Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 05/05/2024, a pag. 3, con il titolo "I servizi ucraini: Da soli perdiamo e Putin prenderà i Paesi baltici", l'analisi di Antonello Guerrera.
Antonello Guerrera
Il maggior generale Vadym Skibitsky, vicecapo dell’intelligence militare di Kiev, ha rilasciato una intervista all’Economist che sta facendo discutere. Innanzitutto, Skibitsky ammette di «non vedere una via affinché l’Ucraina possa vincere la guerra sul campo». Anche se — si legge nell’articolo — i soldati ucraini «riuscissero a cacciare i russi oltre i confini del Paese, ipotesi sempre più remota, ciò non fermerebbe il conflitto. Simili guerre possono finire solo con un accordo». Ma Skibitsky lancia un altro allarme. L’articolo 5 della Nato per cui un Paese membro viene difeso dall’Alleanza in caso di attacco militare, per lui non è sufficiente: «I russi conquisterebbero i Paesi baltici in sette giorni. I tempi di reazione della Nato, invece, sono di almeno dieci».
Il vicecapo dell’intelligence militare di Kiev è realista: le cose sul campo «sono complicate come nei primi giorni di invasione della Russia» nel febbraio 2022, «e potrebbero peggiorare»: «Il problema è semplice. Non abbiamo armi. Sapevamo che aprile e maggio sarebbero stati difficili». Anche per questo, come Avdiivka, la città di Chasiv Yar nel Donbass potrebbe cadere presto. Forse in tempo per le celebrazioni della “Giornata della Vittoria” del 9 maggio a Mosca, che commemorano la sconfitta dei nazisti nella Seconda guerra mondiale: «Magari non cadrà oggi, o domani. Ma certo dipende dagli armamenti e dalle forniture a disposizione».
Secondo Skibitsky, la Russia sta già pensando a nuovi attacchi nelle regioni di Kharkiv e Samy, nel nord-est del Paese. Le tempistiche dipenderanno da quanto forte sarà la resistenza degli ucraini nel Donbass. Ma una grande offensiva di Mosca, «con i suoi 514mila soldati reclutati per questa guerra, potrebbe avvenire da quelle parti tra la fine di maggio e l’inizio di giugno». Skibitsky aggiunge al settimanale che maggio sarà un mese decisivo, con la Russia che proverà a destabilizzare l’Ucraina su tre fronti: quello militare, nonostante il pacchetto di aiuti da oltre 60 miliardi di dollari votato dal Congresso americano: «Ci vorrà tempo affinché arrivino armi e munizioni al fronte». Il secondo fronte è quello di indebolire internamente il Paese e il presidente Zelensky, il cui mandato presidenziale in teoria scade il 20 maggio. E, terzo, «isolare l’Ucraina a livello internazionale».
Riguardo l’esito del conflitto, Skibitsky sembra laconico. Nel contesto attuale, Kiev sul campo non potrà farcela da sola. Ma, aggiunge, «Ucraina e Russia ora stanno combattendo per avere la migliore posizione negoziale ». Cosa che secondo lui «non potrà arrivare prima della fine del 2025. La capacità militare della Russia avrà il suo picco all’inizio del 2026 e poi calerà per mancanza di materiali e ingegneri. Allora, entrambi i fronti potrebbero esaurire le armi. Ma, per come stanno le cose ora, le terminerà prima l’Ucraina. Tuttavia, noi continueremo a combattere. Non abbiamo scelta».
Intanto, in una mossa a sorpresa, Zelensky è finito sulla lista dei ricercati del ministero dell’Interno russo, dopo che nei suoi confronti è stato aperto un non meglio specificato procedimento penale. Il ministero degli Esteri ucraino ha liquidato la faccenda come l’ennesima «prova della disperazione della macchina statale e della propaganda russa». Oltre a Zelensky, il ministero dell’Interno russo ha emesso un ordine di arresto anche per l’ex presidente ucraino Petro Poroshenko e l’ex ministro ad interim della Difesa e attuale rettore dell’Università nazionale di Difesa dell’Ucraina, Mikhail Koval. Anche per loro mancano i reati contestati, così come avvenuto in altri ordini di arresto nei mesi scorsi.
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