Riprendiamo da LIBERO di oggi, 10/05/2024, a pag. 23 con il titolo "L'odio contro gli ebrei, dai nazisti ad Hamas", l'intervista di Andrea Morigi a Fiamma Nirenstein.
Andrea Morigi
Se le biblioteche sono arsenali, l’ultimo libro di Fiamma Nirenstein, 7 ottobre 2023. Israele brucia, (Giubilei Regnani, 282 pagine, 23 euro) è un’arma da esibire, con quella bella Stella di David un po’ fané in copertina, per épater les bourgeois propal e sfidare i maranza del 25 aprile.
All’occorrenza facendone loro assaggiare consistenza e spigolosità. Nell’Introduzione, l’autrice lo definisce «un invito a difenderci, a difendervi».
Tanto non lo capirebbero, se lo leggessero. Non si distribuiscono perle ai porci. «Pietà l’è morta» con la decapitazione dei neonati nei kibbutz, gli stupri di donne e uomini al festival Supernova e nei tunnel di Gaza. Di che cosa si può persuadere uno/a che solidarizza con gli “zombie” sterminatori di ebrei?
AUTODIFESA CULTURALE
Allo stesso tempo, per i lettori di Libero l’opera- che raccoglie articoli pubblicati dalla giornalista italo-israeliana sul Giornale prima e dopo lo sterminio di 1400 ebrei e il rapimento di 240 in un solo giorno, sette mesi fa- è uno strumento di addestramento culturale contro l’antisemitismo ormai incistato in settori sempre più ampi della società italiana, mentre conquista spazi crescenti di egemonia politica nell’Unione Europea, alla Corte Penale Internazionale, al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite, «la sentina del’odio antiebraico mondiale», la cui assemblea generale l’anno scorso «ha passato 15 risoluzioni contro Israele, e 13 sul resto del mondo, Iran, Turchia, Siria, Russia...» Ci sono innumerevoli argomenti per denunciare la diffusione del Mein Kampfe dei Protocolli dei Savi di Sion nei Paesi islamici, ma siamo certo meno preparati ad affrontare l’odio contro gli ebrei quando dimenticando la Shoah sono dipinti dalla propaganda moderna come i nuovi nazisti.
Innanzitutto, impariamo dai nostri errori: avevamo abbassato la guardia, convinti che l’esistenza dello Stato ebraico ormai fosse universalmente accettata, con l’eccezione “fisiologica” di un miliardo e mezzo di musulmani ai quali il Corano e la Sunna hanno rivelato che i giudei vanno sterminati, di nutrite comunità di cristiani orientali che li considerano deicidi, di un’opinione pubblica di sinistra talmente irrazionale da aver confuso gli aggressori con le vittime. Andrebbe loro ripetuta l’incompresa lezione di Hannah Arendt sulla genesi del razzismo come ideologia della modernità.
VERITÀ STORICA
Reagire alla demonizzazione di Israele equivale a studiare per capire il percorso storico dei primi sionisti da un lato, così come dall’altro le biografie di leader palestinesi come Yasser Arafat, insignito nel 1994 del Premio Nobel per la Pace, benché avesse costruito «un’inusitata rete terroristica», spiega l’autrice nell’inquadramento di una tappa fondamentale come gli accordi di Oslo del 1993. Da allora, si sono sviluppati i movimenti ultrafondamentalisti come Hamas, che ha scritto a caratteri indelebili nel proprio statuto la cancellazione dell’entità sionista, di cui non riconosce nemmeno l’esistenza. Poi in una dinamica concorrenziale sempre più sanguinaria è nata la Jihad Islamica, a sua volta sfidata dai tagliagole di Al Qaeda e di Daesh. Quando si parla della “soluzione a due Stati” bisogna avere consapevolezza di tale processo e anche del fallimento dei tentativi di negoziare una pace impossibile.
Nell’attesa, sarà già un segnale di speranza se alla Fiera del Libro di Torino il volume sarà presentato e non messo al rogo come nella Germania degli anni 1930. Tanto, come profetizzarono inconsapevolmente i nazionalsocialisti durante il Bücherverbrennungen, «ciò che è sano risorge da solo». Infatti, ora gli ebrei hanno uno Stato e il Terzo Reich non esiste più. E un giorno non rimarrà più traccia nemmeno dell’odio contro il popolo eletto.
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