C'è un disegno mondiale per distruggere Israele?
Diario di guerra di Deborah Fait
Testata: Informazione Corretta
Data: 25/05/2024
Pagina: 1
Autore: Deborah Fait
Titolo: C'è un disegno mondiale per distruggere Israele?

C'è un disegno mondiale per distruggere Israele?
Diario di guerra di Deborah Fait

Arafat con Breznev. L'inizio della causa antisionista, nel 1965, fu quando i sovietici, con Arafat e l'OLP, inventarono una causa di liberazione nazionale e il "popolo della Palestina" (fino a quel momento Palestina era il nome dell'ex mandato britannico) oppresso e da liberare. Da quel momento in poi, la cultura e poi anche le istituzioni internazionali si sono sempre più orientate contro Israele

Non amo i complotti né quelli che li vedono in ogni aspetto della politica o degli accadimenti della vita. Sono però rimasta spiacevolmente colpita da una frase buttata là da un amico quasi a voler fare uno scongiuro a quanto sta avvenendo nel mondo contro Israele . “Non è possibile - ha detto - che tutto stia accadendo per caso perché è troppo strano e troppo enorme”. Strano e enorme, ed è la verità. Dal giorno della sua fondazione come stato ebraico moderno, Israele non ha avuto un giorno di pace, guerre e terrorismo che però, nei primi anni,  potevano essere gestite e che, pensavamo sbagliando,  alla fine avrebbero convinto il mondo islamico ad accettare come vicino, in pace, un paese non musulmano. Ma avevamo fatto i conti senza l’oste ed eccolo comparire, l’oste, nella persona diabolica di Arafat che, con il KGB, si inventarono il Jolly che riscriverà la storia del Medio Oriente dal 1965 ad oggi.

Il Jolly è stata la creazione dal nulla di un popolo, quello palestinese che, a sentir le ragioni del mondo comunista antisionista e antiebraico, aveva più diritti degli ebrei di vivere in questo minuscolo pezzo di terra, patria ancestrale del popolo ebraico. Questo popolo inventato avrebbe cambiato tutto e soprattutto avrebbe dato un colpo mortale e per sempre a una speranza di pace. Le guerre rincorsero il terrorismo e viceversa, e dal 1965, con l’avvento di Arafat al comando di Fatah, vi fu un continuo stillicidio di morti per attentati, seguiti da teorici  quanto inutili tentativi di arrivare a una specie di pace o almeno di fine del terrorismo. Ma il risultato maggiore che scaturì dall’invenzione di questo popolo mai esistito nella storia, fu che il mondo  si ritrovò completamente dalla sua parte e alla sua mercè, contro i legittimi abitanti di Israele, gli ebrei. Da allora, qualunque cosa accada, Israele ha torto a prescindere e i palestinesi sono sempre considerati povere vittime bisognose di tutto, il sostegno incondizionato e soprattutto  di soldi, anch’essi incondizionati.

Negli anni Israele è rimasto sempre più solo e sempre più odiato dai comunisti ma anche dalla gente della strada, quella che non capisce niente ma che si arroga il diritto di dire, con ignoranza, la propria opinione, l’ho sentito con le mie orecchie “Certo, io sto con i palestinesi”. Poi se chiedi cosa sa dei palestinesi, allora scena muta. Come gli intelligentoni che urlano from the River to the Sea  senza sapere di cosa stanno parlando. E volevo arriva a questo. L’aria che respiriamo dopo il 7 Ottobre non è pulita né dà adito a una pur lieve speranza che sia fatta giustizia per Israele. Dapprima Israele non viene neppure creduta, le femministe non danno nessun peso né attenzione agli stupri con macelleria avvenuti al Nova Festival e nei kibbuzim attaccati da migliaia di palestinesi assetati di sangue e affamati di carne ebraica. Il seguito del Sabato Nero è stati solo un susseguirsi di attacchi a Israele inferti negli studi televisivi, negli atenei più prestigiosi, dalla classe politica mondiale, dal nostro amico e alleato americano, sempre più ipocrita e lontano.

Tutto questo odio planetario ha portato Israele alla corte dell’Aja, prima per genocidio, cosa ridicola ma che fa effetto sulle masse di barbari che invadono le piazze, e poi con il mandato di arresto per crimini di guerra per Netanyahu, Primo ministro di Israele e il suo ministro della Difesa Yoav Gallant. Che siano indagati anche i mostri che hanno organizzato il 7 Ottobre e, in precedenza, autori di tutti gli attacchi missilistici su Israele per ben 17 anni, non ha nessuna importanza. La cosa inaccettabile, rivoltante, disgustosa e immorale è l’aver pensato di portare in giudizio Israele perché si sta difendendo da un’enorme quanto feroce organizzazione terroristica.

La Francia, dopo la strage del Bataclan, rase al suolo Mosul. La guerra in Siria costò 600.000  morti, donne, bambini, vecchi e palestinesi. I Curdi perseguitati da turchi e iracheni, soggetti a pulizia etnica da anni, ai quali è vietato parlare la propria lingua persino tra le mura di casa. Nessun capo di stato è stato portato in giudizio dalla Corte Penale di giustizia. Il focus è solo e sempre Israele. Nessuno ha tenuto conto che persino l’ONU ha ammesso il fake sul numero dei morti a Gaza, enormemente ingrossati da un fantomatico quanto inesistente ministero della sanità di Hamas.

Tutto questo, le Istituzioni internazionali e l’odio del mondo che è ormai inarrestabile, l’Iran che anche nei giorni dei funerali di Raisi sbraita che la fine di Israele è vicina, fanno pensare a un disegno planetario per cancellare, con la politica e la diplomazia,  lo Stato ebraico, l’unico esistente al mondo, dalla carta geografica. Ma stavolta troveranno pane per i loro denti perché nessuno di noi è d’accordo. Abbiamo già dato e il nostro Mai Più è estremamente serio, non un semplice slogan.

Deborah Fait
Deborah Fait

 

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