Riprendiamo da LIBERO di oggi, 05/05/2024, a pag. 1/9 con il titolo "Professori poco coraggiosi con i pro-Gaza" l'intervista di Enrico Paoli a Davide Romano.
Enrico Paoli
«Quanto avvenuto alla Statale di Milano (dove è stato annullato un convegno su Israele per ragioni di ordine pubblico, ndr) non è affatto dissimile da ciò che avviene fuori dall’università. I violenti, se non vengono fermati, continueranno a far salire la tensione, forti del senso d’impunità».
Già, il senso d’impunità.
Davide Romano, direttore del Museo della Brigata ebraica, aggredita durante il corteo del 25 aprile a Milano da alcuni manifestanti filo-palestinesi, quel senso lo avverte con evidente preoccupazione. «Come ebrei stiamo vivendo il momento più difficile dalla Liberazione», dice a Libero.
La cronaca gli dà ragione.
Un convegno su Israele, quello all’università Statale di Milano, annullato per ragioni di ordine pubblico. Un presidio trasversale contro l’antisemitismo, oggi in piazza Cordusio, sempre a Milano, contestato snobbato dall’Anpi, avendolo definito «elettorale», e saltato pure dal sindaco, Beppe Sala. Nel mezzo gli oltre 20 sabati dei palestinesi in piazza, formalmente per chiedere la pace, in realtà per sostenere Hamas, sfociati nell’aggressione alla Brigata Ebraica durante il corteo del 25 aprile. Mai come in questo frangente il capoluogo lombardo rappresenta la cartina di tornasole dell’ondata di antisemitismo che sta attraversando il Paese, imponendo una seria riflessione su cosa stia realmente accadendo.
Ma cosa manca, esattamente, in questo momento?
«Beh, da una parte un Pd che faccia argine alle frange più estremiste, quelle pro Hamas per intenderci, visto che oggi gli sta facendo sponda. Da centrodestra e governo, invece, mi aspetto un’azione forte, in modo da fermare i violenti, a partire da quelli che attaccano le forze dell’ordine. Credo sia frustrante per poliziotti e carabinieri subire tutte queste aggressioni».
Alla Statale il convegno su Israele è stato annullato proprio per evitare scontri, Sui social collettivi di sinistra e antagonisti cantano vittoria...
«Non stento a crederlo. Il caso della Statale rientra nel contesto generale. Ma con una variante...».
Quale?
«L’annullamento del convegno ha fatto emergere un certo atteggiamento populista e qualunquista del mondo accademico. Molti docenti danno l’impressione di non avere il coraggio di prendere le distanze, o semplicemente non vogliono, dagli estremisti, da chi vuole imporre con la forza la propria logica. Nelle università il confronto deve essere libero, sempre».
Invece la paura ha prevalso sul dialogo...
«Perché ci sono studenti appartenenti ai collettivi di sinistra, alle frange pro Hamas, pronte a saltare fisicamente addosso a chi non la pensa come loro. Alcuni professori, quelli ci credono e sanno quello che fanno, li sostengono pure...».
Quindi il presidio di oggi, in piazza Cordusio a Milano, è più urgente che mai...
«Diciamo che è necessario. E se non lo avesse organizzato Daniele Nahum (consigliere comunale di Azione e candidato alle europee, ndr) lo avrei fatto io, al suo posto».
In quel caso, magari, l’Anpi, che oggi non sarà in piazza, avrebbe avuto qualche difficoltà a definire il presidio contro l’antisemitismo un’iniziativa elettorale...
«Trovo assurda la polemica dell’Anpi. Assurda perché l’associazione dei partigiani fa politica da sempre, tanto da strumentalizzare anche la manifestazione del 25, diventata un’iniziativa quasi di parte. In piazza, oggi, ci saranno rappresentati di tutti gli schieramenti. Solo a sinistra si avverte l’imbarazzo per l’ondata di antisemitismo».
Come nel caso dei Verdi. Il capogruppo in Consiglio comunale, Tommaso Fiorini, sarà al presidio. Lo storico esponente del movimento green, Carlo Monguzzi no, definendolo “inopportuno”...
«Se Monguzzi è davvero contro l’antisemitismo, è oggi che serve mostrarlo. Oggi che gli studenti ebrei nelle università, e la Brigata ebraica il 25 aprile, vengono aggrediti.Oggi che la senatrice Liliana Segre e il direttore di Repubblica, Maurizio Molinari, vivono sotto scorta, e altri sono oggetto di aggressioni...».
Ma in questa fase cos’è che serve esattamente?
«Contro l’ondata di antisemitismo, e sfido chiunque a dire il contrario, occorre tirare una riga. Di qua chi sta con Israele e la comunità ebraica, tutte, mica sono quella di Milano. Di là tutti gli altri, a partire dai filo Hamas, in modo da isolarli. Il caso della Statale di Milano (dove è stato annullato un convegno su Israele per ragioni di ordine pubblico, ndr) non deve ripetersi. Ma perché ciò avvenga serve una chiara presa di coscienza».
Quindi ognuno deve assumersi le proprie responsabilità?
«Nessun cittadino italiano deve essere discriminato o aggredito per la propria religione. Senza se e senza ma. Serve creare un cordone sanitario per isolare i manifestanti violenti e pro Hamas che occupano manifestazioni, università e non permettono presentazioni di libri. Poi ognuno la pensi come vuole sul Medio Oriente, ma la cosa peggiore che possiamo fare è importare quella guerra e quelle tensioni nel nostro Paese».
Il sindaco di Milano, Beppe Sala, non sarà al presidio...
«Sul punto voglio essere netto. Che un antisemita aggredisca un ebreo è molto grave. Che il violento sia di destra odi sinistra, se non addirittura di centro, è del tutto secondario. Quello che interessa è solo e soltanto la solidarietà e la vicinanza alla comunità ebraica. E su questo non possono esserci distinguo o scappatoie...».
Eppure c’è chi arriva a fare una distinzione fra il presunto atteggiamento della comunità milanese e quella romana...
«Siamo davvero a ciò? Fra Walker Meghnagi (presidente della comunità ebraica di Milano,ndr) e Victor Fadlun (il suo omologo romano, ndr) c’è una perfetta sintonia, una grande unità d’intenti».
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