Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 07/05/2024, a pag. 7, con il titolo "Mattarella all’Onu: sì al multilateralismo, la corsa alle armi divora enormi risorse" la cronaca di Viviana Mazza.
Viviana Mazza
«È per me forte l’emozione di tornare, dopo 8 anni, a New York», ha detto ieri il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a pranzo con la comunità italiana e italoamericana, durante la sua visita di tre giorni alle Nazioni Unite per sottolineare l’importanza del multilateralismo. Al Metropolitan Club, Mattarella è stato accolto in una sala gremita di oltre 200 italiani e italo-americani: imprenditori, professori, medici, scienziati, manager, curatori di musei, architetti, giornalisti, avvocati, artisti. Accompagnato dalla figlia Laura, dall’ambasciatrice d’Italia negli Stati Uniti Mariangela Zappia, dal Rappresentante Permanente presso le Nazioni Unite Maurizio Massari, dal Console generale a New York Fabrizio di Michele, il capo dello Stato ha ricevuto il premio GEI 2024 dal presidente del Gruppo Esponenti Italiani Mario Platero. È il 50° anniversario dell’organizzazione, che conferì lo stesso riconoscimento a Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano. E Mattarella ha consegnato un mazzo di fiori a una donna in sala, Stella Levi, sopravvissuta all’Olocausto, che ha compiuto l’altro ieri 101 anni e da lui nominata Cavaliere di Gran Croce.
Mattarella ha già compiuto due viaggi negli Stati Uniti, con tappa all’Onu nel 2016, dove discusse della crisi libica e dell’Accordo sul Clima di Parigi. L’appuntamento più importante del viaggio attuale è oggi: un discorso all’Assemblea Generale per portare «testimonianza di fiducia nell’Onu e l’impegno per il rilancio del multilateralismo in un momento di grande difficoltà», perché — come ha anticipato ieri — «siamo convinti che la strada del multilateralismo sia l’unica che può garantire al mondo una convivenza e una serenità di rapporti e di cooperazione. E siamo convinti che questa sia la sede per esprimerlo... con tutti i limiti e le esigenze di riforma che ci sono». L’Italia sostiene «con ferma determinazione» gli strumenti di dialogo basati sul principio del multilateralismo, che vediamo «drammaticamente messi in discussione dall’aggressione russa all’Ucraina e dalle conseguenze dell’irrisolto conflitto israelo-palestinese», ha detto già ieri Mattarella in apertura dei lavori della Conferenza sullo stato di attuazione dell’obiettivo di sviluppo sostenibile 16 (pace, giustizia ed istituzioni per lo sviluppo), che vede la rappresentanza permanente italiana presso l’Onu impegnata in un ruolo di leadership. Mattarella ha sottolineato come la guerra allontani dalle priorità dell’Agenda 2030. «Non possiamo continuare ad attardarci in relazioni tra Paesi basate su visioni ed eredita’ ottocentesche, su pulsioni di potenza... Pace e sviluppo hanno destini incrociati, non può esservi l’uno senza l’altra, viviamo in un’epoca con il maggior numero di conflitti dalla fine della Seconda guerra mondiale che divorano enormi risorse nella corsa agli armamenti, sottraendole allo sviluppo».
Parlando agli italiani, il capo dello Stato si è soffermato sul ruolo delle università. Avrebbe dovuto visitare l’Italian Academy alla Columbia University e incontrare la presidentessa Shafik, ma l’appuntamento è stato cancellato. Il clima è teso nell’ateneo: non ci sarà la consueta cerimonia di laurea ma eventi decentrati, dopo che la polizia ha sgomberato l’occupazione dei manifestanti pro-Gaza che chiedevano il disinvestimento (economico e accademico) da Israele. «Tengo a ricordare il ruolo che in questo proficuo scambio fra Italia e Stati Uniti hanno da sempre svolto le università — ha detto Mattarella — Ad Harvard trovò ospitalità Gaetano Salvemini durante l’esilio dal regime fascista. Enrico Fermi, prima di recarsi a Chicago, insegnò alla Columbia, dove insegnano e studiano circa 180 professori e ricercatori italiani, e che ospita l’Italian Academy... Un patrimonio di cui dobbiamo andare fieri in un periodo in cui la collaborazione fra atenei - così importante per costruire ponti di dialogo e luoghi di libero dibattito - viene messa in discussione, nel contesto di crescenti tensioni internazionali».
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