Francia: 366 attacchi contro ebrei nei primi 3 mesi del 2024
Analisi di Giulio Meotti
Testata: Il Foglio
Data: 19/05/2024
Pagina: 1/XIX
Autore: Giulio Meotti
Titolo: Sinagoga in fiamme

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 19/05/2024, a pag. 1/XIX, l'analisi di Giulio Meotti dal titolo: "Sinagoga in fiamme".

Informazione Corretta
Giulio Meotti
Sinagoga in fiamme nel nord della Francia. “Vogliono imporre un clima di  terrore agli ebrei” | Il Foglio
In Francia il ritorno dell'antisemitismo ha assunto numeri spaventosi, le sinagoghe vengono bruciate per intimidire gli ebrei, e questi fatti ci riportano ai tempi più bui della Seconda guerra mondiale

Ieri mattina presto, mentre a Stoccolma, nell’area in cui si trova l’ambasciata d’Israele, si sentivano degli spari e durante la giornata venivano effettuati degli arresti, la polizia e i vigili del fuoco francesi intervenivano per spegnere un incendio alla sinagoga nel centro di Rouen. Un uomo ha tentato di entrare nella sinagoga arrampicandosi su un bidone della spazzatura, dacui hatiratounamolotov contro il luogo di culto ebraico. Se ci fossero stati dei fedeli sarebbe stata una strage. L’uomo, armato di coltello, si è poi avventato contro la polizia, che lohaucciso. “Bruciare una sinagoga significa intimidire tutti gli ebrei e imporre ancora una volta un clima di terrore agli ebrei”, ha affermato Yonathan Arfi, presidente del Consiglio delle istituzioni ebraiche di Francia. Rias, che monitora l’antisemitismo in Germania, ha documentato in Europa un aumento del 320 per cento di incidenti solo nel mese successivo al 7 ottobre. Nei tre mesi successivi agli attacchi di Hamas, in Europa gli incidenti antisemiti sono stati in numero equivalente a quelli dei tre anni precedenti messi insieme. Durante la cena del Consiglio di rappresentanza delle istituzioni ebraiche di Francia, a Parigi il 6 maggio, il premier Gabriel Attal ha rivelato che in Francia sono stati registrati 366 atti antiebraici nel primo trimestre del 2024, con un aumento del 300 per cento rispetto ai primi tre mesi del 2023. Un sondaggio per la Fondapol, presentato sabato dal Parisien, rivela che la paura ha spinto il 33 per cento degli ebrei a ridurre o interrompere i viaggi con Uber, mentre il 44 per cento di chi indossa la kippah non la porta più per strada. Un segnale incoraggiante è che tre francesi su quattro ritengono che l’antisemitismo non sia solo un problema degli ebrei, ma “un problema di tutti”. Qualche giorno fa, a Parigi, in rue des Orteaux, un ebreo di sessantadue anni con la kippah è stato prima insultato e poi picchiato alla testa all’uscita da una sinagoga. L’aggressore ha accusato l’uomo di uccidere “la gente a Gaza”. “Per la prima volta dal 1945, gli ebrei francesi hanno paura al punto da nascondersi”, confessa la filosofa Élisabeth Badinter all’Express. Le famiglie con cognomi ebraici comuni come Cohen o Levy li stanno rimuovendo dalle cassette della posta e dai cancelli per evitare di essere identificate come ebrei. La sinagoga principale di Varsavia è stata appena attaccata con bombe incendiarie e il presidente del sindacato belga degli studenti ebrei è stato aggredito a Bruxelles. Dopo il 7 ottobre, sono state decine le sinagoghe colpite. “Palestina libera” e una stella di David sono state dipinte su una sinagoga di Madrid. A Tilburg, in Olanda, la sinagoga subisce minacce. A Berlino vengono lanciate bombe molotov contro la sinagoga Kahal Adass Jisroel. A Lione (dove René Hadjadj, un ebreo con la kippah di 89 anni, è stato defenestrato dal 17esimo piano dal vicino di casa), la sinagoga Duchère è stata vandalizzata: “Vittoria ai fratelli di Gaza”. A Malmö, in Svezia, una bandiera israeliana è stata bruciata davanti alla sinagoga. E spesso in Francia è bastato un incendio alla sinagoga perché una comunità ebraica si svuotasse per cercare luoghi più sicuri. Una delle prime sinagoghe è stata bruciata a Trappes. “Gli ebrei hanno quasi tutti lasciato la città”, raccontano nel libro “La Communauté” due giornaliste del Monde, Ariane Chemin e Raphaëlle Bacqué. “Oggi a Trappes non rimane più alcun ebreo”. Si chiama “strategia della terra bruciata”.

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