begoña, la moglie del premier socialista finita indagata per presunto traffico di influenze e, appunto, corruzione. L’uomo della motosega non si è fermato certo lì e ha dato al marito della señora Begoña dell’«incompetente, codardo e bugiardo», fino al culmine: «Sanchez è lo zimbello dell'Europa». Ma tutto è nato, bisogna ricordarlo, dalla sconsiderata battuta del ministro dei Trasporti spagnolo Oscar Puente che aveva accusato pubblicamente Milei di aver fatto uso di droghe in campagna elettorale (invece Javier è così di natura).
Terzo fattore che crea sconvolgimento: le aperture ai secessionisti catalani per ottenere i voti con cui tenere in piedi il suo esecutivo, che ha perso le elezioni ma è ancora lì. Con il sostegno degli estremisti.

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