Immigrazione: i fatti e la retorica
Commento di Daniele Capezzone
Testata: Libero
Data: 10/05/2024
Pagina: 1/13
Autore: Daniele Capezzone
Titolo: Il mondo rosa dei Dem e la realtà color sangue

Riprendiamo da LIBERO di oggi 10/05/2024, a pag. 1/13, con il titolo "Il mondo rosa dei Dem e la realtà color sangue", il commento di Daniele Capezzone. 

Confessioni di un liberale. Daniele Capezzone al Caffè della Versiliana  Giovedì 14 luglio, ore 18:30 - Versiliana Festival
Daniele Capezzone

Immigrati nel Mediterraneo. Nonostante la retorica immigrazionista del PD, la cruda realtà si è manifestata ieri a Milano, con l'accoltellamento di un agente da parte di un immigrato illegale marocchino. Era in clandestinità da 22 anni, una dimostrazione plastica di quanto sia inefficiente il nostro sistema.

Non saremmo sicurissimi del fatto che gli italiani, l’altra sera, si siano particolarmente emozionati sentendo Elly Schlein che invitava tutti a usare «i nostri corpi» per «fare muro» contro la riforma costituzionale di Giorgia Meloni. Ecco, poche ore dopo quella infelice e retorica sparata, il corpo – nel senso del corpo vero, non metaforico – di un 35enne viceispettore della Polizia è stato ripetutamente colpito a Milano dalle coltellate inferte da un criminale, un irregolare marocchino.
È doloroso ma necessario partire esattamente da qui: dall’incommensurabile distanza tra la farsa e una tragedia, tra parole dette a vanvera e una realtà dolorosa e insanguinata, tra chi evoca con troppa superficialità contrapposizioni insensate e le estremizza per farne una chiassata politica e chi invece, da servitore dello stato, nello squallore e nel tremendo pericolo notturno di una stazione milanese, si ritrova a vedere la morte in faccia.
Per questo – non certo per il presunto fascismo in agguato – siamo abbastanza sicuri che molti italiani provino commozione: quel poliziotto 35enne ci rappresenta tutti, e non solo perché potrebbe essere uno di famiglia, ma perché il suo intervento (per fermare il delinquente che stava tirando pietre all’impazzata e aveva già colpito una donna) ci ricorda le paure con cui si misura ognuno di noi rientrando a casa la sera, entrando o uscendo da una stazione, o aspettando il ritorno di una persona cara.
In questa storia c’è proprio tutto ciò di cui la buona politica dovrebbe occuparsi. Vale in primo luogo per la sinistra: nessuna voglia di infierire da parte nostra, ma questo orrendo caso di cronaca fa a brandelli la narrazione progressista di tutti questi anni.
Chi è il colpevole? Un extracomunitario irregolare, incredibilmente clandestino da 22 anni (la sua prima fotosegnalazione in Italia risale al 2002!), con un elenco di precedenti penali da togliere il fiato: rapina aggravata, furto, lesioni personali, reati connessi agli stupefacenti, altri reati contro il patrimonio, più resistenza a pubblico ufficiale.
Questo signore è stato più volte detenuto, poi oggetto di provvedimenti di espulsione, infine (non essendoci posto in un Cpr) destinatario dell’ordine di lasciare il nostro territorio. Ma stava ancora qua, saltellando da una città all’altra.
Qui su Libero abbiamo tante volte raccontato una spiacevole verità. Già in condizioni “normali”, i clandestini che arrivano in Italia, attraverso il meccanismo della domanda d’asilo (a cui alla fine risulterà avere diritto appena il 10-12% di loro), ottengono, nelle maglie di questa procedura, un “bonus” complessivo di 18-21 mesi di tempo (anche per rendersi irreperibili, come le cronache ci insegnano). Qui siamo arrivati a 22 anni.

QUALI ESPULSIONI?

E le espulsioni? Tasto dolentissimo. Se il rimpatrio del clandestino non scatta subito, c’è l’opzione del trattenimento presso i centri di permanenza (ammesso ci sia posto). Altrimenti, come nel caso in questione, lo straniero riceve un mero “ordine di lasciare il territorio in 7 giorni”, cosa che, spesso tra le risate degli irregolari più scafati, non viene ovviamente mai eseguita. Sta di fatto che nel 2022 Milano ha realizzato appena 320 espulsioni.
Cari lettori, sta qui il punto.
Finché i confini restano aperti, il sistema potrà solo produrre costi materiali ingentissimi, un aggravio di lavoro pazzesco per le forze dell’ordine, ma in ultima analisi un’invasione in piena regola. Anche perché le procedure di “exit” danno la sensazione di puntare a svuotare il mare con un cucchiaino.
E allora che fanno molti di questi signori? Delinquono, purtroppo. Va dato atto al questore uscente di Milano, Giuseppe Petronzi, anche nella sua ultima relazione, di avere messo nero su bianco dati impressionanti: tre arresti su quattro per rapine in strada riguardano stranieri, e se parliamo dei furti con destrezza si arriva al 95-96%. Sempre in quella relazione, trovate tutto ciò che si è verificato l’altra sera: stazioni come luoghi a rischio, uso di coltelli, stato di alterazione, aggressioni violente contro poliziotti, per lo più da parte di soggetti recidivi.
E la sinistra? Nega, minimizza, attenua, parla di “percezione” (quando va bene) e di “xenofobia e razzismo” (quando va male). Peggio, si scaglia contro vecchi e nuovi centri di permanenza, fingendo di non capire quale sia l’alternativa della quale potranno far tesoro anche soggetti altamente pericolosi: essere lasciati liberi di circolare nelle nostre città e di rendersi irreperibili. In questo senso, non può purtroppo essere dimenticata la lunga scia di crimini commessi da soggetti in condizioni analoghe: si pensi solo ai due cittadini marocchini responsabili, negli scorsi mesi, dell’assassinio di una tabaccaia a Foggia e di un’infermiera a Roma.

POLEMICHE LUNARI

In questo senso, la sguaiata polemica contro il centrodestra a cui si è abbandonato ieri il sindaco di Milano Giuseppe Sala è parsa veramente lunare. Certo che non tocca a lui procedere alle espulsioni o dirigere la politica sull’immigrazione. Ma Sala non può non sapere che il suo schieramento – nazionale e locale – è sul lato sbagliato della storia praticamente su ogni aspetto di questa materia: sugli sbarchi, sui Cpr, sulla stessa negazione dell’esistenza del problema.
E la magistratura? Troppo spesso si trasforma in una specie di macchina di soccorso giudiziario a favore del migrante: rilasciando i clandestini, annullando provvedimenti amministrativi di trattenimento, svolgendo cioè un oggettivo ruolo di “opposizione” alle norme più stringenti, disapplicandole o comunque dandone un’interpretazione ultrafavorevole al migrante. Succede letteralmente tutti i giorni.

IL COMPITO DEL GOVERNO

Resta – ultimo ma non ultimo per importanza – il ruolo del governo e del centrodestra votato dagli italiani. Compagine che certamente si batte, ha introdotto meritoriamente nuove norme, ha invertito la china sull’immigrazione (la tendenza degli ultimi mesi è finalmente e costantemente buona – cioè al ribasso – sul piano degli sbarchi). Ma non basta. Questo è ciò che fa paura agli italiani: essere picchiati e rapinati rientrando a casa, trovarsi con una costola o il femore rotto per il tentato furto di una collana odi una borsetta.
Ogni nave che arriva e sbarca – inutile negarlo – deposita sulla nostre coste soggetti molti dei quali finiranno inevitabilmente proprio nei dintorni delle stazioni di Milano, di Roma e delle altre città italiane a creare problemi, spesso con tanta incontrollabile violenza.
Dunque, la maggioranza farà bene a non perdere tempo con le polemiche della sinistra e i vaniloqui delle anime belle: semmai, acceleri e irrobustisca la sua azione su questo fronte.
Una amplissima maggioranza di italiani ha solo due parole da dire: fate qualcosa.

Per inviare a Libero la propria opinione, telefonare: 02/99966200, oppure cliccare sulla e-mail sottostante

lettere@liberoquotidiano.it