Ucraina: le armi non arrivano
Cronaca di Carlo Nicolato
Testata: Libero
Data: 12/05/2024
Pagina: 15
Autore: Carlo Nicolato
Titolo: L'Ucraina si prepara a difendere Kiev

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 12/05/2024, pag. 15, con il titolo "L'Ucraina si prepara a difendere Kiev", la cronaca di Carlo Nicolato. 

Carlo Nicolato
Carlo Nicolato

Bombardamento russo. Anche la capitale dell'Ucraina, Kiev, ricomincia ad essere a rischio. Perché le armi occidentali promesse non arrivano, continuano i ritardi e i russi nel frattempo stanno facendo a pezzi le linee ucraine. Quando la Nato si sveglierà sarà probabilmente troppo tardi.

La Russia attacca, preme e penetra sul fronte di Kharkiv, e l’esercito di Kiev si prepara a una nuova eventuale difesa della capitale. Anche se il ministero della Difesa ucraino sostiene che per ora gli attacchi sono stati puntualmente respinti, i residenti di alcune zone coinvolte parlano dei bombardamenti più pesanti dal febbraio 2022. Mosca a sua volta annuncia di aver preso possesso, nell’offensiva iniziata ieri mattina alle cinque, di Borysivka, Ogurtsovo, Pletenivka, Pyl'na e Strilecha nella stessa regione, nonché del villaggio di Keramik nella zona di Ocheretyne nella regione di Donetsk.

ZONA CUSCINETTO

Le forze russe attaccarono per la prima volta la regione di Kharkiv nel febbraio 2022 all’inizio dell’invasione, ma furono cacciate dalla maggior parte della provincia da una controffensiva ucraina nel settembre dello stesso anno. Da allora la vicina regione russa di Belgorod è stata oggetto di regolari attacchi di droni e artiglieria ucraini e a marzo il presidente russo, Vladimir Putin, ha affermato che Mosca avrebbe potuto provare a stabilire una zona cuscinetto all’interno del territorio ucraino, anche se non è chiaro se questa zona possa comprendere anche la stessa città di Kharkiv.
I funzionari di Kiev hanno ripetutamente detto di non credere che la Russia abbia forze sufficienti per catturare la città e ancora ieri il governatore della regione omonima Oleg Sinegubov ha sottolineato che la situazione è pienamente sotto controllo, che almeno in quattro dei cinque paesi citati da Mosca si sta ancora combattendo e che per il momento non ci sono buoni motivi per evacuare quella che è la seconda città dell’Ucraina. «Certo, gli attacchi russi possono aumentare» ha aggiunto, «ma sappiamo chiaramente quali forze il nemico sta utilizzando nel nord del nostro territorio regionale e al momento non c'è alcuna minaccia per il centro regionale».
Di fatto tutto il contrario di quello che sostengono i russi. Secondo il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, la situazione invece «sta cambiando rapidamente e c’è rischio concreto di un collasso completo per gli ucraini». Peskov ha parlato anche di Europa «che sta andando in tilt» e di conseguenza «sta alzando le tensioni», in riferimento ovviamente più che altro alle dichiarazioni di Emmanuel Macron e a quella di David Cameron. Il presidente francese ancora ieri è tornato a lanciare un appello agli alleati europei ad essere «dissuasivi e credibili» nei confronti della Russia e ha osservato che in gioco non c’è solo l’integrità territoriale dell’Ucraina, ma anche lo stato di diritto e le nostre regole comuni, «e se in Ucraina noi lasciamo fare, vince la legge del più forte».
Il fatto tuttavia che gli ucraini si stiano preparando alla difesa di Kiev è un segnale negativo che in qualche modo dà ragione alle affermazioni di Peskov e che fa supporre che a Kiev ritengano che Kharkiv possa capitolare da un momento all’altro. In un’intervista all’Economist Oleksandr Pavliuk, capo delle forze di terra ucraine, ha riferito della creazione di dieci nuove brigate come uno dei compiti più urgenti in risposta all’offensiva russa. Parte di queste nuove forze saranno dispiegate per proteggere Kiev che secondo il generale l’esercito russo non ha mai tolto dal mirino: «La difesa di Kiev rimane una delle nostre principali preoccupazioni, a prescindere da quanto sia difficile nella parte orientale. È il cuore dell'Ucraina e sappiamo che la difesa della capitale avrà un ruolo fondamentale in futuro». Pavliuk, ritiene in ogni caso la minaccia attuale differente rispetto all’inizio della guerra in quanto l’esercito russo non è più in grado di effettuare incursioni a tappeto su più fronti e si affida all’utilizzo di missili appena usciti dalle fabbriche e largamente imprecisi.
Meno ottimista l’appello del presidente Zelensky agli alleati occidentali affinché accelerino la spedizione delle armi promesse. «Sono necessarie forniture davvero tempestive», ha aggiunto di nuovo sottolineando con un certo amaro sarcasmo che «il pacchetto che aiuta davvero riguarda le armi portate in Ucraina, non solo quelle annunciate».

CONTRATTACCO

Di sicuro le forze ucraine hanno ancora le forze per lanciare attacchi, come dimostra ad esempio quello di ieri a Donetsk, capoluogo dell’omonima regione in gran parte occupata dai russi, dove è stato effettuato un bombardamento in occasione del decennale del referendum separatista fondativo dell’autoproclamata repubblica omonima. L’attacco, avvenuto con lanciarazzi statunitensi Himars, ha colpito un ristorante dove si stavano tenendo le celebrazioni e ha provocato la morte di tre persone e il ferimento di altre dieci. Kiev rivendica anche il bombardamento tramite droni di una raffineria di petrolio Lukoil nella città russa di Volgograd, circa 300 km a est del confine.

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