Raid di Kiev in Russia con le armi USA
Analisi di Paolo Mastrolilli
Testata: La Repubblica
Data: 24/05/2024
Pagina: 14
Autore: Paolo Mastrolilli
Titolo: Raid di Kiev in Russia con le armi made in Usa. Washington verso il sì

Riprendiamo da LA REPUBBLICA di oggi, 24/05/2024, a pag. 14, con il titolo "Raid di Kiev in Russia con le armi made in Usa. Washington verso il sì" l'analisi di Paolo Mastrolilli.

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Paolo Mastrolilli
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Blinken al lavoro per consentire l’uso di armi di produzione americana a protezione del confine nord-orientale, gli Usa danno il via libera per colpire la Russia sul suo territorio.  Continuerà?

Gli Stati Uniti stanno considerando di consentire all’Ucraina l’uso delle loro armi per colpire la Russia sul suo territorio. Un drammatico cambiamento di linea anticipato dal New York Times - che si somma allo stesso permesso dato da Londra a Kiev, all’ipotesi di addestrare i soldati di Zelensky sul proprio territorio nazionale, e all’idea del presidente francese Macron di inviare truppe Nato sul terreno - rappresenta una potenziale escalation del conflitto molto significativa. Infatti Mosca ha già risposto, minacciando di colpire obiettivi britannici e varando il decreto che consente di confiscare i beni americani all’interno dei propri confini. Il presidente Biden ha sempre detto che il suo obiettivo è aiutare l’Ucraina a difendersi dall’invasione ordinata da Putin, senza però provocare la Terza guerra mondiale. Perciò è stato molto prudente nel fornire armi sempre più letali a Zelensky, ponendo la condizione che non venissero usate per colpire il territorio russo. La situazione però è cambiata con la nuova offensiva lanciata dal Cremlino, che punta su Kharkiv e il nord del Paese. I militari di Mosca stanno usando le basi a ridosso del confine con l’Ucraina, per sostenere l’attacco e bombardare le città, e l’impossibilità di Kiev di colpire queste postazioni dà loro un grande vantaggio. L’Ucraina sta già usando i suoi droni e le proprie armi per difendersi, e in alcuni casi attaccare con successo le strutture logistiche russe, le navi nel Mar Nero e le basi in Crimea. Però non sono pienamente all’altezza del compito, almeno nella regione settentrionale del Paese, e ciò espone l’intero fronte al rischio del collasso. Inoltre, la lentezza con cui i repubblicani hanno consentito al Congresso di approvare le nuove forniture belliche da 60 miliardi di dollari ha facilitato il compito di Putin. Il segretario di Stato Blinken lo ha visto con i propri occhi durante la recente missione a Kiev ed è tornato a Washington convinto della necessità di cambiare politica. Non per dare il via libera ad attacchi su tutto il territorio russo, ma almeno per consentire a Zelensky di usare le armi americane allo scopo di prendere di mira le basi a ridosso del confine usate per bombardare le sue città, così come icaccia che arrivano al limite dello spazio aereo nazionale per poi lanciare le loro bombe. La proposta è ancora allo studio e secondo ilNew York Times non è stata presentata a Biden, ma presto potrebbe arrivare sul suo tavolo. Lo scopo è aiutare l’Ucraina a respingere l’offensiva in corso e rimetterla in condizione di arrivare in una posizione di vantaggio al tavolo della trattativa, se e quando Putin si convincerà a negoziare in buona fede. È probabile quindi che il presidente, come ha fatto in passato con la tipologia delle armi fornite, accetti di compiere questo passo. Una proposta simile è stata già approvata dalla Gran Bretagna per i suoi missili, e si aggiunge all’ipotesi di addestrare le reclute ucraine sul loro territorio, vicino a Leopoli. Inoltre la Francia - dopo che Macron nelle scorse settimane aveva ventilato la possibilità di inviare soldati della Nato in Ucraina, probabilmente per sostituire nei compiti logistici quelli locali da mandare al fronte - ha annunciato ieri di aver condotto il test della nuova versione del missile aria-terra a medio raggio con capacità nucleare Asmpa-R, progettato per essere lanciato dal caccia Rafale. Una risposta alla decisione russa di avviare le esercitazioni per l’uso delle atomiche tattiche.Al G7 dei ministri economici, in corso a Stresa, si discute intanto come usare i profitti generati dai beni russi congelati per finanziare Kiev. Putin è risentito e ha risposto con due mosse: la minaccia di colpire obiettivi britannici ovunque, se le armi di Londra verrano usate contro il suo territorio; e il decreto per confiscare i beni americani in Russia, per compensare i suoi cittadini dei danni della guerra da lui voluta e ordinata. Sono tutti segnali di una potenziale escalation, ma anche della determinazione dell’Occidente a sostenere Kiev fino in fondo. Se quindi il Cremlino aveva fatto il calcolo che il suo successo fosse vicino, per la stanchezza degli avversari di continuare ad aiutare Zelensky, queste misure potrebbero spingere Putin a riconsiderare le proprie convinzioni e la sua strategia.

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