I lupi nell'ovile 26/04/2024
Commento di Michelle Mazel
Autore: Michelle Mazel

I lupi nell'ovile
Commento di Michelle Mazel
(traduzione di Yehudit Weisz)
https://www.dreuz.info/2024/04/les-loups-dans-la-bergerie-297415.html

Accampati nei campus. La Columbia University ha dato inizio alla violenta contestazione degli studenti e attivisti pro-Palestina, esplicitamente pro-Hamas e violenti con gli studenti e i docenti ebrei. Che non possono nemmeno più entrare nelle università

Guardateli. Da un campus all'altro, da una famosa università americana a un’altra ancora più prestigiosa. Dei giovani, tanti giovani. Il futuro della più grande democrazia del mondo. Almeno per il momento. Provengono da famiglie benestanti o hanno contratto prestiti a lungo termine per finanziare i costosi studi che li renderanno le élite di domani. Tuttavia, così vicini agli esami di fine anno, spinti dalla stessa passione, hanno lasciato da parte quaderni e lezioni e hanno allestito accampamenti improvvisati all’interno del loro campus. E’ con addosso kefiah rosse che vanno in giro cantando o meglio urlando degli strani slogan. Non è più “dal fiume al mare a Palestina sarà libera” e al diavolo Israele e i suoi dieci milioni di abitanti, ma “Noi siamo tutti Hamas!”,  “Hamas vincerà”. Peggio ancora, non cantano più “Fuori i sionisti” ma “Fuori gli ebrei!”  Non lasciano entrare i compagni ebrei che fino a ieri sedevano accanto a loro nelle aule.

Eppure questi giovani arrabbiati sono degli studenti. E’ stato loro insegnato a ragionare. Hanno a disposizione biblioteche all'avanguardia e accesso a risorse quasi illimitate sul web. Gli insegnanti che sono lì per fornire loro la migliore istruzione possibile sono stati selezionati con cura.

Allora cosa capiscono? Sanno quello che dicono? Quel che dicono di auspicare? Quando dicono “Noi siamo tutti Hamas”, possiamo davvero immaginare che siano consapevoli di cosa sia questa organizzazione terroristica? Purtroppo non è così. Ciò che vediamo oggi è il risultato di decenni di lavaggio del cervello. Una dopo l’altra le università hanno ceduto alle lusinghe del denaro petrolifero e dell’emiro del Qatar e hanno introdotto dei lupi nel gregge. Le generose donazioni hanno aumentato il numero di cattedre incoraggiando lo studio dell'Islam e del Medio Oriente. Sono stati organizzati i cosiddetti viaggi di scoperta non solo per gli insegnanti ma anche per gli studenti più promettenti. Seguirono generose borse di studio.

Accanto agli studi accademici, tesi e articoli di stampa hanno introdotto una narrazione alternativa con due temi principali. Innanzitutto negare all'ebraismo e agli ebrei ogni legame con il Monte del Tempio e la terra d'Israele: vedi le numerose risoluzioni dell'UNESCO in questo senso.

Purtroppo la voce del cristianesimo non è si è fatta sentire. Non c’è stato nessuno a ricordare che l'ebreo Gesù era venuto a pregare nel tempio di Gerusalemme. Poi, e forse a corollario, rimettere in discussione la legittimità dello Stato ebraico e promuovere il mito di una “Palestina storica” che non è mai esistita, facendo sì che gli ebrei ritornassero nella terra dei loro antenati come dei coloni che usurpano la terra altrui. Lungi dall’essere dei terroristi, i palestinesi vengono quindi presentati come eroici combattenti della resistenza.

Quello che noi vediamo oggi, è il risultato di questa lenta opera di erosione, tacitamente incoraggiata dalle Nazioni Unite.

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