Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 01/05/2024, a pag. 24, con il titolo "La commessa: Fassino ha preso lo Chanel altre due volte", la cronaca di Romina Marceca
La donna che ha acceso per prima i fari sul deputato Piero Fassino è una commessa di poco più di 30 anni. «Era dicembre 2023, prima di Natale, non ricordo bene il giorno. Ho visto il politico entrare nel nostro negozio e l’ho riconosciuto. Poco dopo, con mia sorpresa, ho visto che nascondeva uno Chanel Chance dentro al suo trolley. Ero a disagio ma l’ho avvicinato e gli ho chiesto se aveva bisogno di aiuto. Quella è stata la prima volta, poi sono arrivate le altre due».
Iniziano così le sommarie informazioni messe a verbale davanti alla polizia di frontiera che ha sentito la dipendente del Duty Free di Fiumicino per il caso del profumo portato via il 15 aprile scorso. Oltre a lei sono state sentite altre quattro donne e un uomo: due sono commesse, gli altri tre vigilantes. Tutti atti che adesso sono dentro ilfascicolo aperto per tentato furto dalla procura di Civitavecchia e che vede il nome di Piero Fassino come indagato. Una procedura standard perché ieri mattina gli investigatori, a mano, hanno consegnato l’informativa di quattro pagine al sostituto procuratore Alessandro Gentile oltre a cinque video. Piero Fassino il 15 aprile è stato ripreso da quattro telecamere del Duty Free 25 al Terminal 1. Il quinto video è il montaggio dei diversi momenti che proverebbero la sottrazione del profumo dagli scaffali e l’uscita dal punto vendita.
A Natale scorso Fassino rispose: «Sto andando a pagare, mi indica le casse?». L’ex ministro di Giustizia, torinese, subito dopo andò via. «Ma quell’episodio è stato segnalato, tanto che il 27 marzo quando l’ho visto entrare di nuovo da noi ho pensato “Vuoi vedere che succede di nuovo?”. Ero con una collega. Lei è andata a chiamare la sicurezza, io l’ho seguito mentre andava via. Il profumo lo aveva messo in tasca, sempre uno Chanel Chance ». La guardia giurata non lo fermò perché non riuscì a raggiungerlo in tempo. Lo stesso vigilantes è intervenuto il 15 aprile, l’unico episodio che finisce in denuncia. «Abbiamo chiamato la polizia e gli investigatori lo hanno identificato. Non ci ha detto nulla. Non ha reagito con frasi come “Lei non sa chi sono io”, ha solo tentato di pagare», ha ricostruito la guardia giurata.
I due precedenti, dei quali non ci sono video, saltano fuori solo il 15 aprile, dopo l’ultimo tentativo di portare via la terza confezione di Chanel Chance da 130 euro con lo sconto applicato in aeroporto.
Ieri la polizia è arrivata alle 11 in procura a Civitavecchia e il pm Alessandro Gentile ha subito delegato la Polaria per continuare a indagare. «Se le indagini del pm vengono concluse con una colpa, viene chiesta l’autorizzazione al Parlamento europeo a procedere per la richiesta di rinvio a giudizio — spiega Alfonso Celotto, professore ordinario di Diritto costituzionale all’università di Roma Tre — Vista la tenuità del fatto il sostituto procuratore potrebbe anche chiedere l’archiviazione». Come e quando interviene l’immunità della quale gode Piero Fassino? «L’immunità dell’europarlamentare corrisponde a quella della sua nazione quindi è l’immunità dell’articolo 68 della Costituzione che è insindacabilità connessa alla funzione. Quindi c’è da capire se il reato per cui viene indagato è connesso alla funzione. E comunque il deputato può anche rinunciarvi», conclude Alfonso Celotto.
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