La conseguenze dell’oscena politica americana
Analisi di David Elber
L’oscena politica dell’amministrazione Biden sta portando, concretamente, ad un confronto militare diretto tra Israele e l’Iran. Questo per un semplice fatto: gli USA dovrebbero essere l’alleato più stretto di Israele, ma, nei fatti stanno, invece, indebolendo politicamente e militarmente Israele. Tale politica è sicuramente interpretata dall’Iran, come un’occasione d’oro per cercare di distruggere lo Stato ebraico. Si possono individuare due distinte strategie operate da Biden e dal suo partito: una politica e una militare.
Dal punto di vista politico, l’amministrazione americana non perde occasione di accusare Israele, in tutti i forum internazionali di “uso eccessivo della forza”, di causare una carestia e altre vergognose accuse, accodandosi alle palesi bugie dei peggiori detrattori di Israele. Questa presa di posizione sta condizionando l’opinione pubblica che è ormai certa che Israele affami gli abitanti di Gaza, scatenando così isteriche manifestazioni di odio antisemita nelle piazze di tutto il mondo. Oltre a ciò, si sta consumando un isolamento internazionale dello Stato ebraico senza precedenti: molti paesi Occidentali hanno dichiarato di voler riconoscere un Stato di Palestina senza che vi siano dei requisiti minimi legali, altri hanno iniziato a parlare di embargo sulle armi o vero e proprio boicottaggio. L’amministrazione Biden, anziché, far sentire il proprio pieno e incondizionato appoggio ad Israele contro una banda di assassini tagliagole, cosa fa? Fa da ripetitore mondiale della propaganda di Hamas, fa approvare oscene risoluzioni al Consiglio di Sicurezza dell’ONU, accusa Israele di non far abbastanza per proteggere i civili, quando gli Usa stessi e i paesi NATO in tutte le loro guerre non hanno mai fatto nulla di paragonabile a quanto fatto da Israele per proteggere i civili, per poter dipingere Israele come uno Stato criminale assetato di sangue e di vendetta per meri fini elettorali.
Ultimo ma non ultimo, l’amministrazione è impegnata in attacchi politici quotidiani atti a rovesciare il governo Netanyahu democraticamente eletto. A tal fine a turno numerosi esponenti dell’amministrazione e altri rappresentati democratici (come Shumer leader della maggioranza del Senato) attaccano il governo di Israele invocando elezioni anticipate proprio quando Israele sta combattendo una guerra. Quando si era mai visto una cosa del genere prima d’ora? È palese che un’ennesima crisi politica in Israele porterebbe ad un’ulteriore posizione di debolezza del paese nei confronti dell’Iran e dei suoi alleati.
Se oggi Israele fosse attaccato da Hezbollah, dagli Houthi e dall’Iraq tramite gruppi di sciiti alleati dell’Iran, come può difendersi? Solamente attaccando direttamente l’Iran, che è il mandate di tutti gli attacchi, e questo provocherebbe nuove condanne, nuovo odio nelle piazze e ulteriore isolamento. Questo alla luce del fatto che una guerra diretta con l’Iran provocherebbe l’immediato incremento del costo del petrolio e la chiusura dello stretto di Hormuz con le prevedibili conseguenze sull’economia mondiale.
Inoltre, cosa rimarrà degli accordi di Abramo con un Israele indebolito e attaccato dall’Iran? Nessun paese arabo ha interesse ad Israele se non in chiave anti iraniana per la sua forza militare e di deterrenza.
Dal punto di vista militare, se gli USA decidessero di bloccare le forniture militari ad Israele, questo sarebbe un’ulteriore segnale di debolezza che, in Medio Oriente, è visto come un incentivo ad attaccare un paese giudicato debole, isolato e quindi vulnerabile.
Israele non può combattere una lunga guerra contro gli iraniani e i suoi alleati in diversi fronti: Libano, Siria, Iraq e Yemen, dovrà necessariamente e strategicamente colpire direttamente l’Iran che è a capo di tutti questi gruppi paramilitari e terroristici. Per Israele l’unica soluzione possibile è colpire chi sta a capo di tutti i gruppi. Le implicazioni potrebbero essere spaventose da tutti i punti di vista. Difficile fare previsioni fin dove una guerra così si può spingere.
Per tutti questi motivi, gli Usa devono dare il loro totale appoggio ad Israele invece, fanno il contrario: stanno indebolendo Israele per renderlo vulnerabile: sono degli sconsiderati e pericolosi. Per 50 anni la guerra fredda si è retta sulla deterrenza cosa che ora manca completamente ad Israele, che è visto vulnerabile come mai in passato. Biden e Blinken sono dei pericolosi personaggi che non hanno minimamente le capacità intellettuali per affrontare uno scenario delicato come il Medio Oriente e il suo retaggio culturale.
L’unica considerazione che Biden e soci non tengono in debito conto, nella loro follia, è che se scoppiasse un conflitto regionale, Biden perderà le prossime elezioni: con il petrolio che arriverà a 200$ e l’enorme contraccolpo sul commercio mondiale, la crisi economica susseguente farà perdere le elezioni a questi inetti demagoghi che pur di guadagnare l’appoggio di estremisti di sinistra e dei musulmani americani, stanno causando un’ondata di antisemitismo che non si vedeva dagli anni ’30. A questo punto questa amministrazione passerà alla storia come la peggiore che gli USA hanno mai avuto e il prossimo capitolo sarà l’invasione di Taiwan.
David Elber