Riprendiamo da LIBERO di oggi 02/04/2024, a pag. 6, con il titolo "C’è chi dice no al conformismo rosso", il commento di Ignazio Stagno.
«C’è chi dice no». E questa volta a dirlo è proprio Vasco che dà una sonora lezione alla sinistra e ai pro-Gaza che occupano università e scendono in piazza. Il Blasco, in una recente intervista al Corriere, non ha usato giri di parole e va dritto al punto: «Io rifiuto di schierarmi come se fosse una partita di calcio, Israele contro Palestina. Gli ebrei, dopo quello che hanno sofferto, hanno diritto a uno Stato».
Dopo la premessa, picchia durissimo, solo come lui sa fare: «“Free Palestine” è un bello slogan, da anime belle; ma se implica la distruzione dello Stato di Israele, allora sarebbe più onesto dirlo. E alla distruzione di Israele io mi ribello».
E non finisce «mica qui», come direbbe lui. Vasco dà anche una randellata ai rivoluzionari da salotto: «Non mi sono mai piaciuti. Ricordo quelli di Potere operaio: erano tutti studenti; il pomeriggio giocavano alla rivoluzione, la sera tornavano a cena dalla mamma. A diciassette anni vuoi cambiare il mondo: anche io ci credevo, anche io ci ho provato. Poi ho capito che prima di cambiare il mondo dovevo cambiare me stesso. Anziché distruggere il sistema, dovevo creare il mio sistema». A sinistra non fanno nemmeno in tempo a riprendersi dai colpi del Blasco che arriva un altro (inaspettato) siluro. Questa volta a sganciarlo, direttamente dallo studio “rosso” di Propaganda Live, davanti a gli occhi di Zoro, è Antonio Albanese che con tono serio e solenne, un po’ come quelli usati dal suo celebre personaggio Cetto La Qualunque, fa una riflessione profonda su cos’è oggi la sinistra. O meglio su cosa non è oggi la sinistra. Le sue parole sono fendenti: «Oggi la sinistra, perdonatemi, si occupa di cucina bio. Io sono non deluso, sono profondamente scioccato, c’è un immobilismo che mi mette una tristezza infinita. Una incapacità di reagire, ma soprattutto, ed è ancora più doloroso, una incapacità di interagire», afferma.
Poi l’attore parla del totale scollamento di «questa sinistra» dalla realtà: «Non lo so se arrivano da una lobby, non so dove vivono molti di loro, non frequentano il nostro tempo, non frequentano la gente, non la guardano e non la toccano.
Questo è molto evidente». Il tono a questo punto si fa ancora più duro, anche Zoro nota il pathos di Albanese: «E questo mi spaventa tantissimo. Questa sinistra non mi rappresenta più e io non mi voglio far rappresentare da una sinistra che non vive il nostro tempo».
La chiusa è un colpo di grazia per i mestrini rossi che pontificano e che danno lezioni di moralità agli altri: «Questo modo di fare, tutto ciò, è terribile».
La clip di Albanese in poche ore è diventata virale sui social. In tanti hanno condiviso le sue parole: «Immobilismo nelle poltrone. Piccoli e grandi poteri territoriali che nessuno vuole mollare», commenta un utente su X proprio sotto l'intervento dell’attore. Un altro aggiunge: «Non sei il solo a pensarla così e hai completamente ragione». E c’è chi usa toni più duri: «Non è immobilismo, è l’aperi-sushi che hanno al posto del cervello...».
Insomma, dentro l’uovo di Pasqua i sinistri hanno trovato due schiaffoni da due artisti di peso. Riflessioni che qualcuno, magari tra un’entrata e un’uscita dalla Ztl, farebbe bene a segnarle da qualche parte...
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