L’America è pronta a sacrificare gli ebrei?
Commento di Michelle Mazel
(traduzione di Yehudit Weisz)
https://www.dreuz.info/2024/05/lamerique-prete-a-sacrifier-les-juifs-298404.html
Secondo comunicati stampa concordanti, che citano delle fonti all’interno dell'amministrazione Biden, la Casa Bianca si oppone ad un intervento su larga scala a Rafah a causa di quella che viene descritta come la mancanza di preparazione di Israele nel proteggere la popolazione civile della Striscia di Gaza, in particolare riguardo l’organizzazione degli aiuti umanitari, compresi cibo, igiene e riparo. Avete capito bene. Israele combatte da più di sette mesi contro una organizzazione terroristica che il 7 ottobre ha lanciato un mostruoso attacco alle sue città e ai suoi villaggi, commettendo atrocità veramente indicibili prima di ritirarsi, trascinandosi via uomini, donne e bambini nonché le spoglie di numerose vittime. 132 ostaggi – vivi o morti – sono ancora detenuti da Hamas. Continuano i suoi attacchi missilistici contro le popolazioni civili israeliane. E gli Stati Uniti, che hanno cura di ricordarci regolarmente che il loro sostegno a Israele è concreto, non solo sospendono le loro consegne di armi ma arrivano addirittura al punto di ammonire il loro alleato.
Prima di lanciare l'offensiva che potrebbe finalmente portare alla liberazione degli ostaggi e porre definitivamente fine alla guerra, lo Stato ebraico deve garantire cibo, igiene e riparo agli abitanti di Rafah che non abbiano ascoltato i suoi appelli ad evacuare la zona. Ci chiediamo se l'esercito israeliano non debba anche presentare la sua tabella di marcia, indicando il percorso che intende seguire, le unità impegnate, i loro veicoli e le loro armi. Forse persino la tempistica degli attacchi aerei e la posizione degli obiettivi.
Il Presidente Biden lo ha detto chiaramente: dobbiamo proteggere le popolazioni civili a tutti i costi. Cioè le popolazioni civili palestinesi, perché per il momento le popolazioni civili israeliane sono ancora bersaglio di mortai e droni di ogni tipo. E gli ostaggi stanno lentamente morendo nei tunnel di Gaza, privi di cure – la Croce Rossa non si è ancora degnata di visitarli. Sappiamo dai prigionieri liberati durante un primo scambio cosa devono sopportare le donne in balia di carcerieri assetati di sangue.
Come spiegare tale cecità da parte dei consiglieri della Casa Bianca? Una tale mancanza di empatia per la sofferenza del popolo di Israele? Ed una tale indifferenza? Per considerazioni elettorali? Per il timore di una conflagrazione regionale?
Se almeno la CIA, i generali americani e gli altri strateghi avessero un’altra soluzione da proporre per salvare gli ostaggi e sbloccare la situazione. Ahimè, non ne hanno nemmeno una.
Così gli uni e gli altri blaterano nell’etere un’accozzaglia di parole vuote. Ma la verità è lì, accecante: nel profondo del loro cuore attendono con crescente impazienza il momento in cui il vessato governo israeliano, non potendo più resistere, si inginocchierà e accetterà tutte le condizioni di Hamas, fino al punto di ritirarsi dalla Striscia di Gaza ancor prima del rilascio di tutti gli ostaggi.
Speriamo che si sbaglino.
Michelle Mazel